Missioni Consolata - Febbraio 2008

«L’ Algeria deve dare l’esem- pio di un progetto di so- cietà, dove autenticità e modernità possano coniugarsi.Deve imparare a vivere inmodomoderno, a iscriversi nel XX secolo, pur restando fedele ai suoi riferimenti e valori. Per- ché non è questione di dimenticare: non c’è futuro senza memoria. È que- stione di costruire un progetto di so- cietà e mi dispiace che questo sia in- sufficiente o addirittura assente nel mio paese». Mustapha Cherif, intellettuale al- gerino, esperto di relazioni interna- zionali e dialogo fra le culture e le religioni non è tenero con il suo paese.Anche se l’esperienza di ex ministro dell’Istruzione superiore e della Ricerca scientifica e di amba- sciatore l’ha reso avvezzo a misurare scrupolosamente le parole. Soprat- tutto quando si tratta di questioni politiche. E, tuttavia, non si sottrae dallo stigmatizzare alcuni nodi cru- ciali della complessa e talvolta dram- matica attualità algerina.Un paese in bilico tra passato e futuro, tra deside- rio di apertura e «modernità» e spin- te retrograde e oscurantiste.Un pae- se che deve ancora fare i conti con una storia di lotte e violenze e che continua a essere ferito da sanguino- si attentati, che colpiscono indiscri- minatamente i simboli delle istitu- zioni e la gente comune. L’ultimo, quello dello scorso 11 dicembre, ha ferito al cuore la capitale, ucci- dendo 62 persone (tra cui tre stranieri).Due gli obiettivi: un simbolo del potere algerino, la sede del Consiglio costituzionale sulle al- ture di Ben Aknoun, e uno degli em- blemi della presenza occidentale, la palazzina dell’Onu, a Hydra, nel quar- tiere dei ministeri e ambasciate, dove è presente l’Alto commissariato per i rifugiati (Acnur) e il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp). Non è che l’ultimo di una serie di attentati rivendicati dal Gruppo sala- ALGERIA Un paese in bilico tra passato e futuro Conciliare la modernità con la fedeltà alle radici islamiche: è questa la sfida dell’Algeria, disattesa dalla classe dirigente e funestata da rigurgiti di violenza di frange estremiste. In bilico tra le spinte al cambiamento e i segni di ritorno al passato, gli algerini si preparano alle elezioni del 2009 e si capirà quale direzione imboccherà il paese. Testo e foto di Anna Pozzi ORIZZONTI ACCORCIATI fista per la predicazione e il combatti- mento (Gspc), che dalla fine del 2006 si proclama braccio di Al-Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) e che si pretende impegnato a liberare la re- gione da tutti gli infedeli,mirando sempre più in alto. Solo nel 2007 si è reso protagoni- sta di una serie impressionante di o- perazioni terroristiche. Tra le più cla- morose, il duplice attentato ad Alge- ri, l’11 aprile, che ha provocato almeno 30 morti e più di 200 feriti e che ha preso di mira il Palazzo del governo in pieno centro città e un commissariato alla periferia est della capitale. E poi, il 6 settembre a Batna, nell’est del paese, dove sonomorte 22 persone e più di 100 sono rimaste ferite in un attentato- suicida contro il corteo del presi- dente Abdela-

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