Missioni Consolata - Settembre 2009

Kazungu, ci confida che in passato si raccontava che un albino non può morire,ma solo scomparire. Inoltre, secondo Kassim, che è lui stesso al- bino, è spiacevole constatare che per certe famiglie, avere un figlio al- bino è una vergogna a tal punto che si vuole dimenticare la sua esistenza. UNORRORE IMPORTATO Ma da dove viene questo recente fenomeno di uccisione degli albini? Nella vicina Tanzania gli stregoni utilizzano gli organi e le ossa degli albini negli intrugli portafortuna che, secondo credenze locali, per- mettono ai cercatori di diamanti di trovare le gemme più preziose, mentre i pescatori utilizzano i loro capelli per preparare le esche e pe- scare nel lagoVittoria. Sono dunque gli stregoni spesso i mandanti di questi assassini. Si servi- ranno poi di parti del corpo della vit- tima come capelli, braccia, gambe, e soprattutto il sangue, per preparare delle pozioni che, assicurano, rende- ranno i loro clienti molto ricchi. Dopo una quarantina di omicidi, il governo tan- zaniano ha deciso di reprimere il feno- meno, cercando gli autori dei crimini e fa- T uttoècominciatoverso la finedel mesedi agosto2008.Alcune su- perstizioni arrivatedallaTanza- nia, raccontanochegli albini sonosì portatori di handicap,macheogni par- te del lorocorpovaleoro.Rapidamen- te, levoci si trasformano in fatti.L’8 set- tembre dellostessoannoaNyabitsin- da, inprovinciadi Ruyigi,una ragazzina di 14anni vienesgozzatadadue indi- vidui. Questo assassinio è come lo sparo di partenza. In tutto il paese inizia la caccia agli albini.Almeno altri tre bambini sono ammazzati in diverse province. Gli albini non sono più sicuri nelle loro località.Terrorizzati sentono la loro vita costantementeminacciata. Inmolti decidono di lasciare il loro domicilio e andare a vivere nei capo- luoghi di provincia dove c’è qualche garanzia in più di sicurezza.Alcuni partono soli, altri con la famiglia o con unmembro della stessa.Altri cambiano radicalmente regione. A Ngozi sette albini vanno a vivere nel capoluogo,mentre a Ruyigi sono in 23. Le famiglie sono distrutte e chi ancora va a scuola è costretto ad abbandonare la propria classe, con il rischio di perdere l’anno.Godefroid Hakizimana, albino di 27 anni, spo- sato e con un figlio di due anni ha la- sciato la sua famiglia, spiegando che: «Sento che alla lunga sto diven- tando una minaccia per i miei cari, anche se questi assassini cercano solo le persone come me». DISCRIMINAZIONI Un albino nella società burundese è visto come un essere conmolti di- fetti, per il fatto che il suo handicap sia così visibile: la pelle. Per questo motivo una vecchia pratica è sem- pre nelle credenze di un burundese: quando vedi un albino si dice una preghiera, sputandosi sul cuore e chiedendo di nonmettere mai al mondo degli albini.Un’altra super- stizione recita che non bisogna mai guardare negli occhi un albino, altri- menti si rischia di avere dei figli con questo problema. Per Liduine Nyamushirwa, storica, di superstizioni ce ne saranno sem- pre, ma quello che è sicuro è che in passato «Un albino era considerato come un individuo qualsiasi. È vero che il suo aspetto fisico sem- brava strano,ma i nostri antenati a- vevano capito che tutti i bambini vengono da dio, Imana , e che nessu- no aveva il diritto di togliergli la vita con il pretesto che il colore della sua pelle è diversa dalla nostra». Secondo la studiosa: «Il Burundi tradizionale era una società che ri- spettava la vita degli innocenti e che non accettava assassini ed altre pra- tiche di carattere criminale».All’epo- ca degli antenati un albino era con- siderato alla stregua di ogni altro es- sere umano. Essi avevano capito che si trattava di una malformazione cu- tanea, per cui si spalmava la loro pelle con burro per proteggerla dai raggi solari. «Posso anche affermare che gli antichi non hannomai creduto che il corpo o il sangue di un albino a- vesse dei poteri magici», continua. Ricorda che durante la sua infan- zia, la famiglia aveva per vicina una donna albina, di nome Kabura. Spes- so lei chiedeva a sua madre perché la vicina era «bianca» e la risposta era che il colore della pelle non le impedisce di essere bu- rundese. Ciononostante il presidente dell’as- sociazione Albini senza frontiere (Asf ), Kassim MISSIONI CONSOLATA Pagina precedente: tipico paesaggio burundese. A fianco: bimbo albino del Burundi.

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