Missioni Consolata - Marzo 2006

MISSIONI CONSOLATA Visione "panoramica» di uno slum di Nairobi. sempre utile ritornare su tale argomento, per ricordare i problemi della gente che vi vive e sottolineare l'infaticabile lavoro dei missionari che vi operano. ASoweto padre Franco Cellana lavora in mezzo alla gente con straordinaria dedizione, forza e carica vitale.Egli accompagna il cammino di speranza della popolazione alla luce di un progetto d'insieme, in cui problemi materiali, esigenze morali e fame di nutrimento spirituale trovano pari attenzione. Di questo progetto vorrei sottolineare almeno quattro aspetti essenziali. Il primo è che ogni intervento di promozione umana si inserisce in una prospettiva di trasformazione strutturale delle condizioni esistenti. L'acquisizione della proprietà della terra su cui sorgono le baracche da parte di chi le abita, la costruzione di strade e fognature, l'approwigionamento d'acqua, l'installazione di punti-luce, scuola e refezione per bambini e ragazzi, la costruzione di case in muratura, la prevenzione e la cura dell'Aids sono le condizioni basilari irrinunciabili perché gli abitanti di Soweto possano incominciare avivere con dignità. Dentro questo quadro generale si muovono le iniziative particolari. Il secondo aspetto riguarda la partecipazione costante della popolazione, non solo alla realizzazione dei progetti, ma anche alla loro ideazione. Non si tratta di fruire un po' passivamente di un aiuto programmato altrove, ma di essere soggetti attivi, pensanti, parlanti e, soprattutto, responsabili, cosicché si attuino, tra missionario e popolazione locale, un'autentica condivisione, un'interazione eun mutuo arricchimento e donazione reciproca. Il terzo aspetto riguarda la costante interlocuzione con il governo per il riconoscimento degli s/ums.Questi agglomerati urbani esistono enon possono.essere né ignorati né svuotati dei loro abitanti con opere di demolizione delle baracche, essendo gli abitanti stessi persone i cui diritti comportano obblighi e responsabilità pubbliche. lnfine,quarto aspetto,esiste un coordinamento delle équipes pasto- ■■ ■■ ■■■ rali di alcune parrocchie di Nairobi che, lavorando insieme, possono sia dare forza al movimento di coscientizzazione degli abitanti degli s/ums, che evitare la dispersione di forze progettuali eoperative. SPERANZE EREALIZZAZIONI Anche altre realtà missionarie mi hanno fatto ugualmente e diversamente riflettere nel corso del mio viaggio. Penso alla Familia ya ufariji (la casa della consolazione) di Nairobi, dove bambini e ragazzini di strada per lo più orfani, affidati al le cure di padre Gilberto Forese edi alcuni educatori, tentano una non facile integrazione.Questi ragazzi continuano avivere in famiglia e,al tempo stesso, frequentano scuole esterne in modo da evitare la ghettizzazione. Penso alla Tumaini Children's Home di Nanyuki,dove bimbi sieropositivi o malati di Aids ricevono assistenza e amore, in un contesto per quanto possibile sereno. Penso agli ospedali ben attrezzati, come quello di Wamba, o ai dispensari e ai centri di formazione tecnica e professionale presenti un po' dovunque. Penso aquanto ho ascoltato aMa- , MC MARZO 2006 ■ 13

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