Missioni Consolata - Febbraio 2008

del polmone in modo inversamente proporzionale alle loro dimensioni. Le micropolveri PM10 si fermano nel naso e nella gola, le PM2,5 rag- giungono i bronchi più piccoli e le PM1 arrivano fino agli alveoli polmo- nari. All’interno dei bronchi esiste un meccanismo mirabile per ripulirli: si tratta di un sottile strato di muco a cui la polvere si fissa. Questo muco non sta fermo,ma, per effetto del movimento delle microscopiche ci- glia delle cellule che rivestono i bronchi, il muco viene sospinto verso le vie aeree superiori fino al re- trobocca, dove viene espulso con la tosse o deglutito, insieme con la pol- vere. Queste polveri, evidentemente, possono causare irritazione delle vie aeree e qualche fastidioso «mal di gola». Le nanopolveri: niente riesce a fermarle Molto diverso è il discorso che ri- guarda le nanopolveri (inferiori a PM0,1), che dopo essere state ina- late, si possono trovare nel sangue già dopo circa un minuto e di se- guito possono raggiungere tutti gli organi (fegato, reni, ecc.). Alcuni studiosi hanno dimostrato che queste particelle nel sangue au- mentano la produzione di fibrina, in altre parole favoriscono la coagula- zione del sangue all’interno delle ar- terie e delle vene formando i cosid- detti trombi, che possono essere causa di infarti, di embolie e di ictus. Queste particelle, che a tutti gli effetti sono corpi estranei, possono essere causa di granulomi all’in- terno dei tessuti: i granulomi sono una reazione dell’organismo alla presenza di germi o sostanze in grado di fare danni; per effetto del- l’infiammazione si forma un tessuto di difesa che, nel tempo, può anche causare il cancro. È chiaro che soltanto la sabbia del deserto e le eruzioni vulcaniche non sarebbero un grosso problema per la nostra salute,ma, purtroppo l’uomo è diventato un grande pro- duttore di nanopolveri, che si svilup- pano soprattutto per effetto delle at- tività manifatturiere. Polveri,ma «a norma di legge» Sono grandi produttori di polveri le fonderie, le acciaierie, le centrali elettriche, gli aerei, le cave e le mi- niere a cielo aperto, i cementifici, i cantieri e le attività di saldatura dei metalli. Anche i veicoli sono produttori di nanopolveri, non solo per le emis- sioni dei motori,ma anche per l’u- sura dei freni, delle gomme e, natu- ralmente, dell’asfalto. Una nota a parte la meritano i grossi veicoli con motore Diesel, ad esempio i SUV, che vediamo sempre più spesso in città ( su questamoda devastante e diseducativa si legga alle pagine 66-67). Questi veicoli sono dotati di un filtro che dovrebbe ri- durre le emissioni delle PM10, le mi- cropolveri controllate per legge nelle città. In realtà, questi filtri fer- mano effettivamente le PM10, che, si noti, vengono espulse dopo essere state degradate a dimensioni molto più ridotte e, attenzione, più mici- diali, ma «a norma di legge», nel senso che la legge tiene conto solo delle polveri PM10, che si fermano nelle prime vie aeree e vengono espulse con qualche colpo di tosse. Abbiamo visto che assai peggiori sono gli effetti delle polveri con gra- nulometria più fine, delle quali la legge non prevede un controllo . Purtroppo troviamo nanoparti- celle anche negli alimenti (ad esem- pio, nelle farine, per effetto della ma- cinatura industriale) e nei farmaci , dove vengono aggiunti talco o sili- cati come eccipienti delle pastiglie. Altre nanoparticelle si possono tro- vare negli edifici, per effetto del de- grado dell’intonaco dovuto al tempo,ma anche per il rilascio di fi- bre di amianto da parte di tubi di eternit, di pannelli interni e di lino- leum, che, fino ad epoca relativa- mente recente, sono stati realizzati con questo pericolosissimo minerale ( si legga MC,maggio 2007 ). Per curiosità, ricordiamo anche certi dentifrici e alcune gomme da masticare, che dovrebbero ripulire i denti per effetto dell’aggiunta di abrasivi, i quali non sono altro che polvere di vetro. MC FEBBRAIO 2008 65 www.missioniconsolataonlus.it Ascoltabile su: Le nanopolveri hanno un diame- tro tra 10 -9 e 10 -7 metri, cioè tra un miliardesimo di metro e un decimo di milionesimo di metro. Le micro- polveri sono più grandi: tra 10 -6 e 10 -5 metri, che vuol dire che sono comprese tra un milionesimo ed un centomillesimo di metro. L’unità di misura più comune- mente utilizzata per queste misure è il µm ( micron ), che è il millesimo di millimetro, cioè 10 -6 metri. Tutti noi abbiamo sentito parlare delle PM10, che sono quelle polveri che vengono misurate per valutare il livello di inquinamento nelle città. La sigla PM10 identifica le particelle che hanno un diametro di 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro. La legge attualmente in vigore in- dividua due valori limite di PM10: - il primo è un valore limite di 50 µg/m³ come valore medio misurato nell’arco di 24 ore da non superare più di 35 volte/anno; - il secondo come valore limite di 40 µg/m³ come media annuale. Queste particelle si possono tro- vare in natura e possono coprire grandissime distanze. Sono prodotte dai vulcani, dagli in- cendi, dai fulmini e dall’erosione delle rocce (da parte del vento e dell’acqua). La sabbia del deserto è un esempio evidente: l’abbiamo vista cadere, a volte insieme alla pioggia, e sporcare le automobili e i vetri delle finestre. Si tratta di sabbia che, per effetto dei venti, ha percorso migliaia di chilo- metri. Lemicropolveri: le difese del corpo umano Le polveri fini inorganiche pro- dotte dalla natura non hanno grossi effetti sulla nostra salute, perché sono in quantità molto ridotte e si trovano solo in rare occasioni, ad esempio durante le eruzioni vulcani- che. Il nostro organismo è molto ben di- feso dalle polveri di dimensioni mag- giori. Mentre respiriamo, le polveri più grossolane si fermano nel naso e quelle di dimensioni inferiori si fer- mano nella trachea e nei bronchi, raggiungendo le parti più profonde

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