Missioni Consolata - Giugno 2008

MISSIONI CONSOLATA per andare al bagno e chi sbaglia o disobbedisce è punito duramente. Quando sono entrato nel gruppo guerrigliero eromoltomotivato; cre- devo nella loro ideologia politica: raggiungere il potere a ogni costo, perché questo è il solomodo per raggiungere in Colombia certi cam- biamenti, come una vera riforma a- graria... Padre, non so nemmeno se sono battezzato: conmia mamma ho imparato il Padre nostro ...Ma tra i guerriglieri non si pratica alcuna reli- gione; anzi, si predica che la chiesa è il nemico“numero uno”. Io, però ho sempre sentito dentro di me il biso- gno di ricorrere a Qualcuno... E quan- do nei pacchetti di biscotti trovavo le immagini di santi e relative preghie- re, le conservavo avvolte in pellicole di nailon e tutti i giorni invocavo la loro protezione. Tutte le volte che partecipavo a uno scontro con l’eser- cito pregavo perché tutto finisse al più presto, per potere uscire da una situazione che non sentivo piùmia. Sono stato 12 anni nella guerra e la mia salute ora è molto fragile, ho do- lori in ogni parte del corpo.Dopo molte insistenze, ho ottenuto il per- messo di uscire dalle file della guerri- glia; ora posso vivere come un conta- dino qualsiasi di questo territorio. Vi- vo in questo villaggio,ma lavoro in varie fattorie e con il denaro che rice- vo sto cercando di comprarmi una fattoria nella foresta, pagandola a ra- te. Mi dicono di piantare coca,ma non desideromettermi in questo nuovo circolo.Ora vivo anche con una giovane di 26 anni, anche lei è scappata dalla guerriglia, che ho pre- so sotto la mia protezione: sono riu- scito a parlare con i guerriglieri del suo gruppo che me l’hanno affidata. Padre,mi aiuti a rintracciare mia madre: dovrebbe avere circa 50 anni e penso che viva ancora nel mio vil- laggio d’origine, in un’altra regione della Colombia...». È questa una delle tante storie di vita quotidiana in Colombia e nella mia parrocchia. In questo momento stiamo vivendo una pace apparente: non basta far tacere le ar- mi; bisogna recuperare tanti cuori af- flitti e ricucire rotture che ogni guer- ra lascia attorno a sé. «Cristo, nostra pace!» abbiamo pro- clamato e invocato nel tempo pa- squale. L’esperienza di questi mesi mi convince sempre più che è possi- bile incontrare il Cristo risorto anche nelle situazioni più difficili e com- plesse e che, come missionari, è no- stro compito principale farlo risorge- re nel posto in cui viviamo, attraverso la fede e la speranza. Lo sto scoprendo proprio inmezzo a questa popolazione, che è ancora attirata dal miraggio della coca, soldi facili, vita dissipata;ma al tempo stes- so è in cerca di una via di uscita, attra- verso le coltivazioni alternative, come quelle del cacao e caucciù, l’alleva- mento del bestiame e altre iniziative legali che stiamo promuovendo. ■ MC GIUGNO 2008 17 Suor Luz Marina e il fiore dell’«albero della croce». Il «villaggio giovanile Emmaus», centro di accoglienza per studenti di villaggi lontani da Remolino. Padre Casadei con le Suore della Pace.

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