Missioni Consolata - Dicembre 2005

Il dibafflto attorno all'etica ... . . .. .. r• ••••••• ~•••• ••• ••• •• ••••••~•·•~••~~• ~•••••••••~••••••~••• •••• EDUCARE AL DONO È possibile condliare il rispetto della volontà del donatore e la necessità della solidarietà? 51, attraverso l'educazione. Perché il fine è un fine superiore: sottrarre altri a morte sicura. Di fronte alla gravità dei problemi relativi ai trapianti, emerge, oggi più che mai, l'esigen~ za di avere un quadro etico di riferimento, il più possibile unitario e convincente, in grado di dissipare i pregiudizi emotivi mediante i dati scientifici e la rigorosa riflessione razionale. Le questioni etiche si traducono anche in questioni bio-giuridiche. In tale ambito gli interessi coinvolti in un trapianto d'organo sono essenzialmente: • la libertà della determinazione del donatore da vivo e la certezza della irreversibilità del processo del suo morire nel caso di espianto da cadavere; • la libertà di scelta; • la dignità e la salute del donatore nel caso di espianto da vivente; • l'interesse alla salute del ricevente e quindi adeguata probabilità dell'efficacia terapeutica dell'intervento; • la tutela dei sentimenti dei parentii • un criterio di giustizia nella assegnazione della risorsa «organo trapiantabile». Alcune problematiche etiche si impostano e si risolvono in relazione a scelte tecniche, alla luce delle scienze biologiche e mediche (es. corrette procedure di espianto e di reimpianto). Altre sono di natura propriamente bioetica, sia per i principi che per le regole giuridiche (es. scelte circa la necessità dell'assenso del donatore prima della sua morte). Altre, infine, mescolano conoscenze scientifiche, suscettibili per loro natura di revisione, e presuppongono antropologie filosofiche e posizioni morali (es.definizione del momento in cui il processo del morire diventa irreversibile e la sua connessione con il concetto di persona umana). MC l dicembre 2005 pagina 40 Il dibattito sul consenso è strettamente legato alla modalità di reperimento degli organi. Sotto il profilo squisitamente etico è necessario elaborare una tesi che si orienti verso il rispetto della libertà del soggetto donatore, ma anche in spirito di solidarietà verso chi ha bisogno degli organi per la sua sopravvivenza. Aquesti risultati, prima che attraverso atti coercitivi e complesse legislazioni, si deve giungere con l'educazione. Il corpo diventa lo spazio e il momento in cui la persona si rivela e si realizza come dono. Spendendo il proprio tempo, le energie, la salute, ed anche la vita, la persona incarna la sua identità di dono. Non solo in vita, ma anche con la possibilità di disporre (o permettendo che altri decidano) del proprio corpo e dei propri organi anche dopo la morte. Sul piano etico non è soltanto l'intenzionalità oblativa che rende tale atto straordinario, ma soprattutto è la persona. ste·ssa che viene donata, affinché altri stano sottratti amorte sicura e riacqutstfno la salute. Il dono esige strutturalmente la gratuità più assoluta e Yaltruismo come forma squisita di solidarietà non tanto per filantropia, umanitarismo o Legami parentali, quanto come espressione trasparente di offerta. Scriveva Giovanni Paolo II: dl trapianto presuppone una decisione anteriore, esplicita, Libera e consapevole. ~ una decisione di offrire, senza alcuna ricompensa, una parte del corpo di qualcuno per la salute e il benessere di un'altra persona. In questo senso, l'atto medico del trapianto rende possibile l'ablazione del donatore, quel dono sincero di sé che esprime la nostra essenziale chiamata all'amore e alla comunione. Amore, comunione, solidarietà e rispetto assoluto per la dignità della persona umana costituiscono l'unico legittimo contesto del trapianto d'organi» (1). La scelta morale del trapianto trova unanime e trasversale consenso all'interno delle diverse religioni. Essa costituisce un atto di alta qualità morale, perché pone la cura dell'altro come fine ultimo. Il criterio fondamentale, cui fare riferimento, è il rispetto e la promozione dell'uomo in quanto uomo. L'essere umano dev.e intendersi sempre e solo come un fine, mai come un mezzo. Qualunque intervento medico, deve volgersi, pertanto, al bene dell'uomo, ma non deve mai strumentalizzare un uomo al servizio di un altro. Nel caso, ad esempio nel trapianto di rene, il donatore si sottopone a grandi disagi e sacrifici, che vengono accettati nella logica del dono

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