Missioni Consolata - Marzo 2007

sette persone come compensazione. Questi diven- tano schiavi al servizio dèlla famiglia della vittima. Nell'ampia scelta di sanzioni in vtgore tra i mossi: le multe sono le meno pesanti, seguono le sevizie corporali (come l'incatenamento) e la morte. Per q_uanto riguarda la pena capitale, una piazza spe– crale, chiamata boegtoèga era riservata alle esecu– zioni a Ouagadougou, attuale capitale e sede del Moro Naba, l'imperatore dei mossì. I giustiziati erano in generale delle persone vicine al re che avevano avuto relazioni colJ,evoli con le sue spo– se. Il boia si chiamava dapoéramba. Bisogna sapere che i condannati a morte erano trattan in modo diverso a seconda se erano principi o gente comune. Questi ultimi prima di essere condotti al patibolo venivano legati con del- le corde, ment~e per~ altri 1:1fl pezzo <;li •11__11t..• a. #o_. stoffa era sufficiente. uesta differenza s1 . ~•-._; •~ spiei? con il fatto che avanti allamorte, "~-· ~ ... ~ il pnncipe a causa della sua nobiltà, ,. ~ ....;:::._ ~ ~- deve restare degno per accogliere la ~-~~.,, -~~... .( sentenza del reame. Poteva capi!are c~e L.. ~ "-.,., ' nelle contese che opponevano capt tra di loro, - '!'.. · -~-~ "'·-.., ' . · · l'arbitraggio del Moro Naba portasse alla - - 0 ~ "'• 1 • preciso non c'era bisogno del plotone d'esecuzio- 1 • pena di morte per il colpevole. In questo caso . ~ ne. L'imperatore invitava il colpevole ad «andarsene», ovvero a darsi la morte. La vittima si suicidava, piantan- dosi una freccia avvelenata nel petto o facendosi stran~o– lare da una banda di cotone bianco. Nel reame mossi di Ouagadougou, Naba Warga (1666 - 1681) ha la reputa– zione di essere stato l'imperatore che meglio ha organiz– zato la giustizia penale tradizionale. L a legge dei costumi (tradizionale) ha cessato di eser– citare molto prima dell'indipendenza. Il Burkina Faso ha adottato un codice penale che all'articolo 9 prevede la _pena di morte. È prevista l'esecuzione per fucilazione m un posto designato dal ministero pubblico. Nessuna esecuzione può essere fatta nei giorni di festa legale né la domenica. L'esecuzione di una donna con– dannata a morte è subordinata al rilascio di un certifica– to di non gravidanza. Notiamo tuttavia che la giurisdi– zione burkìnabè non sembra troppo invogliata aél appli– care la pena capitale. L'ultima esecuzione risale al 1988, quando sette militari furono fucilati dopo essere stati condannati da un tribunale militare rivoluzionario per aver ucciso, nel novembre di guell'anno, un ufficiale del- 1' esercito e sua mowe. Il 12 gtu~O 1984, l'esecuzione di cinque militari e due civili fu orclinata sempre da un tri– buna.le militare, per complotto contro il governo. Altre condanne ci sono state, pronunciate dalla camera crimi– nale della Corte d'ApJ?ello di Ouagadougou nel 2003 in contumacia per assassinio e mutilazione. Ma il fatto che è stato al centro della cronaca è l'assassinio nel 2004 di due ragazze da parte di un giovane. Questi confessa di averlo fatto con l'obiettivo di raccogliere il loro san~e per un rito con il marabut (sacerdote musulmano, ndr) che gli avrebbe_procurato ricchezza e prestigio sociale. Il giovane fu giudicato e condannato a morte, ma la pena non è stata ancora esegttjta. La cosaj>iù interessante è il dibattito che ha seguito il processo. L'opinione pubblica s'è appassionata al caso, l?er la crudeltà ael crimme com– messo dall'uomo, le cui vtttime erano per di più due ami– che. Due campi si sono allora costituiti sulla questione della pena di morte. I favorevoli stimano che la criminalità si sia sviluppata perché la pena capitale non è applicata in Copie del giornale «L'Evénement». tutto il suo rigore. Questa opinione è condivisa da un magistrato che constata come i mezzi per combattere il crimine siano insufficienti. Occorre dunque, stima, che le pene siano abbastanza dissuasive per scoraggiare i malin- , tenzionati. Questa opinione è contraddetta da un avvo– cato della parte civile di questo ultimo caso. Secondo lui ' la pena capitale è uno spreco umano. Se lo scopo della giustizia è permettere a una persona di pentirsi e correg– gersi, allora la pena di morte non ha senso. Il dibattito è ancora aperto. Su53 stati africani, 13 hanno abolito la pena capitale e 20 la mantengono ma non la applicano. Germain Nama è uno dei più noti intellettuali del Burkina Faso. Ha 57 anni ed è padre di 4 figli. Professore di filosofia di formazione e giornalista im– pegnato per i diritti umani. Ha collaborato conNorbert Zongo, il celebre giornalista assassinato nel 1998, fin dalla creazione dell'lndépendant nel 1993 . Settimanale di cui è diventato condirettore alla morte di Zongo fino al 2002. È membro fondatore del Movimento burkinabè dei diritti dell'uomo e dei po– poli, nel quale è stato per oltre 10 anni presidente del– la commissione arbitra1e (struttura di consiglio e studio che assiste il conùtato esecutivo). Narna è direttore del giornale l'Evénement dalla sua creazione (2001). D bi– mensile di attualità politica più seguito del paese, di cui è co-fondatore. Ha un impengo nella commissione nazionale burkinabè per l'Unesco dal 1993, nel quale è capo dMsione. Nel suo paese è molto apprezzato, dagli amici e dai nemi– ci, per il suo equilibrio e la sua correttezza. Bitiu significa «legno sacro» e si tratta di un albero fe– ticcio protettore. E il soprannome di Germain Narna. -- -·-----~-----·----------~ -- -- . - - - ----------------------------------~ I -- ------·--?-----·- MC MARZO 2007 ■ 67

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