Missioni Consolata - Settembre 2009

«Immorale la corsa agli armamenti» L’ 8 aprile 2009, le Commissioni difesa di Camera e Se- nato hanno approvato in via definitiva l’acquisto di 131 cacciabombardieri da combattimento, denomi- nati F35. Il programma di spesa per il completamento del- l’acquisizione dei velivoli si aggira attorno ai 15 miliardi di euro: vale la pena sottolineare che questa spesa è stata sancita due giorni dopo il terremoto dell’Abruzzo! Nel pro- getto sono coinvolti diversi paesi (Usa, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Turchia, Canada, Olanda, Danimarca, Nor- vegia) che oltre amettere i capitali per la costruzione degli aerei, si attiveranno per produrre in loco , nei rispettivi si- stemi industriali,parti e componenti diversi degli aerei che verranno assemblati come atto finale a Cameri (Novara). La Commissione diocesana Giustizia e Pace rinnova per- tanto l’attualità dell’appello formulato nel gennaio del 2007 a nome dei vescovi del Piemonte, da mons. Fernan- do Charrier, vescovo di Alessandria e presidente della Commissione regionale piemontese per la Pastorale so- ciale e del lavoro, e mons. Tommaso Valentinetti, arcive- scovo di Pescara-Penne, presidente di Pax Christi Italia. In tale appello si legge: «Desideriamo riaffermare, come co- munità cristiana, la necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra». Per questo crediamo sia importante promuovere una maggior conoscenza di ciò che significa la corsa agli ar- mamenti e di conseguenza attivare tutti i canali a nostra disposizione per aiutare la comunità cristiana a riflettere su un tema delicatissimo, coinvolgendo nel contempo an- che la più vasta opinione pubblica novarese. Già nei giorni immediatamente successivi alla delibera parlamentare, autorevoli istituzioni ecclesiali e prestigiose testate cattoliche mettevano in evidenza la contraddizio- ne di questa scelta: mentre l’azione di governo era rivolta a far fronte al dramma del terremoto e la generosità degli italiani si trasformava in sostanziosi contributi da devolve- re a chi aveva perduto tutto, si decideva di acquistare i cac- ciabombardieri con una cifra che da sola sarebbe stata sufficiente alla ricostruzione degli edifici distrutti in A- bruzzo. La medesima somma basterebbe a mettere in si- curezza metà delle scuole italiane, oppure garantire la produzione di otto milioni di pannelli solari, generatori di energia pulita per gran parte della popolazione italiana. L a Commissione diocesana Giustizia e Pace è interve- nuta a più riprese negli anni scorsi su questo tema; basti ricordare l’articolata presa di posizione presen- tata durante la veglia per la pace al Monte Mesma (Nova- ra) del 2006/07; lo stesso mons. Renato Corti si è espresso inmaniera inequivocabile contro il commercio delle armi e la corsa agli armamenti in diverse occasioni, non ultima la toccante omelia del 28 aprile scorso, durante la santa messa, celebrata presso la parrocchia di San Giuseppe in Novara, in suffragio delle vittime del lavoro: «Ai fedeli laici il vangelo affida un compito grande: quello di essere, in campi come quelli dell’economia,dell’impresa,del lavoro, artefici di un mondo nel quale si possa dire che all’uomo e alla sua dignità viene riconosciuto il primo posto. E ri- chiede a livello culturale e politico di essere promotori di unmondo di pace,dove il fiume di denaro che viene indi- rizzato al commercio delle armi e alla guerra, venga de- viato verso opere concrete in favore dell’educazione, del- la salute,di un reddito pro capite sufficiente a una vita de- corosa e serena». In questa linea andava l’insegnamento di Giovanni Pao- lo II, che definiva la corsa agli armamenti immorale, non solo perché tesa a costruire strumenti di morte,ma anche e soprattutto perché essa sottrae risorse preziose che po- trebbero essere utilizzate in maniera più proficua per lo sviluppo dei popoli. Liberamente tratto da una dichiarazione della Commissione diocesana Giustizia e Pace Novara «F35? NO GRAZIE!»

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=