Missioni Consolata - Giugno 2006

MISSIONI CONSOLATA Celebrazione della messa sotto un albero di mango. Suor Maria, dottoressa comboniana, con un bambino affetto da tubercolosi. Suor Cristina si intrattiene con una conoscenza al mercato. conciate dai mass media occidentali desiderosi di cancellare ogni traccia di neo-colonialismo, rifiutano questa immagine dell'Africa. Non è così in America Latina,dove la presa di coscienza collettiva e dichiarata dei propri mali provoca dinamiche di liberazione. Non vorrei che tale atteggiamento delle classi medio-alte africane significhi una presa di distanza rispetto alle masse dei poveri del continente e un occultamento delle loro condizioni di vita. Durante il periodo che ho passato nella missione di Fianga ho avuto la forte sensazione che il tema della vita costituisca il messaggio centrale del cristianesimo della savana, la quale resta un luogo dove la vita sembra minacciata dalla onnipresente signoria della morte. Le minacce più violente sono costituite dalla malaria e dall'Aids. La malaria, più di tutto. La morte per malaria sembra ancora più gratuita, perché è conosciuta e curabile. Ma quando è unita a una mancanza cronica di alimentazione bilanciata, alla tenace resistenza di pregiudizi legati alla cultura tradizionale,alle distanze che separano le persone dai dispensari e ancor più dall'ospedale,all'assenza di mezzi di trasporto, all'impraticabilità delle vie dicomunicazione, essa è all'origine di un numero così elevato di morti da creare l'impressione di trovarsi di fronte a una qualche forma di peste. Il tema della vita e, perciò, il tema della liberazione dalle cause strutturali, ambientali, igienico-sanitarie e culturali che la minacciano è, forse, il motivo profondo che determina l'attrazione awertita da molti africani della foresta verso Gesù guaritore. «Il grido dell'uomo africano» come è stato definito dal teologo camerunese J. Mare Eia, è un grido che reclama vita e liberazione. GUERRAETURBOLENZE ■ ■■■ ■■■ riguarda direttamente alcuni territo- collegamenti ~on il governo di Kharri, soprattutto quelli frontalieri con il toum sono awolti da una complice Sudan e, particolarmente, con il oscurità. La fuga verso il Ciad era faDarfour. Bisogna tentare di indivi- vorita non solo dalla vicinanza con il duare nella migliore maniera possi- Sudan, ma anche dal fatto che le pobile, le dinamiche di questa strana polazioni profughe appartenevano, guerra e le sue conseguenze sulle in genere,alla stessa etnia del presipopolazioni. dente ciadiano. Esse, perciò, confidaDa più di 2 anni affluiscono verso il vano in una qualche solidarietà etni- A questi fattori di morte si unisce Ciad i rifugiati della regione del ca con «il fratello presidente». L____ a_:~~~:~~:a~~:~:~:r:~~:a~~~::___ ~~:f~~~~~c:~~~~:i~:~i~:~~~,~~~----~a-~~i:~~:~~:~~~~~~e~~d~~: _________ MC GIUGNO 2006 ■ 23

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=