Missioni Consolata - Maggio 2008

MAGGIO 2008 3 L a serie di articoli su droghe e tossicodipendenze proposti nel dossier di questo mese dal dottor Topino e dalla dottoressa Novara, sensibili ed attenti studiosi dei problemi legati all’ambiente e alla salute, interpella da tempo la missione e i suoi agenti. Innanzitutto perché ciò che sa di «globale» sfida il mondomissionario e se c’è un tema con tale caratteristica è proprio questo. La carta geografica colorata pubblicata nella seconda pagina di introduzione al dossier descrive, meglio di tante parole, come il nostro bistrattato pianeta sia diventato anche un « mondo di droghe ». A quella mappa - che evidenzia i paesi produttori di sostanze stupefacenti e quelli che maggiormente le consumano - provate ad associare la car- tina presentata in questa pagina. È la carta delle «frecce impazzite», che illustra il viaggio della droga verso i più floridi mercati, tra i quali, fa pena dirlo, si distingue il nostro bel paese : porti protetti di smercio o scambio dei prodotti, sedi di mafie che hanno il controllo dello spaccio in determinati territori, corridoi privilegiati per il trasporto della droga. Di mondo non contami- nato ne resta davvero poco. I l missionario vive il lungo viaggio della «merce» dal suo inizio, dai villaggi dove cannabis, coca e papaverodaoppiovengonocoltivati. Èpresentenegli anfrattipiùbuidelle«terredimezzo»:nei cor- ridoi dove la droga passa a fiumi attraverso canali di smercio sicuri o nelle baraccopoli alla periferia dellegrandimetropoli, dove ilmarciodelle lamieredellebaracche fada scudoaquellebenpiùbrillanti di SUV con vetri polarizzati di proprietà dei narcos . Accompagna il cammino fino a qui, nel nostro Occidente industrializzato e super-tecnologico, dove narcotraffico e tossicodipendenza segna- no una delle tante frontiere impalpabili della missione di oggi. In questo tragitto, l’annuncio del vangelo passa principalmente attraverso un lavoro di formazione volto a irrobustire la per- sona nella lotta fra coscienza individuale e il dio mercato. È quest’ultimo, infatti, il nemico vero dietro il quale si genera la narco-coscienza, quella sorta di hybris criminale, che si esalta nel mito del denaro facile, che non ha nessun rispetto se non quello garantito dal potere d’acquisto. In tutti questi anni, Missioni Consolata ha più volte incrociato le frecce impazzite delle rotte delinquenziali della droga, raccontando di progetti produttivi alternativi, iniziative di sviluppo sostenibile, programmi di riabilitazione e recupero, ecc. Ha raccontato storie, fotografato luo- ghi e situazioni, inseguendo le frecce nel buio della selva amazzonica, sulle pendici scoscese delle Ande, sugli altopiani asiatici, negli slums di metropoli africane o latinoamericane. Questo dossier ci sfida a riposizionare ancora una volta la nostra missione alla fine del percorso per scoprire che, guarda caso, scandalo nello scandalo, il punto conclusivo coincide con quello di partenza. È il punto dove meno vorremmo trovarci: casa nostra. L’immagine delle «frecce impazzite» è un pannello della mostra «L’altra faccia della coca», un impegno che l’Associazione Impegnarsi Serve e i missionari della Consolata stanno proponendo, attraverso l’omonimo progetto, al mondo della scuola superiore e delle università, anche grazie ad una serie di convegni sull’argomento. Come dire: «Il viaggio fra le frecce continua», come continuerà anche fra le pagine di questa rivista. A i lettori U GO P OZZOLI Le frecce impazzite

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=