Missioni Consolata - Dicembre 2006

MISSIONI CONSOLATA ■ ■■ ■■ ■■ ---------------------------- ------------------------------------------------------------------------------- L'India ha bisogno del sostegno degli Stati Uniti e dell 'Occidente per fronteggiare i suoi nemici pakistani e cinesi e per garantirsi l'entrata nel mercato libero; non può rischiare di creare tensioni per dei derelitti ed emarginati.Recentemente si è riusciti a evitare per un soffio che l'accusa di omicidio colposo diretta verso Anderson, fosse tramutata in innocua negligenza. Infine lamaggioranza dellastampa specializzata in industria chimica (e quella Italiana si è particolarmente distinta In questo) ha fatto quadrato attornoalla Ucar, scagliandosi contro gli ambientalisti e arrivando a dipingere Anderson come un eroe. L'ETICA PRIMADELPROFITTO In tutto questo quadro sembrano stonare le parole del Premio Nobel per l'economia,Amartya Sen, che mi dice: «Senza etica il progresso non ha futuro.Purtroppo in un mondo sempre più globalizzato. per i poveri è arduo entrare nel processo di sviluppo. È difficile per chi non sa scrivere o leggere,per chi è malato o per chi non sa nulla del mondo esterno, sentirsi parte di un meccanismo economico che vada al di là dei limiti del proprio villaggio. Occorrono basi che non tutti gli stati possono o vogliono garantire: l'istruzione in primo luogo, ma anche la sanità, ìl cibo, un'informazione esauriente e corretta, la possibi lità di viaggiare, non dico all'estero,ma nella città più vicina». Tuttoquesto può convivere con un'economia rivolta verso il consumo sfrenato e il profitto? John Musser,capo Ufficio stampa della Oow Chemical, la compagniache nel 1999 ha assorbito ciò che rimaneva dell'Ucar, risponde affermativamente:«Il motto della Oow è chiaro: prima l'etica, poi il profitto». Eppure sembra contraddirsi quando afferma che, «anche se la Oow SCHEDA BHOPAL Bhopal è la capitale del Madhya Pradesh, stato situato al centro dell'Unione Indiana; nel 1984 co~ tava 850 mUa abitanti. La fabbrica dell'Ucar, inaugurata il 19 gennaio 1976, serviva a produrre un fertilizzante, il Sevin (Experimantal lnsecticìde Seven Seven) tramite la reazione dell'alfa naftolo con l'isocianato dì metile (Mie). Questo era a sua volta un prodotto di sintesi tra il fosgene e monometilammina. Il 3 dicembre 1984 la fuga di 27 tonnellate di Mie e 13 tonnellate di altri composti tossièi, causò «ufficialmente» la morte immediata di 1 .754 persone e l'intossicazione di 521.262. L'ultima cifra ufficiale del governo indiano risale al 1995: 7 .702 morti. Font.i indipendent.i r itengono che, ad oggi, la nube tossica abbia ucciso oltre 16 mila persone; 20 mila secondo Greenpeace. All'inizio il governo indiano aveva chiesto all'Ucar un indennizzo di 3 miliardi di dollari, me nel gennaio 1989 la Corte suprema indiana chiuse il caso obbligando l'Ucar a versare470 milioni di dollari (circa 300 dollari per ogni vittima riconosciuta). Warren Anderson, presidente dell'Ucar all'epoca del disastro, si è reso latitante e solo pochi mesi fa Greenpeace ha annunciato di averlo rintracciat.o. Nessuna richiesta di estradizione, però. Chemical ha acquisito la totalità delle azioni dell'Union Carbide, non intendiamo assimilare alcuna loro vertenza legale». Bhopal fa paura all'industria?Certamente non se ne parla volentieri. Nella filiale italiana della Praxair, la costola fuoriuscita dalla Ucar nel 1992nel tentativo di evitare ogni coinvolgimento con Bhopal,non è mai esistita alcuna forma di informa- ' zione su ciò che è accaduto in India. La conseguenza è che ben pochi dipendenti delle consociate, la Rivoira diTorino e la Siad di Bergamo, sono a conoscenza di ciò che è successo quella tragica notte di 22 anni fa. Del resto,a differenza dell'incidente di Seveso,da cui è scaturita una legge che si riconduce al fatto specifico, non è mai stata emessa una Legge Bhopal. • Sopra, protesta per richiedere il risanamento del suolo contaminato dal disastro chimico. Sotto, donne soprawissure al disastro di Bhopal. ---------------------------------- MC DICEMBRE 2006 ■ 11

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