Missioni Consolata - Settembre 2006

DOSSIER EscLus1vo: interviste al mullah Omar e al comandante Massud COSÌ PARLARONO Protagonisti di quattro anni di guerra civile, Omar e Massud sono stati intervistati pochi giorni prima degli attacchi terroristici di al-Qa'ida contro gli Stati Uniti. Le loro affermazioni aiutano a comprendere perché, a 5 anni dalla fine della guerra civile, la pace in Afghanistan sia ancora un miraggio. D ue settimane prima dell'attentato dell' 11 settembre, ho avuto l'occasione, unico tra i giornalisti occidentali non islamici, di intervistare il leader deltaleban, il mullah Omar, nella sua villa di Kandahar, nel sud dell'Afghanistan. L'allora trentanovenne, Omar è uno dei personaggi più misteriosi dell'Afghanistan assieme a suo cognato, Osama bin Laden. Per i suoi oppositori è tuttora un pupazzo nelle mani dei servizi segreti pakistani, per i suoi sostenitori è un eroe della guerra antisovietica e il suo unico occhio, le quattro ferite in diverse parti del corpo ne sono la migliore testimonianza. La sua voce, durante l'intervista, è pacata, le parole misurate con cautela. Drasticamente ridotta durante il regime dei taleban, la coltivazione di papaveri da oppio è raddoppiata nelle regioni in mano ai vari signori della guerra. 38 ■ MC SETTEMBRE 2006 COSÌ PARLÒ OMAR li governo taleban di Kabul è riconosciuto solo da tre stati: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Pakistan. Come spiega questo isolamento politico? Ciò che a noi importa è seguire la parola di Allah e modellare il nostro stato in una società islamica. L'opposizione afferma che senza l'appoggio militare e finanziario del Pakistan, voi non esistereste neppure. Non le chiedo se questa affermazione sia vera o no, penso di conoscere già la risposta, ma quanto conta il Pakistan per voi? Le rispondo comunque: è vero, senza il Pakistan noi non esisteremmo. Ma neppure Rabbani, Massud, lsmail Khan esisterebbero. Sono loro che debbono ringraziare il Pakistan se i russi se ne sono andati dall'Afghanistan. Cosa sarebbe Rabbani se non avesse avuto l'appoggio del Pakistan? Abbiamo combattuto assieme il diavolo comunista e l'abbiamo vinto. Poi loro si sono ubriacati di potere e hanno portato solo morte e distruzione per 4 anni in Afghanistan. Noi, i taleban, ispirati dalla parola di Allah, abbiamo riportato la pace e la stabilità nel paese. Le concedo che in gran parte dell'Afghanistan, almeno nelle regioni meridionali, oggi c'è una pace e un benessere relativo, ma non mi ha risposto quanto conta il Pakistan per voi. Il Pakistan è un paese fratello che vuole aiutare l'Afghanistan a ritrovare la pace nella fede di Allah. Alcune vostre decisioni sono state criticate dalla comunità internazionale. Posso convenire con lei che la distruzione dei Buddha sia stata dettata dal tentativo del/'Unesco e di una commissione europea di offrire milioni di dollari per salvare delle statue, mentre at-

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