Missioni Consolata - Maggio 2006

DOSSIER Intervista a Bano, leader del gruppo musicale «U2» L'IMPEGNO SOCIALE... <<È ROCK>> A Dublino, in Earl Street North, c'è un negozio di articoli acustici: il Bonavox Hearing Aid Store. Un giorno, Derek Hanvey detto «Guggi», del gruppo punckettaro The Villane, e Paul Hewson voce solista degli Hype, passarono di fronte alla piccola vetrina in cui erano esposti cornetti acustici. Guggi guardò l'insegna ed ebbe una folgorazione: ricordando che bonavox in latino ~ignifica «bella voce» scelse di affibbiare questo soprannome al suo amico Paul. Il giovane Paul Hewson, gradì il nomignolo, abbreviandolo in Bono, pseudonimo con cui, di lì a pochi anni, diverrà famoso in tutto il mondo. Pochi mesi dopo la passeggiata in Earl Street North, il cantante dei Radiators, Steve Rapid, propose agli Hype di cambiare il nome del loro gruppo, scegliendo un nuovo sostantivo dal doppio significato: U2. U2 erano gli aerei spia americani, utilizzati nella Seconda guerra mondiale; ma la fonetica inglese, «iu tu» può essere interpretata anche come «you too», «anche tu». Anche tu sei partecipe di tutto quello che sta accadendo; anche tu porti le responsabilità delle catastrofi che attanagliano il mondo; anche tu hai la possibilità e il dovere di combattere per un mondo più giusto e dignitoso... Anche tu non ti devi tirare indietro... 40 ■ MC MAGGIO 2006 Folgorato dal successo, la rockstar Paul Hewson, meglio conosciuto come Bono, non ha mai dimenticato le sue umili origini. Da molti anni, la sua forte coscienza sociale lo ha portato a schierarsi in difesa dei più poveri del mondo, mettendo a loro servizio le sue due grandi passioni, tipicamente irlandesi: religione e musica. Il binomio U2-Bono è oramai consolidato sia nel mondo musicale che in quello dell'impegno umanitario. Abbiamo incontrato Bono durante una pausa nella tournée mondiale dell'ultimo album pubblicato, How to dismantle an atomic bomb (Come smantellare una bomba atomica). Lei si dice contrario al mondo delle corporazioni e multinazionali, ma il suo gruppo nel 2004 ha sponsorizzato l'uscita de/l'iPod della Appie. Non c'è una contraddizione di fondo? La musica deve andare al passo con la tecnologia e non rimanere al palo, pena la sua sclerotizzazione. Inoltre, noi non sponsorizziamo l'iPod in sé, ma I' U2-iPod, che è anche un nostro prodotto perché contiene le nostre canzoni. Cosa rappresenta la musica per lei? La musica è il mio modo di parlare al mondo, ai giovani. Non dimenticherò mai le mie origini: il buco in cui a 17-18 anni suonavamo, il fatto che al di là degli stadi, del mondo in cui vivo ora, c'è un altro mondo fatto di povertà, miseria, disperazione. Lei è ricco, famoso, ma al tempo stesso non dimentica le sue umili origini. Chi vuole rappresentare? Rappresento quei paesi che, per pagare gli interessi dei loro debiti, non possono finanziare scuole, ospedali, istituti di ricerca. Rappresento quei milioni di persone che sono malate di Aids e che muoiono di fame. Perché, secondo lei, gli Usa egli stati più ricchi dovrebbero finanziare di Piergiorgio Pescali la ricerca sul vaccino dell'Aids e appoggiare le aziende farmaceutiche che producono farmaci inibitori del virus a prezzo inferiore? Perché è una questione di sicurezza mondiale e perché combattendo questa battaglia, che a differenza di altre può essere vinta, l'immagine dell'Occidente può venire riabilitata agli occhi del terzo mondo. Viviamo in un mondo dove ogni giorno 6.500 africani muoiono a causa di una malattia che potrebbe essere debellata. Riportare un minimo di giustizia: è questo il risultato che mi prefiggo di ottenere. Ha fiducia nei politici? Sono cresciuto in un mondo che odiava e non aveva fiducia nei politici. Quando cresci in una famiglia povera, in un quartiere emarginato e dimenticato, non credi più alla politica. Vorresti distruggere tutto. Ma oggi ho in loro maggiore fiducia, perché la facilità delle comunicazioni, i mass media meno ossequiosi costringono i politici a mostrare i fatti, oltre che le parole. Questo è il suo parere; quello dell'opinione pubblica forse èmeno ottimistico... Ed è qui che dobbiamo lavorare: la gente non ti darà un centesimo se non è sicura che i soldi che elargirà vadano a buon fine. Oppure te li darà una volta, ma poi chiuderà la sua borsa. La gente sa che la corruzione, è un grande problema in Africa. Eper questo che non chiediamo soldi se non siamo sicuri dove vadano a finire. Sono sicuro che la gente è generosa. Prendiamo gli esempi di interventi che hanno avuto successo, come in Se-

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