Uomo, natura e ((grandi opere" Inchiesta sul TAv, un progetto da oggi al. .. 2018 (almeno) QUELLA FERROVIA «S'HA DA FARE))••• di Angela Lano, con articoli di Paola Rando e Roberto Topino Una comunità loHa contro un'opera che distruggerà per sempre un'intera valle esconvolgerà la vita dei suoi abitanti. Un progetto dannoso (per la salute, l'ambiente, la vivibilità), inutile ecostosissimo, eppure in tanti -anche tra i mezzi d'informazione - lo sostengono. Vincerà la volontà dei cittadini ol'arroganza del potere? 1131 ottobre 2005 verrà ricordato a lungo nella Valle di Susa come una storica giomata di lotta popolare in dr/esa del territorio e dei suoi abitanti. Alle 4 del mattino, come tantr Robm Hoott centinaia di valltgiam con i loro sindacisisono inerpica/itra i boschidelmassicciodel Rocciamelone, nei pressi di Mompantero, percostruire barricatedi sassi e tronchi ed impedire l'accesso ai terreni interessati d.ai lavori per la linea ad Alta velocità Torino-Lione, più nola come TAV. Verso le 6, sono arrivate le forze dell'ordine, a centinaia, ma per ore sono state fermate dalla barriera umano creata da donne, bambim: giovam, vecchi portigiam: che cantavano «Bella ciao» e l'«Inno di Mameli». Uno battaglia determinata ma pacifica tra le montagne della resistenza partigiana, a cui carabinieri e polizia, in tenuta antisommossa, protetti dagli scudi e dai caschi, od un certo punto hanno risposto con le manganellate e le spinte. Qualcu110 tra i mamfestanti è anche finito all'ospedale, qualetm altro in caserma. Quando, osera, i «Robin Hoodanti-Tav», ormai sicuri di aver vinto lo prima battaglia, sono scesi dalle mulattiere, tra gliapplausi e gliabbracci di chiera rimasto a valle, è arrivata la beffa: nuoveforze dell'ordine hanno sostituito i colleghiedoccupato le postazioni. Lo delusione non ha però scalfito la determinazione della popolazione, che t1 giorno successivo, festa di Ognissantt: si è ritrovata amam/estare seguendo le regole delle r~ sis tenza pacifica nonviolenta. È stato un successo clamoroso di partecipazione, un momento appassionmrte, un'occasione per spiegare i perchédi questa lotta adoltranza. Venaus, Val di Susa. Giugno 2005. Trenrami]a persone si sono ritrovate insieme per dire «no>> alla ferrovia Torìno-Lione. Dalla cittadina di Susa a Venaus, il lunghissimo corteo ha marciato per tre chilometri e mezzo nell'afa di una giornata di tarda primavera piemontese. Tante le famiglie con bambini piccoli nel passeggino o in bici, le associazioni ambientaliste, sindacali, culturali, i sacerdoti, i ragazzi, i sindaci della Valle, la Caritas provinciale. Una risposta di massa, tranquilla, pacifica e molto determinata, a un progetto voluto da politici e gruppi industriali, che avrà, così sostengono scienziati, medici , economisti e amministratori locali, costi altissimi sia a livello economico sia di rischio ambientale e sanitario. Una lotta coraggiosa, che va avanti da oltre quindici anni, ma che da un paio ha assumo una connotazione di «massa». Non un pugno di montanari anti-progresso e ignoranti, come sono stati definiti, ma un popolo consapevole, informato, che vuole vivere e continuare a far crescere i propri figli in una valle salubre, senza la paura di morire di mesoteuomapleurico causato dalle inalazioni delle invisibili fibre d 'amianto, estratto dalle rocce perforate per i tunnel della Tav. La grande novità e la ricchezza morale e culturale dell'opposizione all'Alta velocità valsusina è .la creazione di un movimento trasversale alle ideologie politiche e ai partiti. Una democrazia partecipativa, dal «basso», dove tutti contano nello stessomodo, dove il dialogo e il confronto sono continui e le decisioni sono prese attraverso assemblee pubbliche. I presidi, luoghi di vigilanza, discussione e incontro (trasformatisi, nei mesi., da «accampamenti» a veMC l dic•mbre 2005 pogina 51
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