Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

16 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 STORIA ED EVOLUZIONE cipali stati europei o dall’Unione eu- ropea (si pensi, ad esempio, alla re- cente «direttiva rimpatri»),quando nella culla dei diritti universali si pre- senta una «semplice» persona uma- na i diritti umani vengono negati o limitati. La libertà personale cede al- le esigenze di trattenere (detenere) l’«irregolare» o il sospetto terrorista, i diritti sociali (salute, istruzione) ven- gono garantiti solo nel minimo, quando non si richiede,per conce- dere la residenza, la dimostrazione di non averne bisogno. Nuovi fattori escludenti La cittadinanza, una volta concet- to emancipante, oggi si rivela un po- tente fattore di discriminazione ed esclusione nel godimento dei diritti. L’eguaglianza nella titolarità dei di- ritti, l’astrattezza universalizzante della persona umana naufragano nella diseguaglianza delle cittadi- nanze, nella concretezza particola- rizzante ed escludente dei confini. D’altro canto, la soluzione non è nell’attuale globalizzazione, come forma di superamento della sovra- nità nazionale, in quanto, allo stato attuale, essa si presenta, come detto, più come un attacco ai diritti, che co- me una loro garanzia mondiale, co- me una globalizzazione dei profitti e dei privilegi, non dei diritti, con la conseguenza che la morsa della so- vranità sui diritti non si allenta,ma si somma alla stretta delle tenaglie dei profitti economici elevati a legge (di fatto) mondiale. La presa di coscienza delle ambi- guità, dellemancanze e degli abusi dei diritti, il loro essere ad un tempo «veleno e cura» ( Pitch, L’antropologia dei diritti umani,1995 ), legati alla «de- culturazione del pianeta e all’impe- rialismo sotto tutte le sue forme», ma anche al «sogno di una città e- mancipata dove tutti gli uomini a- vrebbero il loro posto e della quale ciascuno sarebbe un libero cittadi- no» ( Latouche, L’occidentalizzazione del mondo,1992 ), è utile per non ca- dere in una ingenuità buonista e vi- sionaria, senza che ciò conduca ad arrendersi ad un pessimismo para- lizzante. Occorre prendere sul serio i diritti,promuoverne una universalità non imperialista, crearemeccanismi di tutela effettivi, ovvero sviluppare il loro potenziale emancipante,difen- dendo quella che è una grande con- quista del Novecento: l’inscindibilità di libertà ed eguaglianza, la centra- lità della giustizia sociale e dei diritti sociali. ■ assunta dalla crociata,paradigmati- ca dell’utilizzo dei diritti umani quale maschera per coprire interessi eco- nomico-finanziari e/o di potenza. Es- sa distrugge i diritti umani distor- cendone la natura (da strumento di emancipazione della persona uma- na a mezzo di asservimento della stessa) e contiene un’intrinseca con- traddizione: violare i diritti umani in nome dei diritti umani. Se i diritti so- no arruolati quale arma ideologica e di legittimazione dell’utilizzo della forza armata, si perde ogni pretesa di universalità condivisa e divengo- no uno strumento di predominio. Il vuoto, che caratterizza la tutela a livello internazionale, e l’ambiguità, che ricade sui diritti in conseguenza delle loro strumentalizzazioni, sono gli elementi che emergono quando a rivendicare i diritti di chiunque o- vunque si trovi è la nuda persona u- mana. È purtroppo sempre attuale l’osservazione della Arendt ( Le origi- ni del totalitarismo,1967 ): «la perdita dei diritti nazionali ha portato con sé in tutti i casi la perdita dei diritti u- mani». Ed è riferibile anche ai diritti umani quanto Gramsci scriveva sul fatto che la borghesia ad un certo punto della storia ripudia ciò che es- sa stessa ha creato: come dimostra- no emblematicamente le discipline sull’immigrazione adottate nei prin- Una seduta dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a NewYork.

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