Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

' SturJL' L' paL'"' ribili abusi da parte dei loro padroni. Bambini schiavi sono sottratti ai loro genitori prima che raggiungano i due anni di età, per spezzare i legami tra genitore e figlio ed eliminarne ogni senso di identità. I bambini crescono lavorando nella casa del padrone. I padroni di schiavi incoraggiano gli schiavi a riprodursi, per aumentare il loro numero; a volte stabiliscono perfino quando devono avere rapporti sessuali. Essi trattanogli schiavi come le loro bestie. Gli schiavi sono spesso picchiati per piccoli reati; lavorano per lunghe ore e sono privati di cibo come punizione. Ci sono casi documentati di schiavi denudati davanù ai propri familiari per umiliarli, di schiave violentate dai padroni e perfino di schiavi castrati dai proprietari come punizione. PAURE ESPERANZE Assibit, un'altra schiava da noi in - contrata, era nata in schiavitù, come sua madre e suo marito. Non potendo più sopportare la punizione, era fuggita dal suo padrone nel luglio 2004, lasciando indietro il marito. Insieme a noi e a un attivista di diritti umani, intraprese un traumatico viaggio per recarsi dal padrone da cui era fuggita e tentare, in base alle nuove leggi del Niger, r " di far liberare suo marito. Quando giungemmo alle sue tende, essa si abbassò sul sedile dell'auto in modo che non potesse essere scorta. Gli hoousso, etnia dominante del Niger, praticano /o schiavitù. INCATENATI Al DESERTO A Ila fine del2003,nella città diTahoua, alcuni capi-comunità dell'etnia hoousso, per testimoniare la loro magnanimità e Impegno sociale, in una cerimoniaufficiale lasciarono che l loro schiavi se ne andassero liberi.Ma le autorità non hanno permesso ai giornalisti di registrare l'evento né di fare indagini, per paura che la notizia compromettesse l'immagine del paese. Sotto la pressione di Timidria, una Ong nigerina che dal 1991 lotta per l'abolizione dello schlavismo nel paese,nel maggio 2003 il governo ha approvato una legge che proibisce la riduzione In schiavitù e i lavori forzatl ,comminando ai trasgressori dai l O ai 30 anni di prigione.Ma,secondo l calcoli della stessaTìmidria (in tomocheq significa fraternità, solidarietà),su 12 milioni di abitanti, 900 mila vivono ancora in schiavitù o lavoro ~ to:1'8% della popolazione totale.! proprietari sarebbero circa 600 mila La comunità internazionale ignora tale realtà,ancheperché la schiavitù è praticata in aree raramente battute dai mass media, e il governo può fare poco o nulla,poiché molti la vedono come un fenomeno culturale, che oggi esiste solo come conseguenza del passato,ma che provvede una struttura alla società e un modo di vita per della gente che,sécondo loro, non conoscono altra via per sopravvivere. In Niger gli schiavi costituiscono una vera epropria «casta».Chi nasce soggiogato può sposarsi solo con chi vive nella stessa condizione: ciò dà vita a una catena dì generazioni,vincolate dalla schiavitù,rinnegate dalla società. Costantemente umiliato,bistrattato,ignorato, lo schiavo non ha alcun diritto, non possiede nulla, neppure i monili.Perfino il nome viene spesso imposto dal proprietario: un nome tribale, mentre quelli dei padroni sono In genere di origine lslamlca. Neppure l figli appartengono ai genitori,ma possono pa~sare da un padrone all'altro come dono o parte della dote. Cosi,generazioni di schiavi nascono in catene.Esono catene reali: laTimidria riporta molti casi di persone con i segni di catene alle caviglie,marchi di maltrattamenti e torture, riscontrati in sei delle otto regioni del paese.Con o senza segni fisici,gli schiavi sono riconoscibili e li si può incontrareanche tra le bancherelle del mercati delle grandi città,mentre fanno le spese per i loro padroni. Intanto, tra minacce e intimldazioni,Timldria continua la sfida contro il silenzio diffuso e l'implicita accettazione della schiavitò. Oltre a liberare numerosi schiavi, questa Ong promuove un vasto movimento di opinione e Iniziative di sviluppo, per eliminare la miseria, brodo di coltura della schiavitù. Dopo Il successo della legge contro la schiavitù e i lavori forzati, essa continua apremere perché il governo adotti strumenti concreti per sradicare tale piaga ignobile. All'inizio di maggio 2005,presidente e segretario generale di Tìmidria, llguilasWeila eAlassane Biga, sono stati nuovamente incarceraà, sottO l'accusa di sollecitare iUegalmente fondi da una organizzazione con base a Londra. Una folla di 2 mila dimostranti hanno richiesto al capo dello stato la liberazione del due attivisti.Tale manifestazione, la prima del genere, significa che qualcosa si sta muovendo nell'opinione pubblica nigerina. L'attivista di diritti umani affrontò il padrone, un anziano magro e allampanato, attorniato dai suoi alti figli. Questi diventarono aggressivi e cominciarono aminacdarci, perché spegnessimo le cineprese e ce ne andassimo. Urlavano che pure lui, l'attivista di diritti umani, era uno schiavo e meritava una bella bastonatura. Cercammo di battere in ritirata nell'auto, ma il veicolo si era piantato nella sabbia e non voleva muoversi. Finalmente, mentre i figli picchiavano ai finestrini , l'auto cominciò ad apri rsi la strada lentamente e siamo volati via. Domandammo ad Assibit come si sentisse per il fatto di essere libera, ma non capiva la domanda. B.B. Non comprendeva il concetto di libertà o addirittura la parola. Quando arrivai in Niger, stentavo a credere che in questo secolo potesse ancora esistere la schiavitùsu una scala così vasta. Ma quando lasciai il paese non riuscivo a vedere come essa possa finire durante la nostra generazione. Porre fme alla schiavitù in Niger richiederebbe una rivoluzione sociale. Una vasta sezione di abitanti dovrebbe essere istruita che essi non sono inferiori agli altri; ma è proprio questo ciò che essi hanno creduto per generazioni. I padroni di schiavi e il resto della società sono riluttanti a insegnarglielo. • •Dal programmo radio « From Our Own Correspondentt dello Bbc, di cui H.Andersson & conispondente per l'Africo.

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