Missioni Consolata - Febbraio 2006

MISSIONI CONSOLATA bedue:Laddove i parenti possono prowedere alla continuità assistenziale, gli orfani rimangono all'interno di un nucleo familiare; in questi bambini, tuttavia, il grado di scolarizzazione sembrerebbe essere alquanto insufficiente. Impatto socio-economico L'infezione da Hiv/Aids colpisce i giovani proprio nell'età di massima potenzialità dal punto di vista lavorativo. In una prospettiva di tipo economico è a livello individuale e della fa1 miglia che l'epidemia ha l'impatto più significativo. Se, come si verifica in molti paesi dell'area subsahariana, molte famiglie sono colpite dalla ma- 1 lattia, il danno si estende alla comunità, in particolare sul settore economico, e di qui all'intera economia nazionale. In termini economici il macro è frutto del micro; da sempre la malattia e la morte provocano miseria e aumentata povertà nella famiglia colpita, ma sono le migliaia di malattie che possono mettere in crisi la crescita economica di un paese. Stime sull'impatto socio-economico sono difficili per svariati motivi, primo tra tutti la mancanza di dati. Gli epidemiologi utilizzano dati demografici che non sempre sono così utili per gli economisti; inoltre, a livello nazionale i dati non sono raccolti routinariamente e spesso sono limitati o incompleti. Non esistono studi di economia su base nazionale, e ci si deve accontentare di estrapolazioni da sorveglianze a livello di nuclei familiari o comunitario per il calcolo del costo della vita o della forza lavoro. Difficile correlare i risultati osservati al tasso di Hiv; più facile collegarli alla morbilità/mortalità osservata in un determinato contesto familiare. Altro aspetto che rende difficile la valutazione dell'impatto socio-economico è che per molto tempo non sono state misurate le conseguenze dell'infezione su morbilità e mortalità. Se, come noto, la morte arriva dopo 8-l O anni dal contagio, le conseguenze diverranno evidenti dopo tale periodo. In molti paesi africani l'incidenza della malattia è in progressiva crescita; inoltre, vi è evidenza che in paesi in cui la prevalenza è in calo il numero di orfani continua ad aumentare. Ciò significa che anche dopo che l'epidemia avrà raggiunto il suo picco i problemi sociali 1111 1111 111111 La dottoressa Soranzo: nel suo articolo parla dell'Aids in veste di esperta di malattie infettive. continueranno ad aumentare. Sociologi ed economisti osservano gli effetti dell'Aids mentre sono in atto: malattia, morte, povertà, orfani. Per contro, gli epidemiologi sono prevalentemente interessati a mette~ re in rilievo eventi vitali, quali lanascita o la morte. Per il governo, un evento quale la malattia tra il personale viene affrontato con la sostituzione dello stesso, mentre per l'azienda lo stesso evento è interpretato come diminuita produttività per variazione della forza lavoro. In ogni caso morbilità e mortalità sono i determinanti dell'impatto socio-economico sulle famiglie, e sul lungo tempo anche sull'economia nazionale. Altra differenza tra epidemiologi ed economisti è che, in alcuni casi, i primi possono misurare qualcosa che non è più presente. Se un nucleo familiare scompare e la sorveglianza prosegue, si considera una famiglia in meno. Per gli economisti questo può significare che se i bambini emigrano in un altro nucleo, tale riallocazione potrà creare problemi nella nuova famiglia. Altro aspetto da non sottovalutare a livello nazionale è quello di possibili ridotti investimenti in paesi dove è in atto l'epidemia; come si può misurare l'effetto di denaro che non è stato introitato a causa di tale motivo? Infine, nell'osservare l'impatto della malattia e della morte su nuclei familiari e sull'economia emerge che in termini economici il valore della vita può essere differente. Le economie dei Pvs crescono lentamente, e le strutture si modificano con lo stesso ritmo. Questo può comportare minore necessità di lavoro e conseguentemente minor necessità di denaro per la salute. In tale scenario ed a livello macroeconomico, la morte potrebbe non incidere sul funzionamento di una economia che va a rilento e, in termini puramente economici, coloro che sopprawivono potrebbero stare meglio. Le argomentazioni sul valore relativo della vita stanno diventando sempre più importanti con la maggior diffusione del trattamento antiretrovirale:chi potrà accedere alla terapia e come sarà presa tale decisio- . ne? Si tratta di problemi etici che, se non sufficientemente approfonditi, porterebbero gli economisti a generare politiche che contrastano con il sentire comune. PER QUANTO ANCORA SPETTATORI INDIFFERENTI? L'epidemia di Aids, come tutte le malattie che nei secoli hanno sconvolto il pianeta, ha spinto a trovare soluzioni che permettessero la soprawivenza della nostra specie. Rispetto ad altre infezioni, l'Aids ha una connotazione del tutto particolare, sia sotto l'aspetto scientifico che sociale. Ha permesso di sviluppare la ricerca di base e clinica, ed ha portato a conquiste utili anche in ambiti non strettamente infettivologici.Se il capitolo non si è ancora chiuso per la mancata realizzazione di un vaccino, si è tuttavia riusciti a trasformare un'infezione mortale in una malattia curabile. Ma l'Aids è stata ed è anche altro; ci ha sensibilizzato su aspetti sociali, economici, etici, comportamentali e ci ha spinto ad approfondire temi che sembravano non dover interessare la nostra coscienza. Le conseguenze dell'epidemia sono sotto gli occhi di tutti attraverso il numero di morti, di contagiati, di orfani, ecc., ma la dimensione socio-economica, attuale e soprattutto futu- 1 ra,ci sfugge. l dati a disposizione non ci permettono di definire con chiarezza politiche di intervento e ancor meno di predire risultati raggiungibili; in tale incerto scenario continua a crescere il divario tra paesi ricchi e paesi poveri. È opportuno chiederci se continueremo a rimanere spettatori indifferenti. • ~ MC FEBBRAIO 2006 • 51 ' ·

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=