Missioni Consolata - Dicembre 2006

MISSIONI CONSOLATA ■ ■■ ■■■ ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ : ta lontananza «spirituale». : Limitandoci alle problematiche : ambientali, queste considerazioni : sono da tempo all'attenzione della ' chiesa cattolica nei suoi vari livelli:di gerarchia, di singoli esponenti, di piccole comunità e associazionismo; e sono già stati molteplici gli interventi sull'argomento. Sorprenderebbe fosse vero il contrario. La terra è oggi l'unico pianeta conosciuto sul qualevi sonocondizioni favorevoli per la vita umana, ma non solo! Conoscenze e capacità tecnologiche attuali pongono in mano all'umanità la scelta di continuarea mantenereospitale la propria «casa»o di ridurla ad un'arida distesa rocciosa, awolta da gas velenosi. I termini della questione,dalla quale dipendono la qualità della vita delle generazioni presenti e la possibilità di soprawivenza per quelle future, evidenzianoche la tutela dell'ambiente naturale debba obbligatoriamente diventare un tema di ordine etico e antropologico di interesse generale. LI istituzione formale di una giornata dedicata alla salvaguardia del creato è perciò molto significativa;cosl pure l'inviodella «Commissione episcopale per i problemi sociali e iI lavoro, la giustizia e la pace» a «dare adeguato risalto alla"giornata" nella vita delle diocesi e delle comunità». Èuna presa di posizione di rilievo, perché qualifica l' impegno dei credenti sensibili a questi temi, dando la stessa dignità riservata a chi si dedica ad altri servizi. Il titolo della giornata «Dio pose l'uomo nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Genesi 2,15), invita l'umanità ad assumere un atteggiamento ben diverso da quello dello sfruttamento indiscriminato delle ri sorse e dell' incuria del creato. È,anzi, uno stimolo a farci co-responsabili della creazione, prendendolo In custodia e impegnandosi affinché i nostri sforzi nei , confronti dell'ambiente si orientino : verso il bene comune. : Ma in qual modo l'invito ad atti- : varsi nella collaborazionealla crea- : zione divina si lega all'impegno per la pace? La risposta è suggerita dal messaggio di Giovanni Paolo II per la «Giornata mondialedella Pace»del 1• gennaio1990: «Pace con Dio creatore, pace con tutto il creato». Nel documento è riaffermata l'importanza della «questione ecologica»,con le sue implicanzeetiche e sociali; è evidenziata la necessità di un impegno dei cristiani a promuovere atteggiamenti piùmaturi e responsabili nel rapporto con il creato, collegando strettamente l'«ecologia dell'ambientei> aquella che lo stesso papa definiva «ecologia umana>i. In tale messaggioviene spiegato lo stretto legame esistente tra difesa dell'ambiente, pacee giustizia, umana e divina.Papa Wojtyla awertiva la crescente consapevolezza che la pace mondiale è minacciata,oltreche dalla corsa agli armamenti.conflitti regionali e ingiustizie planetarie,anche dalla mancanza del dovuto rispetto per la natura,dal disordinato sfruttamentodelle risorse e dal progressivo deterioramento della qualità della vita. Situazione che genera precarietà, insicurezza, egoismocollettivo,accaparramento e prevaricazione.Secondo il papa, non si può continuare a usare i beni della terra come nel passato,ma si deve lavorare per la maturazionedi una coscienza ecologica che trovi adeguata espressione in programmi e Iniziative concrete.Molti valori etici sono direttamente connessi con la questione ambientale e l' interdipendenza delle molte sfide del mondo odierno conferma l'esigenza di soluzioni coordinate,basate su una coerente visione morale del mondo. Per il cristiano questa visione poggia sulle convinzioni religiose attinte alla rivelazione.All'uomo e alla donna Dio affidò tutto il resto della creazione, poi poté riposare «da ogni suo lavoroi> (Genesi 2, 3).Quando si discosta dal disegno di Dio creatore, l'uomo provoca un disordine che inevitabilmente si ripercuote sul restodel creato.Se l'uomo non è in pace con Dio, la terra stessa non è in pace: «Perquesto è In lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali della terra e con gli uccelli del cielo; perfino i pesci del mare periranno» (Osea 4,3). L'esperienza di tale ((sofferenza» della terra è comune anche acoloro che non condividono la fede in Dio. Infatti,sono evidenti lecrescenti devastazioni causate nel mondo della natura dal comportamento degli uomini indifferenti alle esigenze dell'ordine e dell'armonia che lo reggono. ------------------------------- -------------------------------------------------------------· MC DICEMBRE 2006 ■ 23

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=