daLLa leggenda aLLa realtà di trapianti da donator.e vivente con risultati sempre più soddisfacenti. Ncl1963 Hilrdy compie il primo trapianto di polmone. Nèllo stesso @fiO, dopo lung~ssima sper.imentaz.ione, il chirurgo amer~cano Thomas Starzl e.segul a Denver il primo trapianto di fegato, anche se Il pazientemotl, purtroppo, nel giro di poche ore, Si dqvettero attendere alcuni anni per r:aggiungere una sopravvivenza sufficient-ementeh.mgae considerare affidabile tale tr~pianto. Nel19~, Kelly e Lillehei furono gli aut0ri del primo trapianto di pancreas a Minn-eapolis e l'anno successivo, a Cìttà: del Capo, ChristianBarnardeseguÌ il primo trapianto di cuore polarizzand0io queJ:l;occasione 1' attenzione- di tutti i mass media ~ delr opini<>J;le pul>bJica mondiale. Questo intel'Vento rappresentò una <<pietralPiliare» e fu proprio in. tale €ircesta:nza Che si diede avvio ad 'l.Jft ampio dibattito sulla donazione deg]i org~i. Nel 1968,unComitato de1JaH4rvardMedical School, stabili i criteci _per la definizione del concetto di «tnorte ceJ"ebrale», che s.aranno da quel momento in poi uhiversalmente condivisi I successi ottenuti determinarono una ampia diffu~ sione della pratica dei trapiatlti, ingenerando nuove a~pettative per l'uxnasiltà. U.problema principale, tuttavica, rimaneva legato al rjgetto, fino a che la scoperta della molecola deUa ciclosp()rin-., con la su~ appli€azioneJal1979 1 .rivoluzionò la terapia immunosoppressiva. Durante gli anni 'SO, Thomas Sta,rzl, associando la eidosporina agli steroidl, mi- .glio_rò cTadiealmentele possibilità di successo dei trapiantidi rene, fegato e ego re. Le percentuali di sopravvivenza, :.t un anno dall'intervento, passarono dal20 al70%! L'uJtima frontiera.nella stona dei trapianti è q!lella aperta nel1998 a Lione da JeanMichel Dubemard con il primo .innesto di mano e di avambrac· cio~ creando i presuppostJ. per una nuova e futura disciplina. Nonostante i successi:-dal pt'ln· to di ~ta clinico, biologico, farmacologic0 e chirurgico, un problema ancora da risolvere è te- 'gato aJla carenza di donatori e di or:gani disponibili Gli scienziati si sono orientati verso posSibili soluzioni alternative e avveniristiche, come gli organi artificiali (emodialisi, cuore artificiale), gli xenotrapianti (trapianto da animale a uomo) e le cellule staminali {potenzialrriente in grado di riprodurre qualunque tessuto) che non hanno però ftnora dato risuJtatl soddisfacenti in termini di applicabilità, di aumento delJa sopravvivenza, di qu-alità della vita, ma sollevando, al contempo, scottanti problematiche bioetiche. Un nuovo scenario si è quindi apetto davanti all'uomo: una pos" sibilità di ridare vita a chi non ha più speranza, ma anche di ingenerare~tre oceasioni di sofferenza e di morte, quando i criteri morali, relegati in secondo .t->iano, non sono considerati in tuttala loro importanza e-complessità. ENRICO LAltGHER€1 MC l dicemb,. 2005 pagina 29
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