STORIE E PAESI Myanmare Cina SCHIAVISMO DI STATO N on se ne parlava dai tempi delle «purghe» di Stalin, quando il dittatore russo deportava milioni di cittadini da una regione all'altra, soprattutto in Siberia, per motivi economici o politici, costringendoli al lavoro forzato. Oggi, questo tipo di schiavitù imposta direttamente dallo stato, «ben - ché non sia il problema più ampio in termini numerici, rimane motivo di grave preoccupazione>> afferma il Rapporto 2005 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil). Nell'ex Unione Sovietica, tale pratica persiste in alcuni paesi dell 'Asia centrale, sorto forma di campagne di mobilitazione. In Tagikistan e Uzbek.istan, per esempio, durante le stagioni della semina e della raccolta del cotone, donne, studenti e bambini sono trasportati nei campi e costretti a lavorare per poca o nessuna remunerazione. M a è soprattutto il Myanmar, oggi, «il caso speciale» di stato schiavista: la giunta militare, che dal 1962 governa con pugno di ferro l'ex Birmania, impone lavori forzati di massa in modo sistematico e non dimostra alcuna intenzionedi voler fermare questa pratica, perpetrata con l'aiuto di militari e ufficiali locali, specie nelle regioni più remote del paese, contro le minoranze etniche più sgradite al regi - me. Dal suo ufficio di collegamento nella capitale, da tempo l'Oil raccoglie le testimonianze di coloro che, sfidando il clima di terrore del regime, si rivolge a tale ufficio e denuncia tale sistema del lavoro coatto. Dalle denunce raccolte (72 casi nel2004,38 dei quali rigirati alle autorità statali per indagini ed eventuali sanzioni), l'Oil descrive le varie forme di schiavitù di stato. Sono storie di ragazzini messi in prigiont:permesi, colpevoli di voler sfuggire all'arruolamento militare coatto, oppure rapiti dall'esercito per essere impiegati nella costruzione di strutture turistiche e alberghiere. Altri casi. Nella provincia di Bago, i capi famiglia di interi villaggi sono coDonne birmane costrette al lavoro forzato nella coltivazione dei campi. stretti, sotto la nùnaccia di arresto, a fa - re una determinata quantità di lavoro, fornendo braccia, denaro e veicoli per il trasporto dei materiali. Nella regione di Rakhine i contadini, a cui i militari hanno requisito i campi, sono costretti a continuarne la coltivazione a solo vanraggio dell'esercito; molti altri contadini sono obbligati con la forza a lavorare per anni alla costruzione di strade, caserme, fortificazioni e altre srrutture militari. Nel maggio 2003, I'Oil è riuscito a firmare con il governo un «Piano congiunto di azione», che include l'informazione sull'abolizione del lavoro forMC l ottob,....novembre 2005 pagina 87
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