Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

studiava sistemi di irrigazione che potessero garantire alte prestazioni del terreno. L’India indipendente, con la sua nuova classe dirigente, ha adottato le stesse strategie ed è così che il paradigma delle «Grandi di- ghe» si dipinge ancora oggi come la soluzione a tutti i problemi di natura U na vasta pianura irrigata e fertile, villaggi di agricoltori occupati nella raccolta di canna da zucchero, bufali dalle cor- na dipinte, cotone e ortaggi, pepe- roncini in essicazione al sole,man- drie di bovini liberi al pascolo. India centrale, la verde pianura del Nimar, una regione nello stato del Madhya Pradesh.Con il piccolo fuo- ristrada di alcuni amici ci stiamo diri- gendo verso alcuni villaggi lungo le rive del fiume Narmada.Ogni tanto ci fermiamo a scambiare due chiac- chiere con i contadini, che generosa- mente ci offrono pezzi di canna da zucchero e alcune varietà di cetrioli. L’autista del fuoristrada è Alok A- garwal, da molti anni attivista del Narmada Bachao Andolan (Nba), un grandemovimento che si batte per fermare la costruzione di enormi di- ghe sulla Narmada. E questi contadi- ni sono i proprietari e gli abitanti delle terre, campi e villaggi destinati ad essere sommersi dai reservoirs delle dighe. I progetti di sfruttamento delle ac- que di questo grande fiume, che sor- ge nell’altopiano di Amarkantak e percorre più di 1.300 kmper poi sfo- ciare in Gujarat, risalgono a più di un secolo fa. Già negli ultimi decenni dell’epoca coloniale, il governo inglese era go- loso del fertile terreno del Nimar e 68 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 energetica e idrica del paese. Negli anni ’40 viene inaugurato il Narmada Valley Project , diretto at- tualmente da un’impresa fondata dal governo di Delhi, la National Hy- droelectric Power Corporation (Nhpc) (1). Il suo compito consiste nell’individuare la sede idonea e poi passare alla costruzione di più di 30 Grandi dighe lungo il corso principale del fiume e circa 3.200 dighe più basse, distribuite fra la Narmada e i suoi affluenti. Dagli anni Quaranta il fiume Narmada è oggetto di attenzione da parte delle autorità indiane, che vogliono sfruttarne le acque per l’irrigazione e la produzione di energia. Ma il progetto è contestato dalle popolazioni locali. I (presunti) benefici delle dighe sulla Narmada non giustificano villaggi sommersi, intere comunità sradicate, cambiamenti orografici e climatici. A questo incredibile movimento civile di lotta ghandiana in molti guardano con ammirazione. Pubblico e privato / Le dighe e i contadini di Daniela Del Bene DIRITTI SOMMERSI (DALLE ACQUE DEL PROFITTO) INDIA Il principale tempio di Omkareshwar e l’omonima diga, che dista soltanto 2 kmamonte. Pagina accanto: manifestazione Nba a Bhopal.

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