Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

Ma perché i genitori non registra- no i propri figli? Esistonomolteplici ragioni che si sovrappongono e si intersecano, complicando la situazione. In certe regioni del paese la tradi- zione vuole che le madri non lascino la casa durante i primi mesi di allat- tamento. Inoltre, secondo alcune credenze, la registrazione attirereb- be la sfortuna e potrebbe anche portare alla morte del bambino. Si è anche verificato che gli uffici di stato civile si trovano prevalente- mente nelle città e non sono quindi in prossimità della maggior parte della popolazione (oltre l’80% della gente abita in campagna). Per regi- strare un figlio le famiglie che vivo- no in zona rurale devono effettuare lunghi e costosi viaggi. Molto spesso questi uffici non hanno tutti i materiali necessari: le vecchie macchine da scrivere sono rotte o non hanno inchiostro, i for- mulari da riempire sono esauriti. I genitori non capiscono l’impor- tanza di avere un atto di nascita, pri- ma di avere la necessità di portare il figlio in ospedale o che questi deb- ba iniziare la scuola. «Quando un bambino nasce, alla maternità di villaggio o all’ospedale, si deve subito fare una“dichiarazio- ne di nascita”che serve poi per effet- tuare la registrazione.Ma questo spesso non succede, sia perché le nascite avvengono a casa, sia perché il papà non porta la dichiarazione al- l’ufficiale di stato civile» spiega An- toine Raogo. «Ma quello che i genitori non di- menticanomai è di far battezzare il bambino per dargli un nome.All’ini- zio della catena ci sono quindi i re- sponsabili religiosi. Primo fra tutti è il chef coutumier (capo dei riti tradizio- nali, ndr ) del villaggio, al quale viene subito presentato il neonato. Poi, a seconda se la famiglia è cattolica, protestante e omusulmana, inter- vengono il catechista, il pastore o l’i- mam. Questo si fa sistematicamen- te, una settimana dopo la nascita». Cambiare lamentalità Il progetto dei comuni italiani, chiamato «Ne y beoogo Burkina» (buongiorno Burkina, in lingua loca- le) è co-finanziato oltre che dagli stessi comuni, dalla Regione Pie- monte. Si intende operare per «cam- biare la mentalità della gente, creare MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 55 pure sono minacciati dappertutto. Anche il diritto a vivere in pace ed essere felici è minacciato dagli squi- libri mondiali». E continua: «Quindi il piccolo co- mune oggi non può ragionare solo localmente.Questa è la grande le- zione imparata dal sindaco Giorgio La Pira o da Ernesto Balducci: le città devono superare i confini territoriali, le logiche di campanile. Per ammini- strare un comune devi essere un po’ strabico, guardare il tuo territorio ma allo stessomodo il mondo, per- ché le sorti dei popoli sonomolto più collegate tra loro rispetto al pas- sato». Un progetto pilota In Burkina Faso la situazione è allar- mante, soprattutto nelle zone rurali, dove le statistiche parlano di due terzi di neonati non registrati.Questi bam- bini anonimi sonomolto vulnerabili a tutti i tipi di abuso e nonpossonobe- neficiare dei loro diritti fondamentali. Per questomotivo lo Stato ha reso gratuita la registrazione se avviene entro 60 giorni dalla nascita.Passato questoperiodo, il processoper regi- strarsi diventa lungo e costoso,so- prattuttoper chi vive nelle campa- gne. MONOGRAFIA / Diritti & rovesci Sopra: segretaria prepara certificati di nascita. Sotto: incontro di lavoro all’ufficio anagrafico. Daneo del Cocopa (sinistra), Renato Marando, assessore a Nichelino (centro) con la direttrice affari generali del comune burkinabè (destra).

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