Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

Liberi tutti «ch(e)rut-libertà», per cui Esodo 32,16 diventava: «... la scrittura era opera di Dio, libertà sulle tavole». La Mishnà 6,2 prosegue: <<Perché solo chi si dedica allo studio della Toràh è libero» (dr anche j Midrashiro Cantico dei CanticiRabba 8; Esodo Rabba51; LeviticoRabba 18). Srudiare la parola di Dio è sorgente di libertà. Un esegeta cattolico dell'Esodo, George Auzou, titola un suo commento allibro proprio con questo titolo pregnante: Dalla servitù al servizio: il libro dell'Esodo. Non si è mai liberi per se stessi, perché una libenà senza relazioni e obiettivi al di là di sé è come un tesoro scoperto su un'isola deserta: un tesoro inutile! «DIECI PAROLE» DI LIBERTÀ ELEGALITÀ Israele vive in un contesto storico dove la schiavitù di persone, adulti e bambini. è regola comune e quindi si adatta ai costumi: legiferando su di essa (cfr Es21,1-11; Lv 25,35-55), la circoscrive entro confmi precisi e invalicabili. La legislazione sulla schiavitù è fondata su Lv 25,55 secondo cui «gli Israeliti sono miei schiavi; miei schiavi che ho fatto uscire dall'Egitto», da cui emerge il principio che solo Dio, in quanto «Signore unico» (Dt 6,4) può sottomettere quakuno, garantendone cosl La libertà da qualsiasi altra sottomissione: la <<servitù» a cui Dio assoggetta è, in verità1 una protezione da qualsiasi forma di schiavitù. l dieci comandamenti: garanzia di libertà per tutti i popoli. Come in Genesi l, Dio aveva creato il mondo con «10 parole», cos) sul monte Sinai, sulle tavole di pietra, scrive dieci parole (comandamenti) per defmire la libertà come rete di relazioni e fondamento di una comunità organizzata e solidale. «Non rubare», ad esempio, non significa solo divieto di appropriarsi .indebitamente di beni e valori altrui, ma è anche un richiamo <<al principio» della creazione. Dio creò la terra e la consegnò sotto forma di «giardino» ad Adam, cioè a «tutto» l'uomo. In questa prospettiva, tecnicamente e moralmente, nessuno può definirsi proprietarioo padrone di qualcosa, perché <<tutto>> è di «tutti», in quanto tutti gli uomini sono usufruttuari della terra e dei beni che essa contiene, perché c'è w1 solo Creatore <<del cielo e della terra» (Geo 1,1). J problemi cominciano quando, volendo valicare i confini della libertà individuale, qualcuno tende ad appropriarsi dello spazio di libertà dell'altro e dichiara «mio>> anche quello che «SUO» non è. Spostare i paletti dei confini della propria libertà signiiica porre le premesse per la schiavitù di qualcun altro. Tutti i regni e tutte le proprietà hanno avuto questo inizio e si sono sviluppati in un processo di sterminio, attraverso guerre sempre più sofisticate per difendere il diritto di un sopruso. LEGALITÀ Al DIRITIO, FONDAMENTO DI LIBERTÀ lo una società matura, il bene supremo da difendere non è la libertà, come il male da sconfiggere non è Ja schiavitù. Una società umana persegue in primo luogo il sommo bene della legalità fondata sul diritto, che nasce dalla supremazia del bene comune, entro il quale si svilup· pa ed è garantito il bene individuale. Ltbertà è il nome di questo equ.ilibrio. TI valore <<legalità» non s' identifica con il d~'ritto positivo, perché esprime un' attitudine, una disposizione morale a considerare il diritto come fondamento della convivenza umana. Posto questo fondamento etico-giuridico, è evidente che non vi è più un problema di schiavitù o di libertà, perché la prima non ba diritto di cittadinanza (nemmeno concettuale) e la seconda è l'habitat naturale che alimenta la convergenza sussidiaria tra il bene comune e il bene individuale. Questo non vale solo per una nazione, ma è anche l'orizzonte del diritto internazionale e della convivenza universale. Una società senza legalità non è mai una comunità sociale libera, ma è sempre una massa di schiavi, proni e di - sponibili a vendersi al faraone di rumo, che seduce promettendo qualche manciata di cipolle d 'Egitto o qualche pezzo di carne bollita (Nm 11,5; Es 16,3). Per un cristiano di ieri e di oggi, non tramonta mai l'urlo di Paolo ai Galati (5,1): <<Per la libertà Cristo ci ha liberati: continuate dunque a restar(vi) saldi e non permettete [ad alcuno] di sottomettervi di nuovo al giogo della schiavitù». Per sempre. Per chiunque. • 818UOGRAFIA AIJzou G., Dalla servitùalservizio: il libro dell'esodo, Bologna 1988. BoNo S., Schiavi musulmanl ne/l'Italia moderno. Gofeottl vu' romprò, domestici. Napoli 1999. DEUO STROLOGO S. Storia della schiavitù. Oagfi antichi egizi adoggi, Milano 1973. M551Nro A 1 Gli ~femenli cosfftutMdella narione e la raua, in Lo OviltòCattolico, o.LXXXIX {6 agosto 1938), vol. 3 quad. 21lS pp. 209·223. MouuER Boli!ANG Y., oa"/Jo schiavitù al lavoro so/aria/o, Roma 2002. MC l ottobre•novembre 2005 pagina 93

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