Missioni Consolata - Dicembre 2005

Il giorno dopo scrissi alla mia gente di Ischia quest& lettera: (<Carissimi, questo Natale è un fnsieme di gioia espcrifido, di tenerezza e sofferenza. E il primo Natale che passo lontarlo "da casa" e do voi tutti dal giorno della mia venuto ad Ischia, seianni or sono. Invece del tepore della nostro cattedrale c'è la corsia anonima di un ospedale, invece dei nostri suggestivì presepi, il freddo lucctc:hio di una grande città addobbata per l'occasione di queste fepte, al posto di strade profumate di salsedine in riva al mare, i grandi vìaligelati con le Alpi lontane, invece delle nostre case isolane e dei giardini con luci multicolon: i grandi palazzi dell'antica capitate della Sabaudia. Awerto una granqe nostalgia ma Natale è Natale, è l'incarnazione di Gesù nel mondo, è rinizio della nostra redenzione. Natale è la contemplazione di un Dio che, per amore deltuomo, ha assunto il volto di un bambino che Maria, madre dol.dssima, awolse in poche fasce, lo depose in uno mangia· taio di legno, rivestita di paglia. Ma Natale è anche sacrificio e sof· jerenza perché il legno della mangiatoia evoca il futuro favore del carpentiere di Nazareth e soprattutto il legno della croce dove Dio ha sofferto r aMandano totale. Questo è il Natale che sto vivendo... Sarò per me un vero Natale, perché misto agioia, attesa1 sacrificio esofferenza, nell'attesa df una realizzazione di speranza, con pieno abban* dono alla 11olontà di Dio. A vof tutti oug.uro tutto il bene di questo mondo mentre la lontananza acuisce l'affetto per tutti. Mi accorgo di volervi sempre più bene>>. Ora, grazie al dono ricevuto, ho ripreso a pieno ritmo ill.avoro pastorale e con scarsa obbedienza agli amici medici che mi dicono di t<lavorare di meno, per durare di più». Non ci riesco e mi affido alla vostra preghiera e alla loro pazienza esprimendo a tutti La mia gratitudine. • MC l dic•mbre 2005 pagina 33

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