Missioni Consolata - Ottobre 2010

aziendale”» (2) . Constatazione vera, ma forse non positiva. La Toyota è il primo produttore mondiale di auto. A parte qual- che recente problema tecnico, le macchine della Toyota godono di un’ottima reputazione. Quasi tutte le agenzie delle Nazioni Unite sparse per il mondo hanno i fuoristrada della multinazio- nale giapponese. Eppure, la fab- brica delle auto ibride (la prima fu la Prius ) e delle supergaran- zie (5 anni per la Avensis già nel lontano 1998) non è esente da colpe, anche gravi. La storia più nota - forse perché arrivata nelle aule dei tribunali - è quella di Kenichi Uchino, morto all’età di 30 anni (3) . L’uomo era ispettore del controllo qua- lità in uno stabilimento della multinazionale. Il 9 febbraio 2002 Uchino morì sul lavoro. La moglie Hiroko - rompendo il tra- dizionale patto di fedeltà asso- luta che lega aziende e lavoratori - accusò la Toyota di essere stata la causa della morte del marito. Qualche anno dopo, era il no- vembre del 2007, un tribunale giapponese sentenziò che l’im- piegato era morto a causa delle troppe ore di straordinario calco- late in 110,5 al mese. Per i giu- dici Uchino era deceduto per ka- roshi , superlavoro. Il giornalista Pio D’Emilia, da anni corrispondente dal Giap- pone, ha parlato con un esperto di Toyota, che ha risposto lapida- rio: «Le Toyota non vanno com- rappresentante del «Partito de- mocratico del Giappone» (Pdj) è stato infatti costretto alle dimis- sioni, perché non è riuscito a far trasferire le basi Usa, come in- vece aveva promesso durante la sua campagna elettorale. Ha- toyama è stato quindi sostituito dal compagno di partito Naoto Kan, già ministro delle finanze e della sanità. Proprio Kan, il 6 agosto, ha tenuto il discorso al Memoriale della pace di Hiro- shima, affermando che il suo paese ha la responsabilità mo- rale di essere guida per «un mondo libero da armi nucleari». MADE IN TOYOTA «I giapponesi - scrive Angela Terzani Staude - sono un popolo di guerrieri. Tutti i loro idoli sono stati guerrieri, dal samurai al kamikaze . Oggi il giapponese viene nuovamente educato a es- sere un guerriero: un “guerriero prate non perché non siano si- cure, ma perché vengono fabbri- cate da un’azienda che non ha il minimo rispetto per i diritti dei lavoratori» (4) . In Giappone, il caso di Kenichi Uchino ha fatto scuola. Così, ad esempio, il 26 maggio 2010, il sito del The Japan Times (5) riferi- sce di una nuova condanna per karoshi . Il caso è quello di Mo- toyasu Fukiage, morto nell’ago- sto del 2007 a 24 anni per un ec- cesso di lavoro quantificato in 112 ore di straordinari al mese. Lo scorso maggio il tribunale di Kyoto ha condannato la Daisyo, l’importante società di ristora- zione per la quale il giovane la- vorava, a pagare ai parenti della vittima un indennizzo di 78,6 mi- lioni di yen. Nel 2009, in Giappone si sono tolte la vita 32.845 persone (6) . È stato stimato che oltre 5.000 di questi suicidi siano da collegarsi al lavoro e la metà di questi a depressione o stress causati da «eccesso di lavoro», conosciuto appunto come karoshi . I giapponesi - scrive Terzani - «sono un popolo obbediente, te- nace e disciplinato che si assog- getta a una rigida organizzazione sociale perché la ritiene vi- tale» (7) . Un altro autore italiano, Vittorio Zucconi, conferma que- sta visione: «Il “sogno giappo- nese” non è un ragazzo di bot- tega che diviene miliardario ma è il salariato che vive, con disci- plina, la vita della propria azienda e va in pensione da diri- OTTOBRE 2010 MC 19 # Un tipico paesaggio urbano notturno: palazzi e luci della pubblicità. # Un mercato del pesce, di cui i giapponesi sono grandi consumatori.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=