Missioni Consolata - Dicembre 2009

MISSIONI CONSOLATA to negli Stati Uniti, Europa, Libano, Siria,Argentina. D opolaguerra,nel1918,gli ar- meni ottengono l’indipen- denza sullo stesso territorio che praticamente occupano oggi (la Turchia si è ripresa tutta l’Armenia occidentale che aveva perso nel 1878 contro i russi).Durerà poco, nel 1922 inizia l’annessione sovietica: Armenia,Georgia e Azerbaijan sa- ranno unificate nella Repubblica so- cialista transcaucasica. Nel 1936 diverranno tre repubbli- che socialiste sovietiche, è in questo periodo che si originano quei disa- stri etnici, che perdurano a tutt’oggi, grazie alle strategie del divide et im- pera che Stalin come Commissario delle Nazionalità imporrà.Non si pensi che la Georgia,patria di Stalin e Beria, abbia avuto trattamenti fa- vorevoli, la repressione anzi è stata particolarmente dura. L’Armenia trova una momentanea tranquillità dopo la drastica espe- rienza del genocidioma con la mor- te di Lenin e l’inizio delle grandi pur- ghe staliniane torna un periodo di terrore: decine di migliaia di armeni furono deportati in Siberia o am- mazzati, in particolare è la Chiesa ar- mena a subire la massima repressio- ne perché appunto centro dell’iden- tità popolare. Con la morte di Stalin nel 1953 ini- zia un periodo di stabilità e forte crescita economica, l’Armenia di- venta un centro industriale di pri- maria importanza nel sistema del- l’Urss (la repubblica più industrializ- zata rispetto alle piccole dimensioni).Vi arrivano risorse da tutta l’Unione per essere qui trasfor- mate e riesportate verso tutte le re- pubbliche: tessile, vetro, chimica, meccanica (in particolare elettrica), gomma sintetica, alimentare. Q uandol’Ursscominciaavacillare, neglianni‘80,riemergonole ri- valità etnicheedildissensover- so il sistema(importanteanchelepro- teste controidisastriambientalidi un’industrializzazioneesasperata);e- splode ilproblemadel Nagorno-Kara- bach, enclaveautonomaamaggio- ranza armenacheStalinassegnòall’A- MC DICEMBRE 2009 27 zerbaijan nel 1923. L’incapacità di Gorbacev di gestire la situazione ali- menta i movimenti per l’indipen- denza mentre con gli azeri lo scon- tro è quasi aperto: nel gennaio 1990 quasi tutti i 200.000 armeni di Baku (capitale azera) furono praticamente obbligati a spostarsi in Armenia e nel maggio dello stesso anno viene istituito il Nuovo esercito armeno come forza di difesa separata dall’Ar- mata rossa. Nel 1991 l’Unione Sovietica implo- de e l’Armenia è tra i primi a dichia- rare l’indipendenza. Le questioni etniche in Caucaso e- splodono (Ossezia,Abkhazia, Kara- bach), tra Armenia e Azerbaijan è guerra.Gli armeni praticamente vin- cono e si annettono il Karabach, la minoranza azera è costretta ad an- darsene. Per protesta nel 1993 la Turchia chiude i propri confini con l’Armenia, che rimane isolata sia ad est che ad ovest da ogni tipo di ap- provvigionamento: viene a mancare tutto, idrocarburi in primis. Nel 1994 l’Oscemedia un cessate- il-fuoco che dura a tutt’oggi, non esi- ste una pace (30.000morti ed unmi- lione di rifugiati). Gli armeni per questo complesso di circostanze soffrono una crisi du- rissima. Il crollo dell’Unione Sovieti- ca stravolge un sistema dipendente più che da qualsiasi altra parte dalla pianificazione. Dall’indipendenza si sono succe- duti tre presidenti - LevonTer-Pe- trossian (1991-98), Robert Sedraki Kocharyan (1998-2008) e l’attuale Serzh Azati Sargsyan - con elezioni sempre problematiche e violenze (nel 1999 un’opposizione vincente è stata eliminata da un oscuro attenta- Gyumri: edifici in costruzione accanto ad altri distrutti dal terremoto del 1988. In alto: autisti di auto e di carrozzelle in attesa di clienti.

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