Missioni Consolata - Settembre 2009

MISSIONI CONSOLATA MC SETTEMBRE 2009 31 chewhelle (radio internazionale tedesca), ecc. Non esiste una copertura radio lo- cale. Da qui la difficoltà a imposta- re la formazione su esempi di fatti locali coperti da cronache locali. DEONTOLOGIA: QUESTA SCONOSCIUTA A osservarli, questi giornalisti, alcuni di loro non hanno ancora l’Abc del mestiere d’informatore. Quest’ultimo si può senz’altro classificare tra quelle professioni che hanno un impatto diretto sul- la società. Ha le sue regole, la sua deontologia e la sua etica. Non necessita di molti diplomi, ma della volontà di darsi e, inoltre, occorre avere un po’ di vena gior- nalistica nel sangue. A nulla serve installare degli studi radiofonici: senza la volontà degli uomini dei media, niente può fare avanzare o muovere la società. Ecco qualche esempio che ci fa vedere come la radio comunitaria non sia percepita come un vetto- re di sviluppo in questa parte del- l’Est del Ciad. Ho assistito più vol- te a presentatori di notizie che al momento della trasmissione han- no detto: «Spiacenti, questa sera non ci sarà il radio giornale», sen- za capire che un gesto simile è passibile di licenziamento diretto. Altri giornalisti decidono la fine nalistici come l’indagine e l’in- chiesta facciano parte della for- mazione, ci sono delle tematiche che non sono mai affrontate in queste radio. I grandi soggetti co- me l’appropriazione indebita de- gli aiuti, soldi o viveri, destinati ai rifugiati, le violenze su minoren- ni così frequenti e altri crimini, so- no assenti dalle trasmissioni. Questo dimostra che la nozione di stampa come «quarto potere» è ancora lontana in queste radio comunitarie. Nell’Est del Ciad, i fatti relativi a certe persone dell’amministrazio- ne di base o di certi responsabili di Ong possono invece alimentare la stampa sensazionale per mesi. L’INFORMAZIONE UTILE PER IL PUBBLICO Nonostante tutto, per me è una nuova esperienza quella del «giornalismo umanitario». Cerco di mostrare ai giovani giornalisti che la radio è il solo mezzo di cui dispone questo mondo di rifugia- ti e sfollati per fare sentire la pro- pria voce. È vero che in un contesto anco- ra fragile di tensioni politiche e in- tercomunitarie, occorre evitare soggetti che producono frizioni. L’importante è che i giornalisti possano sapere sempre dove si trova l’informazione utile per il proprio pubblico. In Burundi è il contrario. Radio private come la mia, Isanganiro , denunciano sistematicamente, ogni giorno, le derive del potere. Per questo motivo giocano un grande ruolo nello sviluppo della società e sono sempre a fianco del semplice cittadino per fare ri- spettare i suoi diritti. ■ delle trasmissioni anticipata. In breve, alcuni considerano il me- stiere dell’informatore come mol- to semplice, come quello del ven- ditore di frutta e verdura (senza nulla togliere ai commercianti), che può decidere lui stesso quan- do andare a vendere e può chiu- dere ancor prima di aver termina- to tutto il prodotto. Abbiamo più volte sentito gior- nalisti reclamare delle ore sup- plementari, altri dire ad alta voce che il giorno di ferie è sacro e so- no contenti perché non metteran- no piede alla radio. INTERMEDIARIO UMANITARIO Poco a poco i neo-giornalisti tro- vano il ritmo di lavoro della radio comunitaria. Iniziano a capire che sono gli intermediari tra le fonti d’informazione e il pubblico che è, in questo caso, essenzialmen- te composto da rifugiati e sfolla- ti. Il lavoro del giornalista rientra, in questo caso, nell’ambito uma- nitario. Il reporter è presente dove le Ong distribuiscono viveri o sensi- bilizzano per l’igiene e la gestio- ne dei rifiuti, ma partecipa anche alle riunioni di coordinazione o di sicurezza delle Ong internaziona- li e delle agenzie delle Nazioni Unite presenti sul posto. Nonostante i grandi generi gior- T ASSO ALFABETIZZAZIONE 26% (2006) N. TELEVISORI 2% famiglie (2005) N. EMITTENTI RADIO una ventina N. COMPUTER OGNI 1.000 PERSONE 1,6 (2005) I NTERNET OGNI 1.000 PERSONE 4,1 (2005) I NDICE DI SVILUPPO UMANO , I SU 170 su 177 (Pnud, 2008) Ciad

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