Missioni Consolata - Marzo 2006

DOSSIER ------------------------------------------------ ne, provocando non solo il malcontento, ma spesso anche l'avversione della gente comune e delle persone oneste. La vittoria elettorale del partito democratico è stata costruita, a livello di propaganda elettorale, sullo slogan «caccia alla corruzione» e «dimezziamo le tasse alle picco• le imprese». Sul primo, visti i precedenti del l 997, è piuttosto diffi· cile credere solo sulla parola e la circostanziata denuncia fatta in parlamento per la collusione tra membri del governo ed ambienti della malavita, non lascia presagi· re seri risultati in proposito. Sul secondo, già prima che il nuovo governo si insediasse, il Fmi ha messo le mani avanti pubblicamenteJ impedendo qualsiasi riforma. E cambiato il governo, ma non i problemi, a cominciare da quello dell'energia elettrica. Viene erogata solo per un certo numero di ore al giorno, solitamente le prime ore della giornata e la sera. Quando si awicina l'inverno, la situazione si aggrava e le ore di sospensione sì allungano. Mancando la rete di di· stribuzione del gas, il riscalda· mento domestico si fa con la corrente e quando manca si resta al freddo. Ed è la stessa cosa per gli uffici e per i negozi, per i semafori delle strade e per gli ascensori dei palazzi, per i bar e per tutte le attività produttive, piccole e grandi. Queste per poter continuare l'attività si sono dotate di 32 ■ MC MARZO 2006 un generatore. Epoi il problema dell'acqua, che il paese ha in abbondanza ma che non sempre è disponibile, soprattutto come acqua potabile; il problema del sistema fognario, quasi sempre insufficiente o quando non del tutto mancante; il problema delle molte strade ancora dissestate, in particolare nelle zone rurali e dei coperchi dei pozzetti che mancano. Eancora, la sanità pubblica, dove la catena di una corruzione alla luce del sole, raggiunge anche gli addetti ai servizi di pulizia; la mortalità infantile ancora troppo alta; la scuola, che può vantare i più bassi salari e la maggior disaffezione al lavoro del personale, oltre al riaffacciarsi dell'analfa· betismo (solo 1'88% dei giovani fi . no a 15 anni sa leggere e scrivere); la disoccupazione, ancora molto alta (ufficialmente il 14%) soprattutto tra i giovani, ma anche conseguenza delle privatizzazioni, passaggio obbligato per gli accor· di di integrazione, che hanno provocato migliaia di lice,,ziamenti. Sono tutte le varie facce dell'unico grande problema della povertà, che in Albania interessa in gran parte, ma non solo, le aree rurali. Nel problema della povertà, un rilievo particolare deve essere fatto per la popolazione rom, che costituisce la parte più emarginata della popolazione albanese. Dall'abitazione, alla frequenza della scuola, dallo sfrut· tamento minorile, alla prostituzio• ne, dalla disoccupazione all'assi - stenza sanitaria, le generali condi· zioni di vita di questo gruppo sono le più misere in assoluto. Non è la situazione disperata del 1991-92 o del 1997, certamente. E bisogna anche non dimenticare che gli albanesi erano abituati a vivere talmente con poco che è stato ovvio, con la liberalizzazione, l'aumento delle esigenze quotidia· ne. Negli ultimi cinque anni , il miglioramento delle infrastrutture stradali è stato enorme. Ma la gente vorrebbe maggior impegno e maggior efficacia. Non è stato fatto tutto quello che si poteva fare ed in altri paesi che si sono presentati all'appuntamento con la democrazia in situazioni simili, è sta· to fatto di più. Romania e Bulgaria, per esempio, hanno già una data fissata per il loro ingresso nell 'U· nione europea. L'ARTE DI «ARRANGIARSI» Secondo gli esperti, l'Albania è in ritardo nel cammino verso l'Ue per• ché è il paese meno integrato nel · l'economia europea. Uno dei problemi più dibattuti dagli esperti è la necessità di portare alla luce del sole la grande fetta di economia informale del paese, che è stata stimata pari al 33% del Prodotto in· terno lordo (Pii). C'è una economia formale ormai abbastanza strutturata e dinamica: costruzioni, commercio all'ingros· so, commercio al dettaglio, strutture alberghiere, produzione di scarpe e confezioni, lavorazione del legno, molti servizi, eccetera. C'è poi tutto quanto si fa per soprawivere: piccolo commercio occasionale, ambulante o semi-stabile, di tutti i generi; manutenzio· ni e riparazioni di auto, elettrodomestici, impianti elettrici, bagni domestici; trasporti di persone e cose, tutte attività non di - chiarate, in gran parte tollerate, se non tacitamente approvate, che ufficialmente non esistono e per le quali non si paga nessuna forma di assicurazione o tassa. Ma l'economia informale non è solo questo, è anche fare le stesse cose, avere cioè il medesimo comportamento di «arrangiarsi», anche nell'ampia Per le strade di Tirana: un anziano vende semi di girasole e un servizio di pesatura.

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