Missioni Consolata - Giugno 2006

MISSIONI CONSOLATA cencio il gioco dei senzadio! La mia identificazione con le vittime s'è consumata. È in nome loro che mando lettere e cuore al papa, per scuotere le fondamenta di San Pietro: «Il costume sociale della chiesa è paga- , no. Santo Padre, la rivoluzione comincia dall'alto. Non sono un ribelle, ma una vittima». Dei politici dirò: «Il caso Nomadelfia, una delle infinite prepotenze di Scelba.11 mondo ritiene necessario sopprimerci, perché non ci sopporta. Ci hanno crocifisso nel nome di Dio.Non è un'accusa, ma un pianto». Il ministro Scelba, temendo un'emorragia di voti,ordina la liquidazione coatta di Nomadelfia: gli adulti sono rispediti nei luoghi d'origine,gli accolti riportati nei collegi.Senza il padre alcuni figli tornano in galera. Con la morte nel cuore chiedo la laicizzazione progratia: «Se non posso essere loro padre come prete, lasciatemelo essere come laico». ' Mi capita un fatto strano e corro a raccontarlo al card.Ottaviani:«Sa cos'è successo stanotte? Entro in pizzeria e vedo una ragazza tutta pitturata, con un uomo: una delle mie figlie. -Cosa fai qua? -Tu mi hai abbandonato.Questo signore mi mantiene e faccio quel che vuole... Neanche a farlo apposta, ho sotto il naso la riprova che i figli tornano alla malavita per causa mia. lo ho il dovere di dirle che, se non rimedio, non posso celebrare, perché sono in peccato.Adesso lo sa anche lei ed è corresponsabile.Fra poco lei parla con il papa ed è responsabile anche lui.Se non mi date la laicizzazione, né io, né lei, né il Santo Padre possiamo celebrare.Mi sono fatto prete per salvare i figli alla deriva e adesso chiedo la laicizzazione per salvarli di nuovo.Tanto, se sono sacerdote, lo sono lo stesso». Qualche giorno dopo il vescovo mi convoca: - Èarrivato il decreto.Quanto mi dispiace! - Dispiace anche a me. Fino ad oggi ho sacrificato Cristo, ma questa mattina ho immolato lui e la mia persona. Ed è stata l'ultima messa. Q uasi tutti mi disapprovano. La laicizzazione è considerata una defezione sacrilega o un castigo per colpe gravi. Dalla;nia, ■■ ■ ■■■■ Don Zeno celebra la messa, dopo 1O anni di riduzione allo stato laicale. pochi intimi. li sacrificio più grosso della mia vita.Quando si arriva a questi estremi,ciò che conta non è la propria persona, ma il bene dell'umanità e della chiesa. Ma io continuo a torturarmi e a torturare:«Può la chiesa condannare Nomadelfia? Ame pare di no, perché condannerebbe se stessa». Eseguito a pestare i piedi, perché senta, nella mia, la voce delle vittime: «Perché ubbidiamo? Lo facciamo come fanno i bambini, consapevoli che da soli nulla possono. Perché ci impenniamo senza ribellarci, ma solo pestando i piedi? Lo facciamo come fanno i bambini,sicuri che, se avremo ragione, il Padre ce la darà e piegherà la Madre a farlo». Laicizzato,alla fame,continuo il pellegrinaggio nel deserto della chiesa verso la nostra terra promessa, per donarle un popolo che dica con le opere:«Siate nostri imitatori come noi,in quanto popolo,siamo imitatori di Cristo». Tra noi non c'è il ricco e il povero, padrone e servo, benefattore e beneficato,assistente e assistito.Tutti figli, tutti fratelli, spezziamo il pane sicuri di non mangiare la nostra condanna. Per dieci anni (1953-1962) vado a messa come un laico qualsiasi.Vi lascio immaginare il mio sacrificio a sentire certe prediche! L'unica cosa, cui mi aggrappo con le vittime è quella briciola di pane innalzata sul mondo,che dice alla storia la verità ultima sull'uomo: «Avevo fame di fratelli e voi vi siete fatt i miei fratelli». Negli anni '60, irrobustiti i figli, placati i creditori,chiedo di riprendere l'esercizio del sacerdozio. II 6 gennaio 1962 salgo l'altare, con Barile e tutti gli altri figli, per celebrare la mia seconda prima messa. e he cosa è rimasto della semente evangelica,che ho gettato a piene mani? Una comunità con una cinquantina di famiglie fraternizzate, una tenuta di 380 ettari, sulla statale Siena-Grosseto:Nomadelfia,dove il sogno di un mondo fraterno vive e continua. ■ * Fausto Morinetti ( 1942), licenziato in teologia, si dedico agli emarginati. rincontro con don Zeno gli cambio lo vita. Per dieci unni (1969-79) glifo do aiutante econfidente. Imbevuto del suo omore per i popoli-fratelli s'immerge nelle stigmate del nordest brasiliano. Denuncio le cause dell'ingiustizia strutturale con libri-testimonianza (L'olocausto degli empobrecidos, EMI 1986, 7• edizione). Visito vari paesi come reporter per varie riviste missionarie (1990-2000). Rientro in ltolio nel 2000 esi dedico oli'approfondimento ediffusione del messaggio di don Zeno. Nel 25° del suo trapasso gli dice «grazie»con questo libro-di-vita. edizioni la meridiana lo, don Zeno Sa1tini, truffatore per il Ministro degli Interni, eretico per il Nunzio, babbo p« 4.000 figli, racconto la mia storia •autobiografica• redatta dal mio scrivano. i Fausto Marinetti DoNZENO, OBBEDIENTISSIMO RIBELLE MC GIUGNO 2006 ■ 53

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=