Missioni Consolata - Ottobre 2010

l’asilo all’università. Un esempio: attualmente, il terzo gruppo più grande di studenti stranieri nelle università nordamericane pro- viene dalla Corea del Sud, dopo l’India e la Cina. Si consideri, inoltre, che più di metà del red- dito familiare è speso nell’edu- cazione dei figli. LA (LENTA) SCOPERTA DELL’AFRICA Dal punto di vista economico, le due ragioni più forti perché la Corea del Sud si interessi all’A- frica sono la necessità di risorse naturali per alimentare la sua industria e la ricerca di nuovi mercati dove vendere i propri prodotti. Ma finora gli investi- menti delle aziende sudcoreane sono stati scarsi se paragonati con quelli del suo grande rivale asiatico: la Cina. Nel 2008 la Co- rea vi aveva investito soltanto 320 milioni di dollari, soprattutto nelle aree dell’informazione e delle tecnologie di comunica- zione, mentre la Cina ne aveva investiti 7,8 miliardi, quasi tutti in vari tipi di infrastrutture. In cambio, Pechino importa un quarto della sua energia dall’A- frica. Nel 2009, la Corea ha inve- stito un po’ di più (388 milioni di dollari), ma rimane ancora molto indietro rispetto alla Cina e ad di una nazione distrutta dalla guerra con la Corea del Nord (1950-53) in un’economia alta- mente sviluppata è conosciuta come «il Miracolo nel Fiume Han» (il fiume che attraversa la città di Seul, capitale sudco- reana). Inoltre, la Corea è riu- scita a mantenere livelli altissimi di crescita economica anche du- rante l’attuale crisi mondiale. La filosofia dietro questo «mira- colo» contiene valori identici ad altre nazioni dell’est asiatico: l’armonia, il sacrificio personale e la dedizione esclusiva al gruppo-nazione in detrimento delle scelte personali. Infatti, per molti decenni i sudcoreani non sapevano cosa voleva dire «ri- poso del weekend ». E anche oggi i lavoratori coreani sono tra quelli che lavorano di più tra i Paesi sviluppati. Alla base del- l’alto livello industriale e tecno- logico c’è poi l’investimento nel- l’educazione a tutti i livelli, dal- altri Paesi. Siccome la Corea co- nosce ancora poco il continente africano, essa vuole imitare la strategia cinese: nel 2006, il go- verno cinese ha organizzato un forum con vari Paesi africani per implementare nuove misure di investimento in quel continente. L’anno dopo, la Corea ha orga- nizzato un evento simile, proprio per poter «mangiare un pezzo della torta», anche perché pure il Giappone è molto attivo in Africa, dove la classe media sta aumentando in molti Paesi. La Cina organizzerà un altro forum il prossimo 2011, mentre la Co- rea ne ha già programmato uno per il 2012. Molti Paesi africani, soprattutto l’Egitto e il Sudafrica, sono inte- ressati all’investimento coreano, ormai famoso per la sua capacità e qualità tecnologica. Ma l’atteg- giamento delle compagnie co- reane è ancora molto prudente. Investire sì, ma senza rischi. Nonostante il crescente inte- resse mondiale per l’investi- mento in Africa, la Corea rimane ancora molto esitante e poco en- tusiasta. Molte compagnie hanno grossi dubbi sulle garan- zie di molti governi africani, a causa dei frequenti cambi al po- tere, così come dei regolamenti che mutano continuamente. OTTOBRE 2010 MC 15 MC ARTICOLI # Sopra: folla al mercato di Namdaemun, a Seul. # A sinistra: scolari coreani davanti al «National Folk Museum», a Seul.

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