Missioni Consolata - Giugno 2006

sterni maggiori" d'importanza vitale per il funzionamento del ciclo integrale dell'acqua e della vita sul pianeta terra». Per l'Italia, il Manifesto, annota: «Dopo il disastro che è stato fatto in questi anni in Italia del bene acqua, è necessario puntare alla rigenerazione del capitale idrico nazionale adottando severe misure di riduzione drastica delle fonti di inquinamento e di contaminazione, tra le quali restano determinanti i pesticidi, i nitrati, gli idrocarburi, i metalli pesanti e, in maniera crescente le sostanze tossiche di origine umana legate all'alta med icalizzazione delle nostre popolazioni». Per raggiungere questi obiettivi, il Manifesto suggerisce alcune misure concrete: • riduzione di almeno il 40 per cento delle perdite in irrigazione legate al metodo di polverizzazione. L'irrigazione rappresenta in Italia il 55 per cento dei prelievi di acqua dolce. Di questi, il 40 per cento si perdono per evapotraspirazione; • portare al 12-1 5 per cento i livelli di perdita delle reti di distribuzione; • effettuare un censimento generale dei pozzi. Si stima che in Italia ci siano circa 1, 5 milioni di pozzi illegali, che prelevano acqua dolce dove vogliono, senza nessun controllo; • riduzione dei flussi negli usi domestici a livello di bagni, toilette, grazie a sistemi di riciclaggio delle acque reflue. Naturalmente si tratta solo di al - cune indicazioni, tra le tante possi - bili. Ma il problema è soprattutto politico e di educazione dei consumatori. IL «CODICE DELL'AMBIENTE» A febbraio c'è stata la Delega ambientale, chiamata anche Codice dell'ambiente. Che dedica molti dei suoi articoli proprio alla gestione delle risorse idriche. Mi limito a citare quanto prevede l'articolo 144 (tutela e uso delle ri - sorse idriche), che potremmo definire come un «Manifesto delle risorse idriche»: • Tutte le acque superficiali e sotterranee ancorché non estratte dal ■ MISSIONI sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato. • Le acque costituiscono una risorsa che va tutelata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà; qualsiasi loro uso è effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale. • Là disciplina degli usi delle acque è finalizzata alla loro razionalizzazione, allo scopo di evitare gli sprechi e di favorire il rinnovo delle risorse, di non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la piscicoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrogeologici. Sulla carta sembrano principi ampiamente condivisibili, ma sull'impianto complessivo della delega ambientale le polemiche non mancano (da Legambiente, ad es.). Il Codice dell'ambiente, all'articolo 159, istituisce anche !'«Autorità di vigilanza sulle risorse idriche», con il compito di vigilare perché le norme dettate dalla legge siano rispettate. L'ACQUA DI SAN FRANCESCO Il documento della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dal titolo «Frutto della terra e del lavoro dell'uomo», al paragrafo 25 recita: «Al riguardo (dell'acqua) ci sembra opportuno ribadire alcune convinzioni e orientamenti. L'acqua, anzitutto, è un bene di tutti e per tutti. Il suo valore impareggiabile è ben avvertito dal cuore di san Francesco, per il quale l'acqua "è molto utile et humile et pretiosa et casta". Essa non va sprecata ma custodita con uno stile di vita sobrio, a cominciare dalle famiglie. È necessario fare adeguati investimenti per salvaguardare tale bene». Siamo così al punto di partenza. L'acqua è la vita, là dove c'è in misura adeguata e con qualità garantita. L'acqua può diventare la morte, dove manca o è inquinata. Come tutto il creato, è affidata da Dio alle nostre mani. Possiamo attingere alle sorgenti e fare del nostro pianeta l'Eden tra i grandi fiumi. Oppure trasformarlo in un pianeta devastato, desertificato, un Eden perduto. Il futuro è, più che mai, nelle nostre mani. • MC GIUGNO 2006 ■ 31

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