Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

MONOGRAFIA / Diritti & rovesci L’azione terroristica è comunque sempre finalizzata a uno scopo poli- tico omilitare.Ottenere un vantag- gio, istillando paura nella popolazio- ne civile e, al limite, nelle stesse trup- pe combattenti del nemico;ma il terrorismo è pratica che coinvolge direttamente, in primo luogo, le po- polazioni civili di nazioni in guerra: contro un nemico esterno o, appun- to, interno. In tal senso terrorismo e antiterrorismo si intrecciano stretta- mente, diventando pressoché ine- stricabili, in un rapporto di causa/ef- fetto dove effetto e causa si sovrap- pongono, si ribaltano, si inseguono. Fin dai tempi di Roma Anche il terrorismo ha una storia antica, che precede la stessa fase detta del «Terrore», appunto, in seno agli sviluppi della Rivoluzione fran- cese. I romani a Cartagine,per esem- pio, o in altre impresemilitari, nella storia della Repubblica come in quella imperiale, esercitarono azioni di tipo terroristico, volte a scoraggia- re una volta per sempre il nemico, togliendogli qualsivoglia velleità di ripresa.Per venire a tempi più prossi- mi, nella strage degli ugonotti prote- stanti da parte di bande armate cat- toliche (la terribile Notte di San Bar- tolomeo in Francia: 23-24 agosto 1572); o nella violenza eversiva dei narodniki russi del tardo Ottocento; o nella varia azione fatta eminente- mente di attentati dinamitardi, che miravano a colpire i civili,di gruppi ebraici prima della fondazione dello stato di Israele ( Menahin Begin fu uno dei principali terroristi, come d’altro canto terrorista fu Yasser Ara- fat : ma se il primo uccideva per dare uno stato agli ebrei, sottraendo terra e beni a un popolo; l’altro combatte- va per difendere il diritto di quel po- polo a rimanere padrone nella sua patria, la Palestina)... Roma, Francia, Russia, Palestina-I- sraele: in tutti questi episodi della storia si sono visti momenti in cui si è dispiegata la logica del terrore. Baschi, ceceni, tamil, (... ): terroristi a chi? È comunque il secolo XX quello che ha visto pienamente dispiegarsi tale logica, con un crescendo negli ultimi anni, se è vero che soltanto nel 1997 un testo dell’Onu introduce il termine,per esprimere condanna; e soltanto nel 1979 (dopo il delitto Moro) la legislazione italiana lo acco- glie, rubricandolo come reato.Oggi, il terrorismo,per l’effettomediatico che gli è connesso, che gli viene con- cesso, e che del resto è implicito nel- la sua azione, è ormai, sempre, feno- meno a carattere internazionale e MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 25 T ratuttigli ismi della politica, «ter- ror ismo » è uno dei più sfuggen- ti, del quale gli specialisti - poli- tologi, giuristi, filosofi, storici - non riescono a proporre un’identificazio- ne chiara, netta e univoca.Gli stessi esperti dell’amministrazione Usa, in documenti ufficiali, confermano tale incertezza, e propongono, nondime- no, una loro definizioneminimalista: «terrorismo significa violenza pre- meditata e politicamentemotivata esercitata contro bersagli non-com- battenti da parte di gruppi sub-na- zionali o di agenti clandestini, nor- malmente destinata a influenzare un pubblico». Dietro la logica del terrore: stati,gruppi, individui In questomodo dal terrorismo ri- mane esclusa la violenza di stato , quella perpetrata dalle grandi po- tenze, a cominciare dagli stessi Stati Uniti d’America, con le sue agenzie speciali (in primo luogo, la Cia), con i comandi supremi delle forze armate o con enti distaccati, sempre gestiti dal comando politico della nazione. Quando nel 2001Washington, con la motivazione di colpire l’«Internazionale del Terrore», e dare la caccia a Osama bin Laden, avviò la campagna d’Afghanistan, tuttora in corso, le diede il nome di shock and awe , ossia «colpisci e terrorizza». Es- sa era una risposta terroristica a un atto terroristico: l’attacco alle Torri Gemelle di NewYork,dell’11 settem- bre (episodio-clou del terrorismo moderno, su cui peraltro si è fatta si- nora scarsissima luce, aprendo per- ciò la via a ricostruzioni magari fan- tasiose, ma plausibili, assai diverse dalla versione ufficiale). Esiste dunque terrorismo degli Stati, terrorismo dei gruppi, e terrori- smo degli individui.Molte delle azio- ni eclatanti del terrorismo negli ulti- mi anni sono dovute a singoli: il ka- mikaze che si fa esplodere nella folla alla fermata d’autobus, o davanti alla caserma di polizia; o il decisamente più vile individuo che lascia la borsa imbottita di plastico in un deposito bagaglio,mettendosi in salvo,prima che esploda; o ancora chi minaccia di inquinare con pozioni venefiche interi acquedotti o simili, ovvero chi sequestra un aereo trasformandolo in arma di distruzione di massa… Sopra: attentati in Pakistan dopo l’uccisione di Benazir Bhutto; l’ultimo risale al 20 settembre 2008. Pagina precedente: soldati Usa preparano una recinzione.

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