Missioni Consolata - Marzo 2006

ce: è questo lo scopo del progetto Apax, ideato e realizzato da suor Donata Uwimonimpoye, direttrice del collegio di Murambo, in Rwando. Il programmo è suddiviso in diversi miero progetti che vanno dallo pratica della non violenza evangelica olla costruzione di una fabbrico di candele e preparazione allo risoluzione dei conflitti . Promotrice e animatrice del progetto, suor Donato è uno religioso rwondese, laureato all'università di Friburgo, in Svizzera, dove si trovava nel 1994, all'epoca del genocidio. La religiosa ha presentato una tesi di laurea dal titolo: «Preparazione olla mediazione dei conflitti». li progetto Apox coinvolge diversi giovani professori che hanno costituito piccoli circoli in tutto il paese. li progetto d'educazione cristiana ai valori della pace è pienamente conforme con gli obiettivi dello Commissione nozionale rwondese per l'unità e la riconciliazione. (Fides} Nonostante le enormi carenze in cui assolvere olla sua missione, la chiesa cattolico in Ciad ha iniziato l'anno con lo celebrazione del primo Congresso eucaristico nazionale e mostro uno gronde gioia. Lo ha constatato il cardinale nigeriano Francis Arinze, prefetto dello Congregazione vaticana per il culto divino, che ha presieduto l'avvenimento ecclesiale in qualità di inviato papale. Lo chiesa nel paese è sorto 75 anni fa e oggi conto 8 diocesi; il primo sacerdote è stato ordinato solo 35 anni fa. 1 li card. Arinze ha affermato di aver trovato un popolo sereno, pur nello suo povertà. «Mi ho colpito molto il senso di pace, il desiderio di condivisione, lo disciplina personale. Non ho notato lo presenza della polizia, è un popolo molto disciplinato» ha riconosciuto. Ad ogni modo, il porporato ha ricordato che lo chiesa in Ciad «ho bisogno di molto. Non ha, od esempio, sufficienti sacerdoti, religiosi e religiose. Necessito di missio- --------------------------~---~-· presidente dello Conferenza episcopale (Cev), mons. Uboldo Santona, e il presidente Hugo Chévez. «Riteniamo che sia la chiesa che l'esecutivo debbono adottare un tono più adotto al dialogo democratico» ho detto mons. Santona, che ho letto un documento dei vescovi in cui si esorta il governo a «evitare termini dispregiativi» contro i documenti della Cev e «gl i attacchi ai pastori dello lir:;::::;!lllilllll chiesa nei programmi radiofonici e televisivi». Il presule ho aggiunto che «un dialogo serio ed efficace è possibile solo se si escludono i sospetti e le ingiurie», sottol ineando lo necessità di «ascoltare con tolleranza e rispetto le critiche». li vescovo ho quindi apprezzato il clima di estrema apertura e fiducia in cui si è svolto il colloquio: «C'è un atteggiamento positivo, che lascia aperte le porte affinché possiamo continuare o incontrarci ; ora lavoreremo di più a livello di commissioni episcopali, che si riuniranno con dirigenti e ministeri per affrontare temi concreti come lo lotta olla povertà» . Secondo il vice-presidente del Venezuela José Vicenle Rongel, «tutte le asprezze sono state limate. Questo ponte che si apre con la chiesa cattolico scoraggerà tutti i sosten itori della violenza e dello scontro, rafforzando coloro che promuovono il dialogo, rafforzando lo chiesa e il governo». nari e ne riceve» . Allo guido delle 8 diocesi (una è prefettura apostolico) ci sono sette presuli : tre del Ciad, due italiani, uno spagnolo e uno canadese. A questi si aggiunge un sacerdote francese, prefetto di Mongo. Lo popolazione del Ciad è inferiore o l Omilioni di persone: il 51 %è musulmano, il 35% cristiano, il 7% di religione trad izionale e il 7% professo altri culti. I cattolici rappresentano circa il 10% degli abitanti del paese. (Fides) OVI EGOVERNO A scoltarsi e rispettarsi recipro- (( camente» è l'impegno assunto dalla chiesa cattolica venezuelana e dal governo in un inçontro tra il {Misna} ono 27 i missionari uccisi nel 2005: un vescovo, 20 sacerdoti, 3 religiose, 2 religiosi eun laico. Il conteggio non riguarda solo Imissionari ad gentes in senso stretto, ma tutto Il personale ecclesiastico ucciso In modo violento oche ha sacrificato la vita, consapevole del rischio che correva, pur di non abbandonare Il proprio Impegno di testimonianza edi apostolato. Alcuni di loro sono stati trovati ore o giorni dopo Il decesso, spesso vittime, almeno In apparenza, di aggressioni, rapine efurti, perpetrati In contesti sociali di particolare violenza, degrado umano epovertà, che cercavano di alleviare con la loro presenza e la loro opera. Mentre nel 2004 fu l'Africa, con 6 vittime, Il continente In cui vennero colpiti più missionari (uno solo di origine africana), nel 2005 sono state l'America Latina equella centrale a vedere la morte di 12 donne euomini Impegnati nelle missioni: 5 In Colombia, 3 In Brasile, 2 In Messico ealtrettanti In Giamaica. Altri 8 sono stati uccisi In Africa: 3 nella Repubblica democratica del Congo, 3 in Kenya, uno nella Repubblica del Congo (Brazzaville), uno In Nigeria. In A.sia sono invece morti 4 missionari. li Sud del mondo resta ancora una volta al centro In questo drammatico martlrologlo, sia come terra d'origine delle vittime sia come luogo del martirio. (Mlsna) MC MARZO 2006 ■ 11

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