LA FESTA CONTINUA! La grande festa per l'omologaxione della Raposa Serra do Sol si realizza malgrado i devastanti eventi che l'hanno preceduta. Il trionfo di Jacir, capo storico della lotta, e il vuoto delle autorità. L o scandalodel finanziamento illedto ai partiti, che ha colpito UPartito dei lavoratori, nonché Usuo leader, il presidente del Brasile Luiz lnacio Lula da Silva, si è !lpercosso anche sullo stato di Roralma: le é/ites locali hanno lronizzato e accusato il presidente di sprecare n denaro pubblico nell'inViare un manipolo di poliziotti federali in quello stato, per garantire la sicurezza e il tranquillo svolgimento della festa per l'omologazionedella tetra indigena Raposa Serra do SoL Cosi sono rimasti indif~ i villaggi di quell 'area e alcuni dei suoi presidi più rappresentativi, come la missione di Surumue il suoCentrodi formazione e cultura indigena. In questa latitanzadel governo centrale, i gruppi tradizionalmente ostili ai popoli indigeni, tra cui anche molti indios corrotti dai politici locali, sono riusciti ad averemano libera: appena 4 giorni prima dell' inizio della festa, 150 uomini incappucciati e armati hanno bruciato il Centro, la chiesa e l'ospedale. Dietro tali atti ci sono mandanti ed esecutori ben noti: il sindaco di Pacaraima (il maggior risicoltore della regione), l'auloCésar Quarteiro, di lontane origini italìaneeU tuxawa (capo) del villaggio di Contao, Genivaldo itt·itf~ Macuxi. • .. lmedia locali (giornali e Tv) hanno provveduto a coprire i mandanti e svelare gll esecutori materiali, che si sono assunti tutte le responsabilità. Al tem\)0 stesso, però, hanno fatto di tutto per scagionarli: ripetendo fino alla noia la solita tiritera sull'«internazionalizzazìone» (che cioè, «ehi difende i diritti degli indios sarebbero soltanto stranieri, interessati a impossessarsi delle loro terre•) e rimproverando alla polizia militare locale di non intervenìre contro gli stranieri e ad alcuni organi giuridici di garantire loro l' impunità. I l tanto contestatomanipolo di polizia federale (appena tre uomihil invece dei 150 attesi), sono arrivati all' inizio deJ:. la festa, aopo la distruzione della missione di Surumu e l'inc-endio appiccato, Ugiorno successivo, al ponte sul fiume Urucun, l'unico accesso via terra all'area indi~ena. Questi fatti non hanno bloccato il normale svolgimento della festa; però ne hanno permesso la delegittimazione istituzionale. A parte la presenza di un consigliere personale di Lula, Cesar Alvare:z, alla festa hanno partecipato unicamente dei «tecnici» dell'apparato governativo, come il presidente della Fohdazione nazionale per gli ihdios e ql,lello dell'Istituto nazionale di colonizzazione e riforma agraria, Si attE:ndeva la presenza di almeno tre ministri: Marina SUva ministro dell'Ambiente, Miguel Rossetto delloSviluppoagricolo e Marcio Thomaz Bastos della Giustizia, il quale aveva confermato da tempo la sua ~rtecipazione. l timori per la-sua incolumità (volantini distribuiti per tutta la città di Boa Vista con minacce di una manifestazione e altre ~oni ai suoi danni e di rappresaglie nei confronti delle comunità indigene) hanno impedito a Bastos di recar$) alla festa del· l'omologazione di cui egli è stato certamente il maggiorartefice. MC l dicembre 2005 pagina 14 C'erano invece tanti stranieri, rappresentanti dì organizzazioni non governative, che hanno fatto dire al mezzi di comunicazione che «la festa è solo un' iniziativa degli indios e degli stranieri», fomentando ancora una volta la tesi dell'internationalilzaz!one dell'Amazzonia. ~L'area unica -hanno ripetuto i media - è sostenuta da una minoranza indigena, dalla chiesa e dalleOng, mentre lamaggioranza degli indios vuole la demarcazione "in isole", in quanto solo questa può garantire lo sviluppo delle comunità indigene e, soprattutto, dello stato di Roraimal). Certamente la regione del Basso Cotingo, che vede la pr~ senza stabile del grandi colti\13tori di riso, fornisce spesso uomini, ma anche donne e giovani, alle azioni terroristichecondotte ai danni delle comunità che hanno sostenuto l'.omologazione in arèa continua. ~bra, però, che questi individui si prestino a tali atti per tre motivi principali: ricevono compensi e vantaggi economici, sono ricattati, subiScono le pressioni della Missione evangelica dell'Amazzonia, da tempo presente nell'area (soprattutto nel villaggio d! Contao) e da sempre contraria alla demarcazione in area continua. Tuttavia, dietro coloro che a Roralma si oppongono al riconoscimento delle terre, dei diritti indigeni e alla riforma agraria, ci sono parlamEmtari locali che godono di notevole rappresentatività: a Brasilia; essi vedono nella risicoltura e in altre attività intensive il futuro di Roraima, per cui non hanno nessun interesse alla regolari.zzazione delle terre, perché ciò significherebbe un controllo piùdiretto sul loro uso, che n0n è mai espJlcitamente dichiarato. Ne deriva una situazione assurda: l'amministrazione locale di Roraima preferisce che non si realizzi il passaggio delle terre federali allo stato regionale e che, piuttosto, rimangano nell'indefinizione, consentendo cosi che tall terre cadano nelle mani dei grl/eiros (iovasori illegali di terre federali), la mano lunga dei potentati locali, i quali, a loro volta, rappresentanogli emissari<ielle multinazionali chestannodavvero ~intémazionalizzando» il Brasile. Per esempio, nel~ regione domina pure un certoWalter Vogel,.svizzero. Possiede· 12 mila capi di bestiame, due agenzie immobiliari, diversi negozi, piantagioni di acacia mangium per migliaia di ettari, nonché il40% delle terre coltivabili dello stato (escluse quelle indigene). Spesso i bianchi recriminano: <<ARoraima c'è troppa terra per pochi incliOS»; ma non si sente dire: «Troppa terra per un solo bianco». Intanto la festa continua, sotto la guida del grande tuxawa Jaoìr de Souza Macuxi, che «è stato rieevuto a Brasilia come un capo di stato». EQU si sente erede di Makunaima, il leggendario capQstipite dì quei popoli indigeni·che dalla notte dei tempi abitano quelle terre e 1e hanno difese con coraggio a prezzo del proprio sangue. Jacir è commosso, mentre inaugura il monumento che rappresenta la mappa della regione Raposa Serra do Sol, realizzata da Barth6, un artista non-indro. Anche questo costituisce una significativa testimonianza, per dimostrare che la convivenza pacifica tra indios e non indios a Roraima e ln tutto il Brasile è possibile e che il processo di riappropriazione-delle terre da part~ dei suoi più antichi abitanti, dopo 500 anni di soprusi, è ormai irreversibile. SILVIA lACCARIA
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=