cose che non condivido proprio. In primo luogo, non sono a favore dd militari al potere. I militari devono stare nelle caserme.lo verità, non so quale sia l' utilità dei militari (ammesso che ne abbiano una), ma sicuramente non è quella di governare. In secondo luogo, uno dei moti - vi per i quali Chavez è stato votato è la lana alla corruzione. Ebbene, si deve riconoscere che in questa battaglia il paese non è avanzato per nulla. In questo momento c'è abbondanza di petrodollari, cioè di dollari deriv;mti dalla rendita petrolifera, ma ci sono anche enormi fu - ghe di denaro che vanno anche nel - le tasche di uomini vicini a Chavez. Nessuno fmo ad ora ha potuto accusare il presidente ed anzì io credo che lui ne sia estraneo. Tuttavia, ha collaboratori che sono p rofondamente implicati nella corruzione e che i<;> sp~ro ye~g~o presto allontanati ed mcnmmatl». CARACAS NON È BOGOTÀ Tra Venezuela e Stati Uniti da tempo non corre buon sangue. I rApporti sono peg~orati soprattutto da quando Wash.i.ngton ha sostenuto il golpe di stato dell'aprile2002 (fallito in 48 ore). Nulla di nuovo sotto il sole. «Nel 1973 - ricorda padre Bruno -, il presidente cileno Salvador Allende fu scacciato dagli statunitensi e da Kissinger (2). IJ mondo lo sa, loro lo ammettono e dicono che non potevano fare altrimenti. Se questo è il ragionamento, senza appoggiare Fide! Castro e il suo regime (per il quale non ho aJcuna simpatia), bisogna riconoscere che, se non si metteva sulla difensiva, da varie decadi gli americani lo avrebbero cacciaro. Per gli Stati Uniti il nostro Chavez è più pericoloso di Fidel Castro non solamente perché è ben più giovane, ma perché rappresenta un umanesimo che il leader cubano non ha. Personalmente ammiro lo sforzo pedagogico eli Cbavez per tentare di costruire un mondo protagonista, arrivo e reattivo al di fuori degli schemi fmora conosciuti e di invitare il popolo in un meccanismo partecipativo». Di fronte ai fallimenti della globalizzazione capitalista, Chavez sta proponendo una nuova ricetta che ha però un vecchio nome che suscita sospetti e paure. Sorride, il sacerdote, e spiega: <<Il presidente parla di "socialismo del secolo XXI". Nessuno sa cosa significhi e finora non ha alcun rappresentante, però è mollo facile squalificarlo in nome del socialismo catastrofico del x:xo secolo, che è imploso per la sua violenza e la sua mancanza di libertà». In patria, tutti i mezzi eli comunicazion~ privati (con le televisioni in prima fila) sono contro Chavez (3). Ed anche all'estero egli non gode del favore dei media... «Oggi - chiosa padre Bruno -, tutti sanno che le guerre importanti iniziano con lamobilitazione mediatica. Attualmente è impossibile giustificare un conflitto senza l'appoggio dell'opinione pubblica mondiale. Dunque, è comprensibile che le grandi agenzie di stampa non possano che diffondere notizie poco favorevoli a Chavez. Cosl gli Stati Uniti e i loro alleati hanno ini - ziato le guerre attuali». li Venezuela si oppone aU'ulteriore espansione delle politi.che neoli - beriste propugnate da Washington e punta a creare un front e comune d'opposizione io America Latina e nel mondo intero. Oltre a ciò, è un grande produttore ed esportatore di petrolio, risorsa sempre più scarsa e costosa. Per tutto ciò il Venezuela e Chavez danno molto fastidio. Da tempo, nel paese si parla apertamente di «magoicidio», l'assassinio del presidente (leggere riquadro). Padre Bruno ha idee chiare al riguardo: «In queste situazioni gli Stati Uniti non si fermano di fronte a nulla. L'assassinio politico è un 'opzione reale come accadde con Gaitan (4) nell948. Il politico colombiano sembrava una specie di Chavez, anche se io non l'ho conosciuto e il COntesto era diverso. fl SliO assassino scatenò la rivolta a Bogotà e segnò l'inizio di un conflitto che dura da 50 anni. Sono personalmente convinto che gli Usa non permetteranno a questo governo eli continuare. Hanno già fatto di tutto per farlo cadere, anche se finora gli è andata male. Ma, nonostante tanti dementi contrari, non cr<tdo che rinunceranno». E una persona che non ha mai smesso eli pensare con la propria testa, padre Bruno, anche pagando eli persona - come abbiamo ricordato - per la sua chiarezza. Ma chi si crederà d'essere?, pensano i suoi detrattori. Lui si qualifica così: «Continuo ad essere un piccolo pastore da prima linea e senza nessun grado in questo esercito che è la chiesa>>. LA BIBBIA DI BUSH A piedi, facciamo ritorno al metro eli Petare. Abbiamo in mano Sov ateo.1, l'arricolo (5) che padre Bruno ha dedicato al presidente Bush: «Dicono che il signor Busb legga la bibbia tutti i gjomi. Dicono che fu eletto e rieletto alla presidenza del suo paese grazie, in gran parte, alvoto eli numerosi cristiani, che lo considerano come un buon fedele. Io credo che la nùa bibbia non è quella del signor Bush. Definitivamente, non stiamo leggendo la stessa bibbia, né pregando lo stesso Dio. Di &onte alle vio.lenze di parte di coloro che si dicono credenti, io faccio come i martiri cristiani del II secolo: mi dichiaro "ateo" !». Sl, padre Bruno Renaud, sacerdote belga da 40 anni a Caracas, è obbediente. Ma non troppo. (fine J.a puntata - continua) No re (l) Su Ultimas Noticlas del 21 maggio 2005. lltolo dell'articolo: •Nuncio apost61Jco,. (2) Heruy KlssingeT era segmarlo di stato Usa al tempi del golpe del generale Pinochet. Era 1' 11 settembre 1973. (3) Al riguardo, si legga Fronte del media (MC, giugno 2003) e Essere giornalisti in Vene.Juela (MC, settembre 2003). (4) Jorge Ellécer Galtan, poUtJco e dirigente liberale, fu assassinato U9 aprile del1948. (5) Su Ultimas Notlclas del12 marzo 2005. lìtolo dell'ar1k:olo: oSoy ateo!•. LE PROSSIME Plr\'TATE DI •I'RE'n D' AMERicAo: Questa serie, che abbiamo titolato •Preti d 'America•, wole raccontare le esistenze e le Idee (libere, diverse, condlvls.lbili o non) di sacerdoti che, negU ultimi anni, abbiamo Incontrato In vari paesi deU'America Latina. Pertanto, a questo primo articolo seguiranno, nel corso del 2006. altri Incontri-interviste, b-a cui quelli con: padre Jesus SUva del Venezuela, padre Antorùo Bonanoml, missionario della Consolata nel Cauca (Colombia), padre Giacinto Franzol, missionario della Consolata In Caquetà (Colombia), padre Clemente Peneleu Navlchoc (Guatemala), padre Gonzalo Gultian Galano (Cuba) ed altri ancora. Pa.Mo. MC l dicembre 2005 pagina 61
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