Missioni Consolata - Febbraio 2010

MC FEBBRAIO 2010 3 N on esiste un altro posto così al mondo. Un paese di figli di schiavi. Ma di schiavi ribelli, che si rivoltanoguidati daungrande leader, quale fuToussaint Louverture earrivanoasconfiggere le truppediNapoleone. Così il primogennaio1804nasce la prima repubblica indipendente delle Americhe, con popolazione di origine africana. Ma poi la storia non è clemente e le dittature si susseguono, tra le più feroci quella dei Duvalier, durata trent’anni, chemette in ginocchio il paese. Nei primi anni novanta uno spi- raglio che diventa una speranza per tutta l’America Latina oppressa. La teologia della libera- zione sembra incarnarsi in un altro leader, il padre salesiano Jean-Bertrand Aristide, che, appoggiato dalla chiesa di base diventa presidente della repubblica. «Gli haitiani sono un popolo “messianico” hanno bisogno di un leader carismatico, poi lo seguono, in massa» mi diceva padre Jean-Yves Urfié. Aristide promette di liberare il paese dal giogodegli aiuti e dell’imperialismo. Un cattivo esempio, giu- dicano aWashington, dove siede George Bush (padre). La Cia organizza un sanguinoso colpo di stato. È il 1991. Aristide non èmorto, ma «comprato» e quando sarà riportato al potere dagli Usa di Clinton, è diventato un burattino, che si arricchisce con i soldi degli aiuti e del traffico di droga. Il sogno è sva- nito. Il popolo ancora tradito. L’isola è inmano alle bande criminali che dettano legge. Uno dei paesi più poveri del mondo, ma forse il popolo più sfortunato. Un popolo accogliente, caloroso. Ma sanguigno, rissoso … per il quale la violenza è ancora uno dei tratti caratteristici. Un paese dai sentimenti forti. Non è un popolo di miserabili, come si vorrebbe. Ma un popolo di grandi artisti, pittori, poeti, scrittori e musici. Jaques Stephen Alexis poeta e scrittore fonda la corrente del «Realismo mera- viglioso». La realtà descritta ha sempre qualcosa di meraviglioso, di magico. Ed è proprio questo Haiti: i confini tra la realtà e la magia si fondano. Terra di gente profondamente religiosa, che ha saputo unire le credenze africane con il cristianesimo, imposto all’inizio dai padroni agli schiavi delle piantagioni. Dove il culto dei morti occupa un posto di particolare importanza. Un popolo al 90% di origine africana, ma non di africani. Che sente le sue radici affondare nel- l’acqua per cercare di raggiungere la Guiné (come viene chiamata l’Africa in creolo) senza mai arrivarci. Un popolo che ha creato il proprio idioma, kreyol , fondendo lingue africane, francese, un pizzico di spagnolo e poi sempre più neologismi inglesi. Una lingua e una cultura che il gran- dissimo scrittore Félix Morisseau-Leroy, haitiano doc, ha promosso, fino ad adattare l’ Antigone di Sofocle all’immaginario creolo. C osa succederàadesso?Duecentoanni rasi al suolo inunminuto. Il cuorepulsantedi Haiti non c’è più. Un paese povero, vero, dove la speranza di vita è tra le più basse del mondo e grande parte della popolazione vive di stenti. Ma che stava (prima), lentamente, trovando una via per miglio- rare. Adesso interi settori della società haitiana sono finiti sotto le macerie di Port-au-Prince nell’im- mane tragediadel 12gennaio. Il clero, adesempio, è statodecimato.Tutte le chiesedella capitale sono crollate. Poi gli intellettuali, i funzionari, i professionisti (un esempio tra tutti medici e infermieri). Ripercorro con lamente leviedi Port-au-Prince, cheè stata lamia città, epensoalla suagente. Da rico- struire non saranno solo le case, ma la stessa società haitiana. Difficile oggi pensare al dopo. Quando i riflettori si spegneranno. Quando la primissima emergenza sarà passata e le fosse con decine di migliaia di cadaveri saranno chiuse. Quando tutte le infrastrutture saranno da ricostruire e non ci saranno competenze per fare e per gestire. Una generazione di orfani da far crescere. Non ci dimentichiamo di Haiti: un posto speciale, un popolo unico. Non ne esiste uno uguale al mondo. A i lettori M ARCO B ELLO * REALTÀ E MAGIA HAITI Croce di Bawon Samdi , capo degli spiriti della morte, signore dei cimiteri. *Volontario ad Haiti alla fine degli anni ‘90

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