Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

Liberi tutti MONUMENTI AllA SCHIAVITÙ N el o J"nillennio a.C. tutta l'umanità presente sUlla terra è schiava di qualcuno: in Egitto, Assiria, BaQilonia... ovunque il popolo è schiavo dei faraoni di turno e pochi intimi cortigiani. I poveri lavorano per quelli che oziano nei palazzi del potère. Oggi ammiriamo le grandi opere del ·passato e le valutiamo come segni di <e:civiltà»: piramidì:d'Egitto, siti archeologici della mezzaluna f~rtile, g@tdini pensili delle regge orientali, ziguràt babilonesi, muraglia cinese, tempfl precolombiani, arterie stradali romané, Colosseo. .. Molto di rado pensiamo che queste opere ••grandiose» furono il frutto deUavero di milioni di schiavi costretti a lavorare In condizioni bestiali. · Lo stesso vale pe:r le grandi cattedrali del Medioevo, sublimi espressionidi fede, costruite col sangue·di innocenti, schiavi per forza o per fame. Storia, civiltà e culture tramandate possono essere lette anche come un immenso monumento alla schiavitù, cheha nutrito il progresso millenario prima e dopo Cristo. Jean Jacques Rousseau, neJ 1762, iniziava la sua opera li contratto sociale oon la celebre frase: ~L'uomo è nato libero e ovunque è in catene», perché da quasi un secolo, tra il1620 e il1690, l'Americadelle piantqgfoniavevadefinito giuridicamente un moderno regime di schiavitù ìn funzione unicamente economica. Nel XVII secolo, i sostenitori che la schiavitù di una parte dell'umanità fosse condizione naturale, erano cristiani. ESsi usavano le sçritture per giustificare la sottomissione di uomini e donne, .giudicati inferiori, da aftri uomini e donne considerati superiori per razza e censo; la scl1!avitù rientrava néUo status naturale creato da Dio: qualun~ tentativo di liberazione era considerate un atto di ribellione alla volontà'dl Dio. Esattamente un secolo dopo; U 26 agosto 1789, come frutto maturo della rivoluzione, in Fran~Zia vide la luce la Dichiarazione-del diritti dell'uomo e del cittadfno, che si apre con la solenne affelll).aìione: «Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei dìritti•\ eh€'è la formulazione laico-giuridica della dichiarazione di fede di Galati 3,28: «Tutti voi siete figli di l)io... Non c'è pìù giudeo. né greco; non c'è più schiavo, né libero; non c'è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo GesÙ•J. Un altro secolo più tardi, 1' America conobbe una gue-rra civile (1861-1865) e 600 mila morti ptima di abolire la schiavitù legale, ma sen:za riusci.rne a intaccare la mentalità schiavista e lp schiaQitù di fatto. Per i credenti, la bibbia non è un libro di storia da consultare, né un codice di norme etiche da osservare e tanto meno un galateo di civiltà; al contrario, è la testimonianza di un incontro, che si pone come discriminante e pietra diparagone in ogni tempo e cultura. Qualcuno, infatti, ricorrendo al modello culturale della contestualizzazioRe-dei tempi, se proprio non approva, almeno siustifica tutti i comportamenti del passato. Cosi, riguardo alla schiavitù (ma vale anche per crociat.e, roghi dell' inqQisj.zione, torture e assassinii per motivi religiosi), sì è tentati di dire: bisogna mettersi nei panni di quei tempi. .. Atteggiamento giusto a livello di principio, che si applica a valutazioni, scelte, modi dipensare o di concepire la na· tura, l'~nttopologia, le scienze..., ma che non sì può ap· plicare sul piano della fede, perché si giustificherebbe anche il male: tutto e il suo contrario. Per il crciiente, ieri come oggi e domani , esiste un valico J.nsuperabile In ogni epoca: il uvangek)ll del F'iglìo di Dio che «svuotò se stesso, prendendo la forma di schiavo» (Fil 2,7) perrenderd ~eia libertà della gloria dei figli d.i Di01> (Rom 8,21). I cristiani dei secoll XVI e XVII avevano anch'e$Si la parola di Dio e vi leggevano anch'essi: «lo sono il Signore. tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra di Egitto, dalla casa di schiavitù» (Dt 516); oppure.: ~~.colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiava» (Mt 20,27). Giovanni Paolo ~ per èélebrare con un minimo di coe· rent4 il-giubileodel secondomillennio, ill2marzo 2000, sentì il bisogno evangelico di chiedere perdono coram mundo per l misfatti e gli orrori commessi in nome e per conto di Dio e della chiesa, motivando la richiesta cpe, anche nelle epoche passate, i cristiani avevano Ja parola di Dio a cui lsplrarsi nei loro comportamenti, Non lo fecero e quindi peccarono contro Dio e contro l' uomo. DALLA SCHIAVITÙ ALLA LIBERTÀ ll primo intervento di Dio che Ja bibbia attesta come storico è la sua irruzione in Egitto, dove Israele è schiavo. Dio pronuncia due parole: una contro la schiavitù e l'altra come progetto di libertà: «Ho ossetvato la miseria del mio popolo in Egitto e bo udito iJ suo grido a causa deisuoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per Ilherarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bcllo e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele... Ora, dunque, il grido degli Israeliti è arrivato fi no a me e io stesso ho vi· sto l'oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. Ora va'! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio pop olo, g,l i Israeliti!»(Es 3,7 -l O). Straordinaria forma letteraria! Dio annuncia aMosè la sua intenzionefutura eli intervenire per liberare una massa di schiavi senz'anlma e l'autore usa un tempo passato come se l' intervento ci fosse già stato: «Sono sceso». La Ogni persona nasce libera, «O immagine e somiglianza» di Dio. MC l ottob,....novembre 2005 pagina 9 1

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