Missioni Consolata - Febbraio 2006

Il AIDS E·MEDICINA 1111 111111 111111 La pandemia in Africa: storia, attualità, prospettive future L'INFEZIONE AFRICANA Dal 1983 molte cose sono cambiate nella lotta all'Aids. Anche se tuttora non esiste un vaccino, i trattamenti farmacologici hanno di molto allungato (e migliorato) la vita dei malati. Ma non in Africa, dove . la situazione è addirittura peggiorata, sconvolgendo un continente già segnato da problemi di ogni tipo. Ed anche le prospettive per il futuro sono tutt'altro che rassicuranti. R ispetto alla data di identificazione del virus Hiv, avvenuta 1 nel1983,molto oggi è noto sulle sue caratteri~tiche, modalità di trasmissione emeccanismo patogenetico.Sappiamo che, per il progressivo danno immunitario, la malattia passa da una fase apparentemente silente sino aquella della comparsa di infezioni opportunistiche. Le manifestazioni cliniche sono strettamente condizionate da fattori quali l'età, sesso, razza, sede geografica, trattamento e storia comportamentale. L'infezione da Hiv ha assunto un suo specifico inquadramento all'inizio degli anni '80 quando in tre città americane (Los Angeles, NewYork e San Francisco) _venne identificata in giovani omosessuali una forma apparentemente epidemica di Sarcoma di Kaposi.Da allora molta strada è stata fatta, soprattutto nella ricerca di farmaci per il trattamento; ciò ha permesso di trasformare in cronica una malattia che aveva all'origine esito letale nel giro di 1 O anni. Dal punto di vista epidemiologico 1 il modello di diffusione si è drammaticamente trasformato in questi ultimi anni.Mentre all'inizio la malattia era soprattutto confinata in Nord America, in Europa e in alcune aree dell'Africa subsahariana, oggi focolai di infezione sono presenti in tutto il mondo. Sotto l'aspetto socio-economico l'Aids non differisce dalle «classiche» Una corsia dell'ospedale di lkonda, in Tanzania. malattie infettive che, come noto, tendono acolpire popolazioni più «vulnerabili» da ogni punto di vista. Nei paesi industrializzati i nuovi casi sono identificati tra persone definite «a rischio»(omosessuali, tossicodipendenti), ma è nei paesi dell'Est Europa e soprattutto in Africa che si riscontra il90% di nuove infezioni. In questi soggetti la via più frequente di contagio è quella eterosessuale. A livello mondiale si stima che i casi di Aids siano circa 45 milioni, di cui 25-30 localizzati nell'area subsahariana.l fattori che maggiormente incidono sulla diffusione sono da ricondurre avariabili comportamentali, MC FEBBRAIO 2006 • 41

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