Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

MONOGRAFIA / Diritti & rovesci forzata o discriminazione. «Questa regione è fondamentale per il paese, - afferma Guangchen, studente han di Kashgar ma le cui origini sono nel- la regione del Gansu (19),davanti a un fumante piatto di jiaozi (20) - of- fre uno sbocco diretto sui mercati centroasiatici e costituisce una zona cuscinetto che ci separa dalle steppe dell’Asia Centrale». Sembra che l’an- tica paura imperiale non sia svanita del tutto. La Cina inAfrica: sviluppo e diritti umani Li Peng,presidente del Congresso nazionale del popolo fino al 2003 e braccio destro di Jiang Zemin fino al 2002 (21),davanti alla Commissione consultiva Asia-Africa riunitasi a Pe- chino nel marzo del 1990,dichiara: «A nessun paese è permesso impor- re il suo volere sugli altri (...). Interferi- re negli affari interni dei paesi in via di sviluppo,perseguire il potere poli- tico in nome di“diritti umani, libertà e democrazia”è sbagliato». Il riferi- mento alle politiche neocoloniali delle potenze dell’Occidente è indi- retto, ma chiaro.Questa linea politi- ca, ribadita all’indomani del massa- cro di Tiananmen, viene seguita tut- tora nei rapporti con l’Africa, e solleva critiche e perplessità proprio in relazione alla rapida espansione cinese in questo continente. Il ministro degli Esteri dello Zam- bia, durante una sua visita a Pechino nel 1993, afferma che «se parliamo di paesi in via di sviluppo, i diritti u- mani fondamentali sono il diritto di sussistenza e allo sviluppo».HeWen- ping, direttore del Dipartimento di Studi africano dell’Accademia di scienze sociali di Pechino, conte- stualmente specifica: «Non credia- mo che i diritti umani debbano an- dare oltre la sovranità nazionale (...). Abbiamo una diversa visione rispet- to agli occidentali,mentre i paesi a- fricani condividono la nostra posi- zione». Queste le dichiarazioni ufficiali che accompagnano il rapido sviluppo dei rapporti tra Cina e paesi africani: la locomotiva del commerciomon- diale ha fame di risorse, l’Africa,da questo punto di vista, è un tesoro i- nestimabile. Dal 1989 al 1997 il com- mercio sino-africano vede un au- mento del 431%,mentre tra il 2002 e il 2003 l’interscambio cresce del 50%.Dal 2004 il capitale cinese inve- stito in infrastrutture supera quello totale investito dai paesi dell’Ocse. In Africa la Cina è presente a tutti i livel- li: la piccola attività familiare in cui si vende di tutto si affianca alle grandi compagnie petrolifere e di costru- zioni statali. L’errore in cui spesso ca- diamo osservando la situazione da fuori è quello di ritenere il governo cinese come qualcosa di monolitico il cui controllo sull’operato dei citta- dini è pressoché totale.Mentre que- sto si verifica efficacemente in situa- zioni interne come quella del Tibet e del Xinjiang, non è così per quello che accade all’estero.Durante le visi- te ufficiali nel continente africano i leader cinesi, utilizzando uno scarno linguaggio diplomatico, invitano i propri cittadini a «comportarsi re- sponsabilmente», per richiamare al- l’ordine quelle piccole società che o- perano al di fuori dei meccanismi governativi, andando contro regole e sanzioni. I media occidentali si interrogano e criticano la violazione dell’embar- go sull’esportazione delle armi in Sudan, il fatto che le imprese cinesi non creino posti di lavoro poiché portano i propri operai dalla Cina, procedure non trasparenti di affida- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 65 A lleportedell’eventoolimpicoLiuShaowu,direttoredel dipartimentoper la sicurezzadella Commissione organizzatrice dei Giochi, ha dichiarato pubblicamente, con annuncio uffi- ciale, cheduranteleOlimpiadisarebberostatepermessemanifestazioniedimostrazionididis- senso. Si erapensatoche la «democrazia concaratteristiche cinesi» tantosbandieratadalla re- toricadi governostessecominciandoa sortire i primi effetti.Successivamenteè statospiegato chedimostrazioni emanifestazioni sarebbero statepermesse,previa autorizzazionedi polizia eautoritàmunicipali,esclusivamentenei parchi dellacapitaleShijie,ZizhuyuaneRitan.Il prov- vedimento era in lineaconquantodichiara il prof.YuKeping,docentedel Centroper le riforme di governodell’Universitàdi Pechino: «InCina la società civilenascegrazie al governo,e cresce guidata dal governo».Secondo i dati di Human Rights in China (HRIC), il governo ha ricevuto 77 richieste di autorizzazione per organizzare manifestazioni di protesta. Non una di que- ste è stata accettata, in più,Wu Dianyuan andWang Xiuying sono stati condannati a un an- no di reclusione in un RTL ( Reeducation-Through-Labor , campo di lavoro) per aver ripetuta- mente presentato le loro domande alle autorità.HRIC denuncia inoltre che quei giornalisti che hanno tentato di scrivere sulla situazione dei diritti umani, delle tensioni etniche e del disagio socialehanno subito intimidazioni e sono statimaltrattati dallapolizia, inalcuni ca- si infastiditi,detenuti o addirittura picchiati. HumanRights inChina , Amnesty International , HumanRightsWatch hannoportatoavanti im- portanti campagne per i diritti umani collegate alleOlimpiadi: il Piano d’azione firmato nel 2002dal ComitatoorganizzatoredelleOlimpiadi prevedevauna seriedi azioni dapartedel governopermigliorare lasituazionenel paese,ma,«Lasituazione,a livellodi governo,èpeg- giorata - spiegaNicholasBequelin -,possiamovederedeimiglioramenti all’internodellaso- cietà». Olimpiadi 2008 e diritti umani

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=