Missioni Consolata - Febbraio 2008

rivista@missioniconsolataonlus.it dai nostri legislatori, magi- strati, avvocati, deputati e senatori, specie da quelli che si definiscono. .. verdi. Spero che il verde che sono impegnati a difendere sia quello delle foreste natura- li, non quello delle pianta- gioni di coca. Difenderli tutti e due non è possibile: la storia raccontata della Colombia lo insegna. Il discorso vale anche per i paesi asiatici produttori di mari juana e papavero da oppio (Afghanistan, Birma- nia, Laos, Thai landia) per- ché anche lì droga vuol dire deforestazione, perdita del patrimonio di biodiversità, degrado delle risorse idri- che, dissesto del territorio... oltre che, manco a dirlo, al- lontanamento delle pro- spettive di riconciliazione e di pace. No, cari amici verdi, anticapitalisti e no globali non è possibile far coesiste- re antiproibizionismo e im- pegno ecologista, così co- me non è possibile concilia- re il libero commercio degli armamenti con la pace. No, cari amici della sini- stra al ternat iva: non si può fare opposizione credibile ed efficace al neol iberismo se si rinuncia all'opzione fondamentale per la non violenza (che vuol dire, tra l'altro, no al l 'abortismo, a- gli atti di teppismo e van- dal ismo. . .), e all'opzione fondamentale per la so- brietà, che vuol dire anche no all'alcool e no alla dro- ga, pesante e leggera. Sono d'accordo con voi quando criticate la Legge Biagi, il PacchettoTreu e l 'esternal izzazione (ul t imo elegante modo per non di- re -o dire senza creare troppa apprensione - che anche chi ha un contratto a tempo indeterminato può ritrovarsi precario, sottoccupato, disoccupa- to. . . ); lo sono anche quan- do invocate pene più seve- re per chi incendia i nostri boschi e uccide i nostri or- si, lupi, del f ini, tar tarughe; non lo sono invece quan- do dite che drogarsi non è un reato. Ci sono tanti modi per provocare la morte dei bo- schi e del mare, uomini e a- nimal i. Dopo aver visto e sentito Calvani e il capo in- dio della Colombia, non ve- do per quale motivo dovrei considerare la cocainoma- nia meno grave - anche sot- to il profilo delle ricadute e- cologiche - della piromania e il consumatore di sostan- ze stupefacenti prodotte e magari anche raffinate in un paese asiatico, africano e latinoamericano, meno colpevole degli scellerati che a Peschici e a Patti (sen- za dimenticare gli incendi in Grecia, Spagna, Portogal- lo, Austral ia, California...) hanno provato tanto lutto e tanta distruzione. Grazie per l'attenzione. Silvano Montenigri Fano (PU) OCCHIO A. . . FRUTTA E VERDURA SpettJe Redazione, sono meravigliato che una rivista come Missioni Consolata pos- sa ospitare un articolo sugli antiparassitari, come quello pub- blicato sul n.9disettembre2007, senza sentire il dovere di pub- blicare contemporaneamente un altro articolo in contrappo- sizione a quante ragioni ci sarebbero a smentita dei cata- strofisti di professione e da parte di esperti di notorietà nazio- nale e internazionale! Non si può spaventare la gente con un quadro così terrificante,come è evidenziato nell'articolo! La frutta e la verdura fanno bene alla salute (lo dicono gli e- sperti, lo dicono tutti),e,grazie anche ad esse, l'età media del- la vita degli italiani è aumentata notevolmente;e questo vorrà dire pure qualcosa, con buona pace di chi , incredibi lmente, voleva (e vuole) bandire la chimica dai campi .Tra l'altro,frut- ta e verdura di produzione italiana sono considerate (e non sono io a dirlo) tra quelle più sicure in Europa.Certo,ci sono e ci saranno sempre dei casi di chi produce,colpevolmente, non secondo regole e coscienza. Ma questo è un altro discorso. Cordiali saluti. Ottavio Molinaroli San Giovanni Lupatoto (VR) Gentile sig. Molinaroli, è del tutto estraneo al nostro pensiero il concetto di bandire frutta e verdura della nostra tavola: esse apportano vitamine, oligoelementi e fibre,essenziali per la nostra salute; in questo senso, non possiamo che essere concordi con lei. Pur nel rispetto della sua opinione, ci permettiamo di dis- sentire sulla sua difesa dell'uso della chimica in agricoltura, u- so talvolta del tutto privo di control lo, correttezza e buon sen- so. La chimica ha sicuramente contribuito al progresso del- l'uomo in molti settori, compreso quel lo farmaceutico. È innegabile l'aiuto dato da molti composti nell'eliminazione o limitazione di certe patologie, ma si tratta appunto di patolo- gie, per le quali l'uso di un farmaco è mirato. Con la frutta e la verdura trattate con fitofarmaci,ci ritroviamo ad assumere in- consapevolmente delle sostanze chimiche presenti in tali ali- menti e queste sostanze non solo non hanno lo scopo di pre- servare la nostra salute, ma molto spesso la possono danneg- giare. Chi può garantire che tracce di pesticidi, una volta nel nostro organismo, non provochino patologie imprevedibili? Nessuno! Inoltre, perché rischiare di ammalarci con frutta e ver- dura trattate, solo per favorire gli interessi di certe multinazio- nali, nonché di agricoltori e commercianti senza scrupoli? È da considerare, poi, che l'uso dei fitofarmaci in agricoltura non si è rivelato quella panacea per tutti i mali,che alcuni scien- ziati (spesso al soldo delle multinazionali dei pesticidi) osten- tano nelle loro pubblicazioni. Basta dare uno sguardo ai risul- tati di certe ricerche, come quelle condotte per conto dell'/n- dian Council far Agricoltura! Research, le quali sono giunte alla conclusione che in India, nonostante il massiccio impiego di pesticidi,attualmente il 35% del raccolto risulta danneggiato, mentre negli anni precedenti all'uso di tali sostanze, la per- centuale di prodotti danneggiati oscillava tra il 5% e il 10%. I- noltre, a seguito dell'uso dei pesticidi, si sono moltiplicate le varietà di insetti nocivi ;ad esempio,gli infestanti del riso sono passati da 40 specie nel 1920 a 299 nel 1992, grazie al feno- meno della resistenza ai prodotti chimici. E tutto questo, no- nostante la produzione e l'impiego dei pesticidi siano conti- nuati ad aumentare. Ciò che auspichiamo è una maggiore informazione sul trat- tamento che i prodotti ortofrutticoli hanno subito,perché il cit- tadino ha il diritto di sapere cosa mette in tavola ^soprattut- to, di tutelare la propria salute a partire da una scelta ragiona- ta al momento dell'acquisto. In ogni caso, ci pare oltremodo discutibile anteporre alla salute delle persone gli interessi e- conomici dei produttori e commercianti sia dei pesticidi che dei prodotti ortofrutticoli con essi trattati.Cordiali saluti. Dr. Roberto Topino Dr.ssa Rosanna Novara MC FEBBRAIO 2008 • 7

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