Missioni Consolata - Dicembre 2006

■ BHOPAL {INDIA) ■■ ■■■ ------------------------------------------- -------------------------------- ---------------------------- Dicembre 1984 - Dicembre 2006:per non dimenticare Z amira mi accompagna per le stradine sporche e melmose del quartiere di Qazi Camp,a Bhopal.A prima vista sembra un'area come molte altre in India:bambini che si rincorrono per la strada, vecchi cenciosi che chiedono l'elemosina, casupole buie, sbilenche, stipate l'una addossoall'altra.L'afa rende l'aria pesanteegravida di odori posticci. A un tratto Zamira si ferma di fronte auna capanna di compensato e lamiera, mi guarda e poi con voce emozionata dice:«Ecco, èqui». : È qui che la notte del 3 dicembre • di 22 anni fa, Zamira e la sua famiglia si erano addormentate dopo aver recitato le rituali preghiere ad Allah. li padre, la madre e una delle sue tre sorelle non si sarebberomai più svegliate, ucciseda un gas di cui neppure sapevano l'esistenza, l'isocianato ' di metile (Mie), rilasciato dai serbatoi di stoccaggio della vicina fabbrica dell'Union Carbide.Zamlra si è salvata grazie alla sua giovaneetà edall'essere stata raccolta da Rahman, un vicino di casa, attirato dal pianto della bambina. I RICORDI DI RAHMAN «Èstata una notte terribile - racconta l'ormai ottantenne Rahman -. Era tutto tranquillo e silenzioso. La temperatura di notte scendeva di parecchi gradi e chi aveva il fisico debilitato veniva colto facilmente da tubercolosi o da bronchiti.Perciò , non mi allarmai più di tanto quando È stato il peggior disastro industriale della storia. La notte tra il 2e il 3 dicembre 1984, aBhopal, in India, 40 tonnellate di gas letali fuoriusciti dalla fabbrica di pesticidi Union Carbide, hanno causato, fino ad oggi, la morte di oltre 16mila persone. Dopo 22 anni, i sopravvissuti non hanno ricevuto un risarcimento adeguato; il sito non è stato bonificato e la gente continua a bere acqua contaminata. La DowChemical, che ha comperato la Union Carbide, dice di operare in maniera diversa, ma declina ogni responsabilità. cominciai a sentire colpi di tosse più forti del solito.Poi.a un tratto, udii delle urla,dei rantoli, gente che si lamentava; anche io ebbi i primi spasmi di vomito e bruciore agli occhi. Fu allora che capii.Qualcosa era accaduto.Non sapevo cosa,ma qualcosa di inaudito doveva essere accaduto.L'istintomi suggerl di scappare e cosl feci». Ma prima di fuggire, Rahman ebbe il coraggio e il tempo di passare dalla casa di Zamira per constatare, con orrore, l'ecatombe che stava accadendo.Raccolse il corpicino della bambina e corse disperatamente. Non sapeva nemmeno lui dove.Corse,corse solamente fino a che le sue gambe glielo permisero. Poi si accasciò. Si risvegliò in una corsia di ospeciale.Gli occhi bendati,! polmoni bruciati dal cianuro.Non si rimise mai più. Le immagini di decinedi corpi allineati lungo lestradedi Bhopal sono ancora vivide nellamemoria di chi, come Rahman,è soprawissuto alla più grande catastrofe industriale della storia, il 3 dicembre 1984. Quella notte.dalla vicina fabbrica dell'Un/on Carbide (Ucar),27 tonnellate di isocianatodi metile (Mie),a cui si aggiunseroaltre 13 tonnellate di composti intermedi usati per la produzionedi un fertilizzante, il Sevin, fuoriuscirono dai serbatoi di stoccaggio,disperdendosi tra gli I La fabbrica della Union Carbide a Bhopal.

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