Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2009

DOSSIER 48 MC LUGLIO-AGOSTO 2009 tere. Ma io, come gli altri, quando ho scelto la via illegale dell’obie- zione di coscienza, e non quella medica (l’esenzionedopo aver so- stenuto una visita psichiatrica per cui si veniva considerati alla stre- gua di “pazzi”, ndr ), l’ho fatto per- ché ero stufo di mentire a me stes- so sulle azioni del mio esercito. Per questo ho rifiutato e sono di- ventato attivista per la pace» chia- risce con voce risoluta Noam. M a non c’è solo l’associazio- ne Courage to refuse nel- l’universo dei coraggiosi obiettori israeliani: sono almeno altri tre (ognuno con il proprio si- to internet anche in inglese, vedi link sotto) i gruppi molto attivi nel sensibilizzare la gente sull’impor- tanza di non combattere nelle operazioni militari volte a raffor- zare l’occupazione dei Territori palestinesi. C’è, infatti, Breaking the silence (rompere il silenzio), organizza- zione di veterani dell’esercito na- ta nel 2004. Essa si occupa di provvedere un’informazione più trasparente possibile su quanto accade nei Territori. In particolare, gli attivisti di Breaking the silence raccolgono testimonianze dei sol- dati dal fronte, che poi pubblica- no ogni anno in un report omoni- mo, per far capire l’assurdità del- le azioni militari israeliane e l’altro prezzo morale che la popolazione continua a pagare, mandando a combattere giovanissimi in situa- zioni la cui violenza porterà loro traumi successivi. Un altro gruppo molto noto an- che all’estero, Italia compresa, è Combatants for peace (combat- tenti per la pace), la cui particola- rità è la presenza di entrambi gli «schieramenti»: da una parte sol- Un soldato controlla la zona abitata dai coloni ebrei nella città di Hebron. A destra in alto: l’obiettore di coscienza israeliano tenente Noam Livne e Arik Diamant, ex paracadutista, ora direttore del movimento «Courage to refuse». A destra in basso: Eyal Hareuveni, obiettore attivo nell’organizzazione «Yesh Gvul» («C’è un limite») e il pilotaYonatan Shapira, obiettore di coscienza dal 2002, quando rifiutò di attaccare i territori palestinesi.

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