Missioni Consolata - Giugno 2008

DOSSIER 44 MC GIUGNO 2008 blemi, e ha trovato un nuovo schema di credito che sposa la realtà socio-culturale. «La nostra visione è che i pro- duttori non hanno bisogno di soldi ma di servizi. Facciamo tutto in natura e in prestazioni». L’altro anello fondamentale della catena è la Delta agricoltura solidarietà (Deltagrisol), una co- siddetta «centrale di acquisto e fornitura di servizi agricoli». La Deltagrisol funziona come nego- zio di tutto ciò di cui il contadino ha bisogno per coltivare (concimi, sementi selezionate, materiali), e allo stesso tempo fornisce servizi agricoli meccanizzati (dissodare la terra, sistemazione dei canali di irrigazione, ecc.). La terza, im- portante funzione, è quella di for- nire un servizio commerciale, ov- vero aiutare il produttore a ven- dere parte del raccolto. TUTTO IN NATURA La famiglia che ha bisogno di un prestito si rivolge alla Mec Delta. Questa verifica se ci sono le con- dizioni per il finanziamento (lo stato delle parcelle coltivate dai richiedenti, l’accesso all’acqua, e altri parametri). Se l’indagine è positiva, inoltra una richiesta di materiali e prestazioni di servizio alla Deltagrisol e ne paga la fat- tura. I tecnici delle due strutture seguono il produttore nelle varie fasi (anche i concimi e i prodotti, così come le prestazioni, saranno forniti nei momenti opportuni). Una volta realizzato il raccolto, il contadino rimborserà la Mec Delta in natura (ad esempio sac- chi di riso valutati a un prezzo zie solide. Perché la gente non le ha, e noi non abbiamo sempre gli strumenti che occorrono per ri- farci sulle garanzie. Non è una buona via, perché eliminerebbe la maggior parte della popolazione. Ma è anche vero che bisogna rendere sicuro il sistema di credito. Grazie ad alcuni studi abbiamo visto che uno schema adeguato prende in carico i veri bisogni della popolazione. Intanto oc- corre scegliere i buoni produttori: non tutti sono agricoltori, alleva- tori o pescatori. Poi occorre an- dare al di là dell’identificazione delle persone, verificando piutto- sto i siti di coltivazione». La «vicinanza» fisica e culturale ai contadini, ha permesso agli ideatori del meccanismo di capire bene l’attività in tutti i suoi pas- saggi. Quando qualcuno chiede un credito agricolo a una banca, invece, questa non si interessa a dove il contadino lavorerà, che possono essere luoghi con poca acqua o non idonei a una buona produzione. Tutto questo au- menta il rischio di cattiva produ- zione e, in ultima analisi, di man- cato rimborso. Piccoli problemi di questo tipo che occorre conoscere per sapere se l’investimento sarà sicuro. Spiega Mohamedine: «C’è poi la questione dell’acquisizione di concimi e sementi. La banca non si interessa a questo, non dà con- dizioni o indicazioni. Non è un suo problema. Per noi, invece questa fase partecipa a rendere sicuro il credito. Occorre fare in modo che tutti gli impedimenti del sistema di credito siano elimi- nati: che il produttore scelga un buon sito, con suolo sfruttabile, accesso all’acqua e che abbia strumenti di lavoro in buono stato. Poi gli si assicura una forni- tura in concimi regolare, al mo- mento giusto e non dopo. Tutte queste cose fanno in modo che un agricoltore riesca o meno ad avere una buona produzione». NON È TUTTO ORO ... Questa è la teoria, che spesso la Mec Delta riesce a mettere in pra- tica. Ma non sempre: «Abbiamo ricevuto i nostri crediti in ritardo (rispetto alla stagione della se- mina, ndr ) - racconta un agricol- tore del villaggio Saninth - così il equo fissato tra le parti). In questo schema la famiglia contadina non è sola, ma fa parte di un gruppo ( Foyer ) che a sua volta è membro di un’organizza- zione più vasta. Quest’ultima, ol- tre a fornire formazione tecnica e gestionale ai suoi membri, è una sorta di garante per il buon fun- zionamento del meccanismo. Si tratta di una forma di econo- mia comunitaria, studiata dal pro- fessor Enrico Luzzati dell’Univer- sità di Torino (del quale pubbli- chiamo un contributo in questo dossier), che è tra gli ideatori di questo modello chiamato «Distretto cooperativo comunita- rio». «Le forme di scambio econo- mico più utilizzate nella società agricola del Walo sono sempre state lo scambio, con il riso come prodotto di base o di conver- sione, per passare da una merce a un’altra - spiega Mohamedine - un contadino che ha un credito con la sua cooperativa capisce molto meglio: “rimborserai 20 sacchi di riso” piuttosto che una somma di denaro». Si evitano all’agricoltore due passaggi per lui complessi. Primo: il fatto che si ritrovi con una certa somma di denaro e debba procurarsi sementi di qua- lità, concimi, ecc. al momento giusto. Secondo: la «trasforma- zione» della produzione agricola in contanti, per poter rimborsare. CHI GARANTISCE IL PRESTITO? «Pensiamo sia importante, in am- bito rurale, che lo schema di fi- nanziamento non chieda garan-

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