Missioni Consolata - Dicembre 2005

sonadel Verbo Incarnato.Dio siaccoraa tttll~ misure di un bambino per fatsi C41pire e comprendere dall'umanità: un bambino è capace di smontare anche l'animo più restio perché è libero, senza difese, senza pregiudizi, senza maschere, immediato e affettivo. Chl ha paura di un bambino? Dire cheDio si fa bàmb.ino significa affermare che l'impossibile è possibile. Significa in un certo senso negare la divinità di Dio stesso perché fa coincidere due contrari: l'umano e il divino, il tempo e l'eterno, l'immanente e il trascendente. Dio siaccorcia! Ecco lo scand!llo, simile allo scandalo della croce. Dal primo natale in avanti, nessuno puòpiù fare a meno di contare il tempo con la misun1 dell'eternità, perché!'eternità stessa di Dio è cont~minata per sempredal tempo dell'uomo. Nessuno può più incontrare Dio o cercarloo invocarlo senzapassareattraverso la sua umanità, la sua corporalità e la sua fisicità. Nessuna spiritualità è più possibile al di fuori dell'incarnazione, cioè dell'incontro «ftsico» con Dio. Gli spiritualisti che metto.no tra parentesi l'umanità di Dio, credendo di difendere la sua trascendenza, non si rendono conto che parlano di un altro dio, di un idolo, una caricatura di Dio. Nessuno infatti può accedere più aDio senza passareobbligatoriamente attraverso la pienezza della umanità del Lògos-carne: Uomo-Dio «nato da donna, nato sotto la legge». Natale: Dioùtcarnato l Nem.tnenoDiopuòpiùfare a meno dell' umanità e della èame mortale. Questo è il motivo per cui non ci può più essere <<rivelazione» in senso stretto: ora possiamo vedete e toccare la «carne di Dio», perché Dio, l'inesprimibile, diventa «carnale»: <<Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhl, ciò chenoi abbiamocontemplato e ciòche le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, (poiché la vita si èfatta visibile, noi l'abbiamoveduta e di ciò .rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presse;> il Padre e sJ è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a VQ.i, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Fi.ldio suo Gesù Cristo» (l<i v 1,1-3). Le paroledelprologodella prima letteradi Giovahni contengono due ossimori (=oppostt) travolgenti: veder~ ilVerbo e toccare ilVerbo. Come è possibile vedere e toccare la Parola/Lògos? Natale è guesto ossimoro: Dio veduto e toccato. Non è forse quello che avviene anche nell'eucaristia dove vediamo la Parola chè diventailPane che mangiamo? LA DONNA E LA LEGGE n ventre delladonna è la tenda della nuova umanità perché è la grotta del natale di Dio. Non si è uomini senza una donna e non c'èDio incarnatosenza la donna: <<Fatto da donna>>! ll Concilio di Efeso (4> l) ne ebbe tanta consapevolezza che i 200 padri presenti pmclamarono all'unanimità Maria,la donna, Theotòkos!Madre diDio. Solo Dante riesce a esprimerne la profondità, ma anche lui deve ricorrere ad altri 3 ossimori srridenti e per qu.e· sto sono poesia pura: «Vergine-Madre, figlia-del-tuo-Fisdio, umile-ed-alta più che creatura» <Par. XXXIV, 1-2). San Paoloha coscienza di quelloche afferma, perché l'espressione <d'atto da donna>> è una bestemmia difronte alla religione giudaica. un obbrobrioper la filosofia greca! Dio l'Onnipotente,] Creatore, il Liberatore, il Salvatore, il Padre d'Israele che si accorcia cosl tanto fino a diventat'e sarx/carne di fragilità nell'imputo vem.re di una donna. I: ebreo rnàschio, infatti, ogni mattina prega: <<Benedetto sei tu, Signore nostroDio e re dell'universo, che non mi hai fatto nascere pagano/idolatra... che non mi hai fatto nascere schlavo... roenon mi hai fatto nasceredonna>> (Ufficio delmattino, Barùk). Essere donna, secondo la legge e la tradizione è paragonabile all'idolatria e al paganesimo, cioè all'essere spregevole davanti a Dio. Per questo la donna, consapevole della sua condizione di emarginazione e non riponendo alcuna fiducia nell'uom<?1 perché disprezzata anche da coloro the J' amano, a differenza dell'arroganza dell'uomo, si abbandona totalmente alla volontà del Signore, senza pretendere di averne spiegazione. Anche lei infatti ogni mattina prega come il suo uomo, ma con una piccola variante: <<Benedetto sei tu, Signore... che non mi hai fatto paganal id1Jiatra.. schiava... emi hai fatto nascere secondo Ja tua volontà>>. Nella donna si compie la Legge, perché la volontà dell'Onnipotente si assumela forma del ventre di una donna: «Ecco, vengo! Nel rotolo del libro sta scritto perme di fare la tua volontà. Sì, mio Dio, lo voglio: la tua Toràh/Legge (è/sta) in mezzo alle mie viscere~> (Sal 40/39,8-9). QuANDO GIUNSE LAPIENEZZA DEL TEMPO Una donna ebrea, una ragazza appena adolescente, di fronte al misterodi un Dioche la sceglie Arca della Nuova Allean7.11,lei che si nutre della preghiera dei salmi, si lascia trasportare dal suo ruore esi abbandona alla volontà del Re dell'universo: «Oh, sì! Ecco (mi! Sono) la serva del Sjgnore: avvenga di me secondo la suaParola» (Le 1,38). Circa35 anni dopo, il FiWio farà sue le parole della Madre, abbandonandosi alla morte per amore: «Padre... si compia la tua volontà» (Mt 26,42). Celebrare il natale è entrare inquesta volontà fino a identificarsi con essa: carne di Dio e sangue dell'uomo. È natale! Bisogna spegnere le luci che distraggono dal silenzio che avvolge tutte le cose nella notte di Dio, per ascoltare la Parola chevagiscedal ventre di donna come una spada affilata (Sap 18,14-16; cfEb 4, 12) che porta all'umanità il vangelo della fine dell'esilio perché Diariprende possesso della tenda carnale di un grembo di donna: la tenda nuova del convegno dove ora Adam ed Eva possono riposare in pace! MC l dicembre 2005 pagina 65

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