Missioni Consolata - Febbraio 2006

Il CHIESA IN AFRICA EAIDS Il Il Il Il Il Il Il Il ------------------------------------------------------------------------------------------------- ~ --------- (Sabc) è dato daii'AfdsReliefConsortium, un coordinamento di più soggetti guidato dal CatholicReliefServices (Crs), la Caritas statunitense. In Sudafrica,AidsRelief- attraverso Sabc e un altro partner, 1'/nternationa/ Youth Development- è riuscita a raggiungere 5.500 pazienti con trattamenti antiretrovirali, più di 11 mila con cure mediche in 24 strutture. 14 • MC FEBBRAIO 2006 Complessivamente AidsReliefinterviene in 9 paesi, dove distribuisce trattamenti antiretrovirali a26.600 malati e cura 78.650 pazienti in 89 strutture. Durante una conferenza che si è tenuta alla fine del2004 presso il Sizanani Viflage di Bronkhonstpruit, una sessantina di chilometri da Pretoriaun centro creato da un missionario alDall'alto in basso. Missionari della Consolata nelle parrocchie di Madadeni edintorni: Tarcisio Foccoli (da sinistra), Germdn Giraldo Galindo,Joseph Mang'ongo. ' Entrata dell'ospedale di lkonda in Tanzania. Padre Sandra Nava, missionario della Consolata, respons-abile dell'ospedale di lkonda. • Il dottore Gerord, sua moglie Elizabeth epadre Romano Ceschia, cappellano dell'ospedale di lkonda toatesino, padre Charles Kuppelwieser, dove tra le molte attività si curano anche malati terminali di Aids e si realizzano programmi di assistenza domiciliare -l'imperativo emerso da tutti i partecipanti è quello di rendere i trattamenti antiretrovirali sostenibili sia economicamente che nella gestione concreta di una cura che richiede grande rigore e assistenza. «l nostri pazienti trattati con antiretrovirali- spiega Bulelani Kuwane, responsabile del centro Sizanani, che con le sue strutture coloratissime, secondo la tradizione locale, è tutt'altro che un luogo che evoca malattia e morte- vengono seguiti da assistenti sociali e infermieristici,che visitano i malati nelle loro case, assistono le famiglie e curano l'aspetto comunitario, che è estremamente importante anche nella lotta all'Aids. Perché è nella comunità che il malato trova i riferimenti acui aggrapparsi per poter soprawivere». «La situazione in Sudafrica è drammatica- conferma Johan Viljoen, nel suo studio presso l'Ufficio Aids della Sabc -.In dodici anni, la prevalenza del virus tra gli adulti è salita dall'l a oltre il20o/o.Ma solo un'esigua minoranza- 1 Oo/o circa- è consapevole di essere malata. Epochissimi vengono curati. In alcune zone del KwaZulu Natal, i risultati dei test sulle donne incinte mostrano che circa il40o/o di loro sono sieropositive». Eproprio le donne sono le più colpite, ma anche le più attive nel reagire. Lo conferma la dottoressa Malebo Maponyane, medico infettivologo, che pure lavora presso l'Ufficio Aids della Sabe. Ementre ci porta a visitare un centro sanitario gestito dalle suore di Ho/yCross,alla periferia di Pretoria,dove sono stati introdotti con grande successo, lo scorso anno,

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