Missioni Consolata - Dicembre 2011

A lla vigilia di Natale del 2000 Vittorio Messori, dalle pagine del Corriere della Sera , lanciò una provocazione: traslare la festa della Natività dal 25 dicembre al 15 agosto per ritrovare una ri- correnza «non solo senza ec- cessi commerciali, ma pure senza renne, abeti, babbi na- tale...». La sfida di Messori par- tiva dalla considerazione che il giorno più suggestivo (sebbene non il più importante) del calen- dario cristiano, si era trasfor- mato in un appuntamento com- merciale e consumistico, dove la religiosità faceva solo da tenue sfondo al palcoscenico dell’ap- parire e dell’avere. Per la verità, il pungolo non era cosa nuova: undici anni prima, nel 1989, un pittore newyorkese, Robert Cenedella, aveva susci- tato un intenso dibattito con la sua opera intitolata Santa Claus : un Babbo Natale agonizzante su una croce piantata in un terreno cosparso di pacchi regalo. Lungi dal voler essere irriverente verso i valori cristiani, Cenedella affer- mava che il suo quadro «tende a mostrare come Santa Claus ha sostituito Gesù Cristo sino a prenderne il posto come princi- pale figura del Natale». TRADIZIONI TESTO E FOTO DI PIERGIORGIO PESCALI STORIA ED EVOLUZIONE DELLA PIÙ POPOLARE TRADIZIONE NATALIZIA DA SAN NICOLA A BABBO NATALE Babbo Natale rischia di scippare il vero signifi- cato al Natale; eppure le sue origini sono eminen- temente cristiane e ri- salgono al 3° secolo d.C., alla figura di san Nicola di Mira (Turchia). Il suo culto è stato seco- larizzato e banalizzato, fino a ridurre il santo a simbolo di buoni senti- menti e, soprattutto, a testimonial accattivante per stimolare mercato e consumismo. # Mercato, evasione, consumismo, oscurano il vero significato del Natale cristiano. 10 MC D M R 2011

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