Missioni Consolata - Aprile 2006

MISSIONI CONSOLATA la società civile ha le sue istanze.Noi abbiamo cercato di iniziare una collaborazione:piani congiunti per lo sviluppo, affinché le persone possano dire la loro e possano segnalare le proprie priorità. Ad esempio, il poter mangiare: le grandi opere non sono , importanti come la soprawivenza. Questo è un lavoro lungo, ma è una grande scuola di partecipazione edi gestione del bene comune. l frutti, prima o poi si raccoglieranno». Ma cosa significa essere povero oggiinPerù? «Cominciamo col dire che la povertà non è una condizione solo economica.ll povero è quello che non ha opportunità e non ha opportunità perché 1111 1111 111111 è escluso dalla società, una s~:>eietà che ha obiettivi che non sono per i poveri. Sono per gente altra: un'altra razza, un'altra cultura, un'altra lingua, un altro modo di vestire, un altro colore della pelle, un'altra statura...». Scusi un attimo... lei intende statura fisica? «Certo, la statura degli indigeni si abbassa, mentre quella degli altri cresce. È impressionante vero?». Impressionante. «Sono due paesi mescolati con un'invasione della capitale da parte della provincia.Questo fenomeno ebbe inizio negli anni '40,aumentò negli anni '50-'60 fino ad arrivare alla presa di Lima negli anni '80, Lima fu veramente occupata dal resto del Perù. Le famigl.ie di Lima sono uscite dal centro della città per fuggire dall'invasione della provincia». Dalla provincia... Si tratta, dunque, soprattutto di popolazione indigena? «Indigena che parla quechua. ll dipartimento del Perù dove si parla più quechua è quello di Lima. Questa massa di poveri che giunge nella capitale arriva nelle peggiori condizioni, e con un bassissimo livello di istruzione». La scuola pubblica è così scadente? «Le scuole pubbliche, nella maggior parte dei casi, sono molto malandate. Per le buone scuole bisogna pagare. Ecosì awiene per le università:molti possono accedervi, ma le migliori sono quelle private, che tengono corsi a pagamento.Ci sono buoni corsi anche in università pubbliche (alla San Marcos, ad esempio), ma vi sono università di provincia,cui tutti possono accedere,che non si dovrebbero neanche chiamare università. È un problema reale,perché già qui awiene una separazione: tra chi ha opportunità e chi non le ha.Così,se si deve assumere un funzionario, gli si chiede da quale università proviene e quindi

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