Missioni Consolata - Febbraio 2006

MISSIONI'GONSOLATA gno ad azioni contro l'epidemia. Per i paesi più poveri utilizza la strategia di prestiti senza tasso di interesse. Collabora con le altre agenzie Onu, che da sempre sono co-sponsor di Unaids, nella elaborazione di analisi strategiche, definizione di politiche e altre forme di know-how. Nel luglio 2001 il Summit G8 decise la creazione del Fondo globale contro l'Aids, tubercolosi e malaria. li Fondo fu ufficialmente creato nel gennaio 2002 aGinevra e fin dall'inizio ha assunto un ruolo di prim'ordine, diventando una delle principali entità erogatrici di fondi per la lotta all'Hiv/Aids. Nel luglio 2001 l'Italia s'impegnò a contribuire al Fondo con 200 milioni di dollari (l 00 nel2002 e l 00 nel 2003), diventando così il secondo donatore, dopo gli Stati Uniti, eacquisendo di diritto uno dei 7 posti riservati nel Consiglio di amministrazione ai paesi donatori. Per il periodo 20042007, ha già donato circa 218 milioni di dollari, rispettando i tempi previsti. Aids in Africa: uno scandalo In un rapporto sulla situazione del continente africano nel2005 e sulle possibili evoluzioni, Unaids traccia delle proiezioni fino al2025. Lo studio è molto interessante e mette in 11111 111111 1111111 luce delle variabil i finora poco consi- t derate. La gravità della situazione attuale, il numero dei morti edei nuovi casi di infezione, rendono urgente ripensare quanto si è fatto finora per migliorare gli interventi futuri e così anche la speranza di vita delle prossime generazioni. La conclusione dei vari seminari, studi eanalisi, sono stati tracciati tre distinti scenari, uno dei quali, intitolato «il peso del passato, spirale infernale, è certamente il più disastroso e... scandaloso per il futuro del continente (per una conoscenza dettagliata vedi pag.25). l tre scenari suggeriscono che, attualmente, la risposta all'epidemia non è adeguata e che si dovrebbe tentare tutto il possibile per evitare il propagarsi del virus. t evidente l' importanza della percezione della crisi e la necessità di approfittare delle risorse, valori e culture a livello locale, come ulteriori elementi utili nella lotta contro il virus. t necessario, soprattutto,espandere la risposta all'Hiv/Aids all'ambito dello sviluppo vero e proprio, perché non esistono formule magiche, che Lusaka (Zambia), visita a un malato di Aids: la cura verso i sieropositivi è in buona parte sulle spalle del volontariato. diano risultati a breve termine; è fondamentale la collaborazione tra tutti gli attori sociali. t necessario investire in favore dei diritti delle donne, promuovere e rafforzare il loro ruolo all'interno del contesto sociale; è opportuno investire sui minori rimasti orfani e prendere in considerazione l'effetto psicologico dell'epidemia. Ciò nonostante la sfida all'epidemia sarà con noi per i prossimi 20 anni. L'Hiv/Aids è un fenomeno complesso,che richiede una risposta integrale e una collaborazione effettiva tra tutti gli attori sociali coinvolti, con particolare enfasi nella partecipazione delle persone che vivono con il virus. «Per il momento- suggerisce Kofi Annan, segretario generale dell'Gnu - le uniche armi disponibili sono l'unione e la collaborazione tra i diversi protagonisti delle strategie contro l'Hiv/Aids; per cui occorre far crescere la mobilizzazione di tutti i soggetti, imprese private, istituzioni nazionali eorganizzazioni non governative.Ogni attore sociale eogni individuo hanno una responsabilità verso la collettività, perché questa epidemia è un problema di tutti non solo delle persone sieropositive». In linea con gli slogan delle campagne mondiale 2005,ognuno deve contribuire ad arrestare l'epidemia, mantenendo la sua promessa. • MC FEBBRAIO 2006 • 41 ' t t t t t t

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