Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2006

La Chiesa d nel mon O GRANDI RBIGIONI .,.DIALOGO del 19 maggio scorso. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato poco pri- • ma di mezzogiorno nella boscaglia 1 all'ingresso della città. La polizia ha - - -----------~ riportato l'assenza di ferite e segni di 11 ruolo decisivo del dialogo interreli- percosse. Da tempo a Eldoret si regigioso nella stabilità sociale e l'Islam stra una crescente insicurezza . La vit- (inteso come «religione di pace e coe- timo non è stata derubata e la sua ausistenza, pluralismo e dialogo») sono to è stata trovata abbandonata dopo stati discussi da buddisti, cristiani, poche ore. Padre Kibor lavorava da indù e musulmani a Dhaka, in un con- 5 anni nel carcere di Eldoret, dove vegno organizzato dall'«lstituto ben- sono reclusi oltre mille detenuti. galese del pensiero islamico» (Biit). (Misna) L'incontro, a cui hanno preso parte giornalisti , rappresentanti di Ong, insegnanti ed esponenti religiosi, aveva lo scopo di rassicurare le comunità religiose presenti nel paese sulla possibilità di vivere in pace e di predicare e diffondere gli insegnamenti delle diverse confessioni senza ostacolo. Il paese, ricorda l'agenzia Ucan News, conta 88% di musulmani, l 0% di indù e meno dell' l % di cristiani. Evocando gli attentati compiuti il 17 agosto 2005 dal gruppo estremista musulmano Jamaat-ul Mu;ahiddeen (tre vittime e un centinaio di feriti), Maulana Abul Kalam Azad, segretario generale del «Consiglio per l'armonia interconfessionale» e presidente del comitato delle moschee del Bangladesh, ha sottolineato che i «veri musulmani» sono uomini di pace. L'indù Paresh Chandra Mandai ha sostenuto che «l'induismo non solo tollera le altre religioni, ma le considera vere religioni» e che quindi gli insegnamenti induisti conducono naturalmente a buone «relazioni interconfessionali»; secondo Sukumol Barua, la pace per l'essere umano è un aspetto privilegiato degli insegnamenti di Buddha. L'incontro si è concluso con l'auspicio che il Bangladesh diventi un «modello di tolleranza interconfessionale». (Misna) UCCISO UN ALTRO SACERDOTE P adre Jude Kibor, 48 anni, cappellano del carcere di Eldoret, circa 300 km a nord-ovest di Nairobi, è stato trovato ucciso alla periferia della città . Il sacerdote sarebbe stato vittima di un'imboscata nelle prime ore 8 ■ MC LUGLIO-AGOSTO 2006 L a mobilità riguardante i paesi « musulmani merita una specifica riflessione, non solo per la rilevanza quantitativa del fenomeno, ma soprattutto perché quella islamica è un'identità caratteristica, sotto il profilo sia religioso che culturale»: lo ha detto Benedetto XVI in occasione dell'udienza concessa ai membri del «Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti», radunati in sessione plenaria sul tema «Migrazione e itineranza da e per i paesi a maggioranza islamica». I flussi dal Sud del mondo costituiscono «una realtà sempre più attuale», ha aggiunto il papa, che ha fatto notare: «Gli sforzi che in tante comunità si vanno facendo per tessere con gli immigrati rapporti di mutua conoscenza e stima, appaiono quanto mai utili per superare pregiudizi e chiusure mentali». Il santo padre ha inoltre identificato nel dialogo interreligioso un impegno importante della chiesa «a servizio dell'umanità», sollecitando ogni cristiano ad aprirsi «a ogni persona, da qualunque paese provenga, lasciando poi alle autorità responsabili della vita pubblica di stabilire in merito le leggi ritenute opportune per una sana convivenza» . «Stiamo vivendo tempi - ha detto ancora papa Ratzinger - nei quali i cristiani sono chiamati a coltivare uno stile di dialogo aperto sul problema religioso». Al termine del suo intervento ha auspicato che «i cristiani che emigrano verso paesi a maggioranza islamica trovino là accoglienza e rispetto della loro identità religiosa». (Misna) ' E una piccola vittoria per la comunità cristiana in Rajasthan, che lascia aperti spiragli di speranza: il governatore dello stato, la signora Pratibha Patii, non ha firmato il decreto anti-<::onversioni, approvato il 7 aprile scorso dal parlamento e lo ha rinviato alla stessa assemblea. Per effetto di questa mancata ratifica, il provvedimento non entra in vigore e, almeno p~r ora, non ha forza di legge. «E stato un atto di coraggio, che ha un valore maggiore perché viene da un governatore donna», hanno detto le minoranze religiose, visibilmente soddisfatte anche per la motivazione data dal governatore, che ha sottolineato come «il decreto colpisca la libertà di religione dei cittadini». Il provvedimento di legge, approvato dal governo dei Baratiya lanata Party, nonostante l'opposizione del partito del Congresso e alcuni settori della maggioranza, vieta le conversioni operate con inganno o mezzi fraudolenti e prevede per i colpevoli il carcere e pene fino a 50 mila rupie . Contro la legge si erano già espressi i leaders religiosi cristiani di diverse confessioni e musulmani in Rajasthan, che avevano rivolto un appello al governo federale dell'Unione Indiana, chiedendo di non dare il proprio assenso alla legge. Essa, hanno detto i leader religiosi, viola gli articoli n.19 e n. 25 della Costituzione indiana, che garantiscono libertà di religione per tutti i cittadini. «Il documento è parte dell'agenda nazionalista e in-

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