Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

LIUERI TUTTI Una ricerca sulla tratta delle donne nigeriane in Italia L'URLO DEGLI SCIACALLI Una ricerca condoHa in Italia e in Nigeria mette in luce luoghi, meccanismi, carnefici e vittime del nuovo schiavismo, oHrendo suggerimenti per combatterlo. Ma rimangono troppe domande sulla volontà di colpire la piovra alla radice. DI SILVANA BOTIIGNOLE Negrieri il vostro nome ricorda Le violenze di un'altra epoca denaro ricoperto dt" sangue e maledizioni.. . nei mercati disumani e volgari la paura con la tortura e la morte lenta... il vostro gesto fratricida è latente disumarw rzella sua t"nclemenza, il vostro riso rima"ò sinistro come urlo di sciacallo. I versi del poeta capoverdiano Luis Romano non solo ritraggono una tragedia dei secoli scorsi, ma - ahimé -riescono a raccontarei gli orrori dei giorni nostri perpetrati anche nel nostro paese e, troppo spesso, osservati con occhio superficiale e distratto, se non complice. Un po' di luce su questo fenomeno sinistro e degradante perl'umanità ci è stata fornita il26 novembre 2004 a Palazzo Cavour di Torino, nell'ambito de11'iniziativa «Giornate per la cooperazione italiana». È stata, infatti, presentata la ricerca <<ll traffico delle ragazze ru"geriane in .Ttalia», commissionata dall'Unkri (Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia), finanziata dal Ministero affari esteri e pubblicata, in italiano e inglese, con il contributo della Regione Piemonte. Obiettivi di questa ricerca, importante e innovativa, sono: studiare il fenomeno della «tratta», sviluppare strategie di prevenzione e promuovere attività di riabilitazione. Condotta in Nigeria da un gruppo multidisciplinare dell'università di Benin City (clipartirnenti di economia e statistica, sociologia e antropologia, salute pubblica, giurisprudenza) e in Italia dal dipartimento di scienze sociali dell'università di Torino, sotto la guida del prof. Franco Prina, la ricerca è anche stata commentata dal procuratore presso la divisione antimafia di Torino, Paolo Borgna, dal sottosegretario al ministero della Giustizia, Michele Vietri, e da una mediatrice culturale (ex vittima del traffico) dell'associazione Tampep onlus. LA DENUNCIA Durante la 6.3"Assemblea generale de1l'Interpol (1997), Judith Attah, ambasciatrice nigeriana in Italia, ha richiamato in modo ufficiale l'attenzione dei partecipanti sulla minaccia del traffico di donne. L'ambasciatrice ha denunciato il livello di degrado raggiunto dalle donne africane, in particolare nigeriane, e ba incitato ]a polizia a mettere in moto i necessari meccanismi per affrontare U problema negli stati d'origine. L'Sos lanciato daJudith Attah è stato raccolto. Nel dicembre 2000, a Palermo, è stata aperta alle firme la «Convenzione delle Nazioni Unite sul crimine transnazionale e suoi protocolli supplementari», con l' invito ai paesi firmatari di rivedere la legislazione al riguardo. Tra questi spicca la Nigeria che, nel2003, ha finalmente promulgato La legge contro il <<traffico dellepersone». In Italia, invece, già con l'articolo 18 del Decreto legislativo 286/1998 (Testo unico sull'immigrazione) e la legge 228 del 2003 contro la «tratta di persone», si era giunti a offrire alla vittima d1e denuncia i trafficanti di esseri umani la possibilità di ottenere permesso di soggiorno e protezione. LA RICERCA Anche la ricerca scientifica commissionata dall'Unicri risponde a questo Sos e, con obiettività, tenta di rispondere alle seguenti domande. Com'è nato il fenomeno de1la tratta dalla Nigeria all'Italia? Quali meccanismi hanno permesso la sua rapida diffusione? Chi sono i «negrieri>> del giorno d 'oggi (con molta superficialità denominati mndames e fiancheggiatori)? Quali sono le soluzioni che si prospettano? Le ricerche scientifiche (condotte con rigore per sei mesi in Nigeria e Italia, con risultati datati luglio 2003 e pubblicati nel novembre 2004), rispondono in modo ampio ed esaustivo a questi interrogativi, aiutando a inquadrare il fenomeno nella sua complessità. In entrambi i paesi le fonti utilizzate per lo studio sono state: testimonianze delle vittime, analisi di casi giudiziari, relazioni di Ong ed esperti attivi nel settore, agenzie e personale di law en/orcement (carabinieri, antimafia, magistrati, polizia giudiziaria). In Nigeria ci si è concentrati sullo Stato di Edo/Benin da dove provienel'80% delle ragazze. In Italia la ricerca si è sviluppata a Torino, Novara, Milano, Triveneto, costa erniliano-romagnola, costa marchigiano-abruzzese, Roma e nell'area del napoletano. I MODERNI NEGRIERI «Forti legami con la madrepatria, reti di rapporti a livello internazionale e apparente basso profilo costituiscono i tre principali punti di forza della criminalità nigeriana>>. Queste caratteristiche, individuate dai ricercatori torinesi, inquadrano bene il fenomeno. Iniziatosi a fine anni '80 con l'arrivo di alcune donne nigeriane vedove o divorziate, il fenomeno si è evoluto coinvolgendo ragazze sempre più giovani. Le ragazze, anche minorenni con istruzione elen1entare o di poco superiore, sono MC l ottob,....novembre 2005 pagina 97

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=